11 aprile 2006
ARRESTATO BERNARDO PROVENZANO
I familiari del boss cambiamo legale:
prendono l'avv. Masarà
un po di rassegna dal web
Nella foto qui accanto - Repubblica.it - Provenzano dopo il trasferimento a Palermo, davanti alla sede della Mobile "Boris Giuliano"
14:37 Cambia l'avvocato di fiducia di Provenzano
I familiari di Bernardo Provenzano hanno nominato un nuovo difensore: al posto di Salvatore Traina, l'ultimo avvocato di fiducia del boss, il legale che undici giorni fa disse che il suo cliente era morto, è stato scelto Franco Marasà
Nel domandarci se la Sig.ra Provenzano avrà ancora la 'faccia' di passeggiare in bella mostra nella piazza principale di Cinisi, sua città natale, abbiamo effettuato una ricerca in rete sul nuovo legale.
Un uomo non nuovo ai processi di mafia, coinvolto e poi assolto per concorso in associazione mafiosa, coinvolto in dichiarazioni di diversi pentiti e nelle intercettazioni telefoniche con Dell'Utri e Mangano.
Che c'è in rete sul nuovo avvocato di Provenzano?
da Almanaccodeimisteri.info
riporta le dichiarazioni di Giovanni Brusca su Mangano:
"MILANO - "Mangano era un uomo d'onore già negli anni '70. Nel 1993, quando Salvatore Cancemi si consegnò ai carabinieri, io e Leoluca Bagarella lo nominammo reggente del mandamento mafioso di Porta Nuova. Poi gli affiancammo Salvatore Cucuzza, che diventò reggente quando Mangano fu arrestato". Mentre a Roma divampa la polemica su Satyricon , a Milano l'ex boss mafioso Giovanni Brusca, oggi collaboratore di giustizia, viene interrogato in tribunale proprio sul ruolo in Cosa Nostra di Vittorio Mangano, lo "stalliere" (anzi, "fattore") palermitano che Marcello Dell'Utri fece assumere da Silvio Berlusconi, a metà anni '70, nella villa di Arcore. Anche ieri Dell'Utri ha ripetuto da Roma che all'epoca non poteva certo sospettare che quel suo conoscente fosse "in odore di mafia". E nessuna sentenza lo ha mai smentito. Eppure l'ombra dello stalliere continua a perseguitare il manager di Berlusconi, che oggi è parlamentare di Forza Italia. L'occasione per un nuovo accostamento è venuta con gli interrogatori chiesti dagli avvocati Marasà e Di Gregorio, che dopo la morte di Vittorio Mangano ora difendono suo nipote Daniele Formisano, arrestato nel '99 a Milano per mafia e droga. E così, oltre a Brusca, ieri hanno deposto "in videoconferenza" Totuccio Contorno, Pippo Zanca e il vecchio boss Gerlando Alberti "u' paccarè". Tutti chiamati a parlare di Mangano. Per una strategia difensiva che ha portato a convocare lo stesso Dell'Utri, che si è avvalso della facoltà di non rispondere. In questo processo i principali imputati sono due imprenditori messinesi, Natale Sartori e Antonino Currò, che secondo il pm Romanelli avrebbero costituito una "filiale della famiglia mafiosa di Mangano, attiva a Milano fino al 1999". Questo, però, Brusca in parte lo smentisce: "Cosa Nostra aveva cellule a Roma e a Napoli, mentre a Milano c'erano singoli uomini d'onore". L'inchiesta nasce dalle dichiarazioni del pentito Vincenzo La Piana, che l'accusa considera riscontrate anche "in diretta". In almeno due casi ritenuti decisivi. Nel '97 il collaboratore sostiene che Enrico Di Grusa, genero di Mangano, si nasconderebbe dai due messinesi; e nel '98 quel latitante per mafia e droga viene arrestato proprio pedinando i due imprenditori. Il pentito anticipa pure che Sartori, benché socio delle due figlie di Mangano, avrebbe rapporti con Dell'Utri. E il 12 ottobre '98 la polizia lo fotografa mentre viene ricevuto appunto da Dell'Utri. Per che motivo? Secondo Dell'Utri, perché Sartori voleva metterlo in guardia dalle "false accuse di La Piana". Secondo Sartori, per una questione più innocua: il suo amico Currò voleva essere "segnalato a Dell'Utri per un appalto della Fininvest".
da Antimafiaduemila.com
Assolto l'Avvocato penalista Franco Marasà
19 marzo 2002
Palermo. L'avvocato penalista Franco Marasà è stato assolto dai giudici della terza sezione del Tribunale di Palermo dall'accusa di concorso in associazione mafiosa.
