Riceviamo e volentieri pubblichiamo dall'On. Napoli Angela
(già componente della Commissione Antimafia e promotrice, insieme ad altri 20 deputati, dell'iniziativa legislativa (affossata dalla maggioranza Polo-Unione) per impedire l'accesso alla Commissione Antimafia dei condannati per mafia.


Roma – 05.10.2006
COMUNICATO STAMPA sulla LOCRIDE
dell’On. Angela NAPOLI

A distanza di soli cinque giorni dall’omicidio del Vice Presidente del Consiglio regionale calabrese, Francesco Fortugno, ebbi a dichiarare che per scoprire le verità sarebbe stato necessario operare a 360° negli ambienti della politica, della ‘ndrangheta e della massoneria deviata. Appare, quindi, comprensibile che non avrei mai potuto dichiararmi soddisfatta dalle “false verità” né, tantomeno, accettare o condividere atteggiamenti o posizioni di “comodo”. Ho avuto perplessità nel ritenere tutte valide le deposizioni del cosiddetto “pentito”, certa che costui non ha detto tutto (e in base alla normativa vigente in materia di collaboratori di giustizia, ormai non potrà aggiungere nulla di più!) come, ad esempio, dove siano finite l’arma e l’auto usate per il delitto. Personalmente, ho poi ritenuto destituito di qualsiasi fondamento, per un omicidio di tale portata, il movente attribuito al presunto mandante.

Mentre sul delitto era calato il silenzio, alcune mie dichiarazioni sul caso sono state considerate invasive del lavoro della Magistratura. Ancora oggi attendo la risposta nell’Aula del Parlamento alle interpellanze, presentate da tempo, con le quali ho chiesto, all’attuale Ministro della Giustizia, di conoscere le motivazioni dell’abbandono delle indagini sul delitto Fortugno da parte del Sostituto Procuratore della DDA di Reggio Calabria, Giuseppe Creazzo, e del pressoché contemporaneo trasferimento dell’altro Magistrato della stessa DDA, Roberta Nunnari, titolare dell’indagine sul tentato omicidio del già assessore regionale all’istruzione, Saverio Zavettieri.

Siamo ormai vicini al primo anniversario della morte di Fortugno ed accanto ai ferventi preparativi per la commemorazione, i quotidiani nazionali e regionali pubblicano svariate interviste e dichiarazioni sul fatto. Il Presidente del Consiglio regionale afferma, a proposito dell’omicidio Fortugno, che “….alcuni poteri in Calabria, ma non solo, hanno accusato il colpo. Si sono spaventati e si sono ritrovati davanti al rischio reale di non poter controllare più la situazione”, ma lo stesso Presidente non verifica se tra coloro che fanno parte di tali potentati ci siano uomini del centro – sinistra e  che facciano parte magari anche dello stesso Consiglio regionale o si aggirino nelle stanze degli uffici di Presidenza e degli Assessorati vari.

C’è poi chi, naturalmente dopo essere stato beneficiato politicamente dal delitto Fortugno, oggi attribuisce la reazione della ‘ndrangheta alla volontà politica calabrese di cambiamento: ma quale cambiamento hanno prodotto fino ad oggi le Giunte regionali del centro – sinistra del Presidente Loiero? Di quanto sono diminuiti  malaffare e  collusioni con la ‘ndrangheta? Cosa è stato fatto dopo il coinvolgimento in alcuni interventi giudiziari di importanti esponenti regionali dell’Unione?

Ritengo davvero inutile tentare di riaccendere i riflettori ad un anno di distanza, così come trovo privo di fondamento l’appellarsi al Capo dello Stato o alla DNA: la verità non si conoscerà mai!

Ancora oggi, nonostante l’importante relazione prodotta dalla Commissione d’accesso sull’A. S. di Locri, vengono solamente fatte attenzionare le interrogazioni che il dottore Fortugno ha presentato in Consiglio regionale, nel mentre continuano ad essere giacenti importanti denunzie presso la Procura di Locri.

Potrebbe essere un omicidio politico: quale, allora, l’area politica coinvolta, quali gli interessi e quale la motivazione? I rappresentanti di tutti i Partiti in Consiglio Regionale della Calabria, con enorme soddisfazione del Presidente Loiero, hanno sottoscritto un codice etico: perfetto alibi per esentare la politica da responsabilità sul delitto!

Potrebbe essere un omicidio di ‘ndrangheta: quali, allora, gli interessi contrastati da Fortugno? Quali le denunzie e gli atti di contrasto alla criminalità? Quali i settori interessati? Quali le cosche contrastate? Chi conosce la ‘ndrangheta non può non sapere che simili delitti vengono pianificati a tavolino, con l’accordo di tutte le cosche e, soprattutto, non servendosi di killer locali!

Potrebbe essere un omicidio interno all’ A. S. di Locri: quali, allora, gli interessi contrastati dal dottor Fortugno o dalla dottoressa Laganà, oggi parlamentare della Margherita? Sono riscontrabili palesi attività di contrasto del dottore Fortugno a primariati, incarichi, consulenze, società di attrezzature sanitarie, società di appalti di pulizie, società convenzionate con la Regione Calabria per strutture sanitarie, e che, così come evidenziato dalla relazione di accesso in quell’ A.S., coinvolgano parentele o collusioni con la ‘ndrangheta della locride? Non dimentichiamo che prima del dottore Fortugno sono stati uccisi altri tre sanitari dell’A.S. di Locri!

Basta con il vittimismo di maniera, con la demagogia e con le strumentalizzazioni! I calabresi non meritano più di essere frastornati da notizie fuorvianti, ma hanno bisogno di verità. Il vero obiettivo non è stato raggiunto da coloro che hanno ucciso il dottore Fortugno, ma da chi, servendosi di questa orribile tragedia, ha fatto carriera politica, magari spudoratamente anche all’insegna dell’Antimafia!

 

 

 






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