09.2007 - dal sito DemocraziaLegalità
Fosse comuni, ordinarie storie di 'ndrangheta e mafia
di Gianfranco Bonofiglio

Concluse nel cimitero di Conflenti, piccolo paesino situato al confine fra le province di Catanzaro e Cosenza, i lavori di scavo per la ricerca dei resti del giornalista Mauro De Mauro, scomparso nel settembre del 1970.
Ben sei gli scheletri rinvenuti nei trenta metri quadrati setacciati dalle forze dell'ordine e luogo nel quale, secondo alcuni pentiti, sarebbe stato seppellito il corpo del giornalista. I familiari del giornalista continuano ad essere scettici ed attendono l'esito degli esami dei Dna che è stato affidato al medico legale del"Materdomini" Giulio Di Mizio.
I pentiti che affermarono che al posto del cadavere di Salvatore Belvedere, appartenente alla 'ndrangheta, ed evaso dal penitenziario nel quale era stato rinchiuso dopo essere stato arrestato nel 1969 per contrabbando a Paola, in provincia di Cosenza, con altri quattro siciliani. E Belvedere era legatissimo alla mafia siciliana ed in stretto rapporto con esponenti di primo piano come Angelo La Barbera , nel periodo in cui, erano i primi anni settanta, molti big della mafia siciliana gravitavano in Calabria per il primo processo contro Riina, La Barbera e Buscetta, che si tenne a Catanzaro per legittima suspicione.
Processo presieduto dal magistrato Francesco Ferlaino, che venne ucciso in un agguato mafioso a Lamezia Terme nel 1975. A sostenere che al posto del cadavere di Salvatore Belevedere fosse stato tumulato il corpo di Mauro De Mauro i pentiti di 'ndrangheta Pino Scriva e Massimo De Stefano, affermando anche che il boss Belvedere abbia invece preferito rifugiarsi in Corsica con la sua donna con l'obiettivo di rifarsi una nuova vita.
Una storia che, dopo tantissimi anni, ha offerto anche l'occasione di una rilettura dei rapporti fra 'ndrangheta e mafia siciliana che già negli anni sessanta e settanta erano da non sottovalutare. Un legame che dimostra in modo inequivocabile come le due organizzazioni interagivano, già in quel tempo, in forme di collaborazione paritaria e di rispetto reciproco. Ma, mentre per la mafia siciliana, vi è stata sempre una maggiore attenzione a livello nazionale, per la 'ndrangheta si è commesso l'errore di sottovalutarla.
Sottovalutazione che , ancora oggi, a distanza di decenni, caratterizza l'insufficiente azione dello Stato, nonostante oramai venga riconosciuto che il mercato della cocaina in Europa sia monopolizzato dall'organizzazione calabrese, che, gestisce in tal modo capitali immensi che hanno consentito alla stessa un grande potere di corruzione ed infiltrazione negli apparati dello Stato e, soprattutto, nel mondo della politica locale e nazionale. Ed è tale connubio che rende la lotta alla 'ndrangheta diversa da quella contro la mafia dei corleonesi che avevano invece optato per la linea stragista contro lo Stato e rilevatasi poi perdente.
La 'ndrangheta invece può, molto probabilmente, vantare il fatto di avere numerosi deputati e senatori collusi presenti in parlamento eletti con i voti della criminalità per tutelare nei palazzi romani  gli interessi dell'organizzazione.






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