Il legale è difensore di numerosi imputati accusati di fare parte della cupola di Cosa Nostra ed era stato indicato come referente dei boss da diversi collaboratori di giustizia. Il tribunale era presieduto da Armando D'Agati, la procura aveva chiesto la condanna a dieci anni di reclusione. “Non ho nulla da dichiarare perché ho atteso in silenzio per la terza volta la decisione dei giudici", afferma il penalista Franco Marasà dopo l'assoluzione. Alla lettura del dispositivo ha assistito l'avvocato Rosalba Di Gregorio, la compagna di Marasà. “Ho vissuto l'intero processo come un tentativo di ridimensionare il ruolo del difensore - dice Di Gregorio - e di impartire una lezione a chi non ha paura di affrontare in udienza i pentiti, i grandi strumenti di lotta che la procura ha adoperato negli ultimi anni. Ci hanno condizionata la vita ma la lezione non l'ho imparata. Sono convinta che la dignità valga persino più della libertà”.
L.B.
da RadioRadicale.it
Seguito deposizione di Gioachino Genchi,
consulente informatico della Procura di Palermo
Il processo nelle agenzie di stampa
MAFIA: PROCURA, LEGALE MANGANO CHIAMAVA DELL'UTRI
AL SETACCIO I TABULATI TELEFONICI DELL'IMPUTATO
DELL'UTRI, QUESTE CHIAMATE SONO IL 'DESERTO PROBATORIO'
Palermo, 12 feb. - (Adnkronos) - Il legale di Vittorio Mangano, lo 'stalliere' di Arcore, chiamava spesso l'utenza telefonica del senatore Marcello Dell'Utri. Lo ha accertato il vicequestore di Polizia, Gioacchino Genchi, consulente informatico della Procura di Palermo, che questa mattina ha deposto a Palermo al processo a carico dell'ex manager di Publitalia, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Genchi, rispondendo alle domande del pm Nico Gozzo, ha elencato numerose telefonate che sarebbero state effettuate dall'avvocato Francesco Marasa', legale di Mangano, tra il '97 e il '98 all'indirizzo di Dell'Utri. ''C'e' una coincidenza cronologica - ha spiegato Genchi - con l'avvocato Marasa' che chiama, nell'arco di una giornata, prima le utenze telefoniche dei familiari di Mangano, e poi con lo stesso cellulare, chiama il telefono personale di Dell'Utri''. Il vicequestore ha anche inziato a parlare delle telefonate compiute da Domenico Orsini, uno dei fondatori del partito 'Sicilia Libera', verso l'utenza di Dell'Utri. Dichiarazioni che hanno provocato la reazione dei difensori dell'imputato, Enrico Trantino e Roberto Tricoli, secondo i quali le parole di Genchi sarebbero state ''fuori dall'articolato di prova ammesso dal Tribunale''. ''Questo - ha detto Trantino - e' diventato un processo enciclopedico e ha assunto dimensioni non controllabili''. Per questo, hanno chiesto la sospensione dell'udienza e l'ammissione di tutti gli atti relativi al processo 'Sicilia Libera'. Genchi ha, inoltre, ricordato al Tribunale presieduto da Leonardo Guarnotta le telefonate compiute da un telefono cellulare in uso ad Enrico Di Grusa, genero di Vittorio Mangano, verso il telefono di Dell'Utri.''Il 9 giugno del '96 - ha detto - sono partita dal telefono in uso a Di Grusa diverse telefonate, tra cui a Mangano, fino ad arrivare a Marcello Dell'Utri. Una telefonata durata 84 secondi in tutto''. Lo stesso cellulare avrebbe anche chiamato lo studio legale Dominioni, legale di Dell'Utri. ''Sono soggetti - ha detto - che hanno fatto da tramite ad altri soggetti''. ''Le telefonate dell'avvocato Marasa' non dicono proprio nulla, anzi rappresentano il 'deserto probatorio''': cosi' Dell'Utri ha commentato all'Adnkronos le dichiarazioni del vicequestore, al termine dell'udienza di oggi che e' stata rinviata a lunedi' prossimo, 18 febbraio. ''Io non ho mai avuto un numero telefonico diretto - ha proseguito l'imputato - tutte le mie telefonate venivano smistate dal centralino. E qui viene dimostrato che le telefonate arrivavano al centralino, dove chiamano migliaia di persone per parlare con me''.
