12.11.2007 - dal sito DemocraziaLegalità
Responsabilità e sensibilità
Colloquio con Oliviero Beha
di Roberta Anguillesi

Domenica , tutti crediamo di saperlo, un ragazzo è morto sulla A1, attinto da un proiettile vagante sfuggito a un poliziotto in un Autogrill. Forse.

Questo ragazzo stava andando, con la sua auto e tre amici, a vedere una partita a Milano e, si narra, che in quell'Autogrill i quattro abbiano avuto un diverbio con altre quattro persone che andavano a vedere anche loro una partita, un'altra partita , in un altra città.

Pare che il diverbio sia durato alcuni minuti, pochissimi, e che un poliziotto abbia esploso un colpo in aria, dall'area di servizio sulla carreggiata opposta, per disperdere i contendenti nonostante questi fossero già tornati nelle loro macchine e rientrati in corsia verso Milano.

Si farfuglia anche che, con il ragazzo già morto sul sedile posteriore i tre abbiano scelto di continuare a guidare per chilometri, fino al casello.

Ho provato a raccontare quello che noi tutti crediamo di sapere togliendo solo tre parole:Lazio, Juventus e tifoso. Punto. Poi ne ho parlato con Oliviero Beha:

Beha, cosa c'entra il calcio ?

Poco o niente, il calcio, lo scontro tra tifoserie, il morto sono state immediatamente viste dai media come ghiotti bocconi, merce vendibile con poca spesa per i 'nostri' giornalisti che sanno solo vendere se stessi come merce e altra merce, avariata, fatta passare per notizia, senza minimamente sentirsi chiamati alla responsabiltà del proprio ruolo e alla sensibilità che esso richiede. Giornalisti che fanno questo mestiere perchè - soprattutto in tv- sistemati, in quota, legati al potere politico, lottizzati e senza alcun bisogno di essere bravi. I fatti, si fa per dire, raccontati e commentati, ricommentati e riraccontati per tutto il giorno di domenica, erano assurdi, privi di qualsiasi credibilità e logicità, anche per coloro che li raccontavano e li commentavano, eppure hanno raccontato e commentato pervicacemente quello che avevano riconosciuto come merce, oltre la notizia, oltre la logica. Il tifo violento, il calcio, la morte di un giovane, pane per i denti di una informazione che non vuole e non sa riflettere, non vuole neppure suscitare la riflessione, ma si accontenta di se stessa, della sua illogica e pericolosa mediocrità.

Rileggendo il primo lancio dell'ansa uscito intorno alle 10, 30. : "Scontri tra tifosi di Juventus e Lazio sulla A1.Un morto. Esplosi colpi di arma da fuoco in un Autogrill vicino ad Arezzo.", e ti chiedo, chi - per quanto è dato sapere - ha voluto che il primissimo, eppure tardivo rispetto ai fatti , impatto fosse assolutamente improntato , senza nessun 'sembra' insomma, allo spostamento della intera vicenda sul problema 'calcistico', sottovalutandone nella migliore delle ipotesiil contraccolpo sull'ordine pubblico?

Io non so cosa sia successo in quell'autogrill, forse quel poliziotto ha esagerato la reazione a un qualcosa, forse la polizia ha voluto essere più realista del re e ha perso il controllo, ma di sicuro, alle 11 di mattina, appena si era sparsa la voce, i vertici del ministero degli interni, della polizia e quant'altri avrebbero dovuto indire una conferenza stampa per riportare la vicenda nei confini della realtà, non avviando quel tragico rimpallo che ha portato al caos mediatico, dando l'impressione che il paese fosse fuori controllo, poi sfociato negli episodi di guerriglia della notte. La politica, questa politica e quasto governo hanno dimostrato ancora una volta una incapacità, una inettitudine al governare che risulta, alla luce dei fatti, inquestante.

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Domenica 11 novembre 2007, il governo italiano ha abdicato al proprio dovere di garantire il cittadino, il suo diritto ad essere CORRETTAMENTE informato, ad essere tutelato nella propria incolumità; il governo è stato latitante in una giornata di bugie e terrorismi via etere, permettendo una disinformatia tendenziosa e addirittura , io credo, fomentatrice e istigatrice. Ora, il poliziotto è indagato per omicidio colposo, una città intera ha vissuto una notte di violenze e roghi, una ministra parla di fermare il campionato e io , con Oliviero Beha, continuo a chiedermi : ma che c'entra il calcio?






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