MAFIA: MOGLIE LEGALE MANGANO, A DELL'UTRI TELEFONAI IO
Palermo, 12 feb. - (Adnkronos) - ''La Procura di Palermo sa perfettamente, visto che mi ha anche messo il telefono sotto controllo, che quel numero di cellulare dal quale risultano le chiamate all'utenza del senatore Dell'Utri lo utilizzavo io, anche se era intestato a mio marito''. E' quanto ha detto all'Adnkronos l'avvocato Rosalba Di Gregorio, moglie dell'avvocato Francesco Marasa', che questa mattina e' stato al centro della deposizione del consulente informatico della Procura di Palermo, Gioacchino Genchi, nel corso del processo al senatore Marcello Dell'Utri, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Secondo la Procura, Marasa', che ha difeso fino alla sua morte Vittorio Mangano, lo 'stalliere' di Arcore, insieme alla moglie, e che oggi e' sotto processo a Palermo per concorso esterno in associazione mafiosa, tra il '97 e il '98 avrebbe fatto diverse telefonate all'indirizzo di Dell'Utri.
dall'Adakronos 12 febbraio 2002
Mangano chiamava Dell’Utri
Il legale di Vittorio Mangano, lo 'stalliere' di Arcore, chiamava spesso l'utenza telefonica del senatore Marcello Dell'Utri. Lo ha accertato il vicequestore di Polizia, Gioacchino Genchi, consulente informatico della Procura di Palermo, che questa mattina ha deposto a Palermo al processo a carico dell'ex manager di Publitalia, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Genchi, rispondendo alle domande del pm Nico Gozzo, ha elencato numerose telefonate che sarebbero state effettuate dall'avvocato Francesco Marasa', legale di Mangano, tra il '97 e il '98 all'indirizzo di Dell'Utri. ''C'e' una coincidenza cronologica - ha spiegato Genchi - con l'avvocato Marasa' che chiama, nell'arco di una giornata, prima le utenze telefoniche dei familiari di Mangano, e poi con lo stesso cellulare, chiama il telefono personale di Dell'Utri''. Il vicequestore ha anche inziato a parlare delle telefonate compiute da Domenico Orsini, uno dei fondatori del partito 'Sicilia Libera', verso l'utenza di Dell'Utri. Dichiarazioni che hanno provocato la reazione dei difensori dell'imputato, Enrico Trantino e Roberto Tricoli, secondo i quali le parole di Genchi sarebbero state ''fuori dall'articolato di prova ammesso dal Tribunale''. ''Questo - ha detto Trantino - e' diventato un processo enciclopedico e ha assunto dimensioni non controllabili''. Per questo, hanno chiesto la sospensione dell'udienza e l'ammissione di tutti gli atti relativi al processo 'Sicilia Libera'. Genchi ha, inoltre, ricordato al Tribunale presieduto da Leonardo Guarnotta le telefonate compiute da un telefono cellulare in uso ad Enrico Di Grusa, genero di Vittorio Mangano, verso il telefono di Dell'Utri.''Il 9 giugno del '96 - ha detto - sono partita dal telefono in uso a Di Grusa diverse telefonate, tra cui a Mangano, fino ad arrivare a Marcello Dell'Utri. Una telefonata durata 84 secondi in tutto''. Lo stesso cellulare avrebbe anche chiamato lo studio legale Dominioni, legale di Dell'Utri. ''Sono soggetti - ha detto - che hanno fatto da tramite ad altri soggetti''. ''Le telefonate dell'avvocato Marasa' non dicono proprio nulla, anzi rappresentano il 'deserto probatorio''': cosi' Dell'Utri ha commentato all'Adnkronos le dichiarazioni del vicequestore, al termine dell'udienza di oggi che e' stata rinviata a lunedi' prossimo, 18 febbraio. ''Io non ho mai avuto un numero telefonico diretto - ha proseguito l'imputato - tutte le mie telefonate venivano smistate dal centralino. E qui viene dimostrato che le telefonate arrivavano al centralino, dove chiamano migliaia di persone per parlare con me''