24.07.2007 – Nuova Cosenza

Operazione contro la cosca Labate, sfuggono i capi

 

Operazione contro la cosca Labate nel reggino, 27 arresti ma i capi sfuggono alla cattura. Controllavano l'assunzione in aziende

24/07 Ventisette persone arrestate ed altre nove ricercate: e' questo il bilancio dell'operazione compiuta stamani a Reggio Calabria dagli agenti della squadra mobile contro la cosca 'Labate' che controllava la zona sud della città. Agli arrestati è stata notificata una ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Reggio Calabria, Natina Praticò. Dalle indagini della polizia di Stato emerge che la cosca, attraverso intimidazioni ed estorsioni, aveva il controllo totale del territorio e dell'attività edilizia. Ci sarebbero stati anche episodi durante i quali avrebbero condizionato le assunzioni nello stabilimento Omeca, le Officine Meccaniche Calabresi di proprietà della "Breda Costruzioni Ferroviarie". Nelle officine, nella periferia sud della città dove lavorano circa seicento dipendenti, si costruiscono carri e vetture ferroviarie destinate a tutto il mondo. "Il clan Labate - scrive il gip Natina Pratticò nell'ordinanza - però, con minacce, percosse, invio di plichi contenenti proiettili, incendi di autovetture nei confronti di dirigenti e quadri dello stabilimento, imponeva l' assunzione di personale". Tra i destinatari dell'ordinanza di custodia cautelare ci sarebbe anche i capi della cosca che sono riusciti però a rendersi irreperibili a causa di una fuga di notizie.

La cosca dominava la zona sud di Reggio. La cosca dei Labate esercitava nella zona sud di Reggio Calabria un dominio ''veramente asfissiante, condizionando l'attività commerciale di uno dei quartieri più attivi della città". E' quanto ha detto il coordinatore della Dda di Reggio Calabria, Salvatore Boemi, circa le attività della cosca Labate contro la quale gli agenti della squadra mobile hanno compiuto una operazione che ha portato all'arresto di 27 persone. "L'operazione odierna - ha detto Boemi - conferma, ove ve ne fosse bisogno, l'estrema pericolosità di un clan della 'ndrangheta, quello dei Labate, capace di esercitare un dominio sul proprio territorio veramente asfissiante, condizionando l'attività commerciale di uno dei quartieri più attivi della città. I Labate sapevano che li stavamo indagando, tant'é che hanno contattato un pubblico ufficiale per conoscere lo stato delle indagini, Naturalmente, questo rappresentante dello Stato non ha ceduto, anzi, ha prodotto una immediata informazione di servizio denunciando l'accaduto. Siamo riusciti fino a capire che il clan era riuscito ad 'intromettersi' nelle comunicazioni tra magistrato inquirente e gli investigatori della polizia di Stato, un fatto inquietante che dovrà essere chiarito in ogni suo aspetto". "I labate - ha concluso - durante l'ultima guerra di 'ndrangheta durata sei anni, a tutti gli emissari delle varie cosche hanno fatto sapere di 'farsi i fatti proprì, una posizione di neutralità che poteva essere tenuta ferma solo da un vero 'casato' mafioso". Il sostituto procuratore distrettuale, Antonio Di Bernardo, titolare delle indagini, ha reso noto che "il clan Labate aveva alimentato un clima rovente all'interno delle Omeca che risultava influenzato da una cappa di soprusi posti in essere da alcuni affiliati, i quali disconoscendo qualsiasi concetto di produttività aziendale legavano la propria inattività all'appartenenza mafiosa impedendo ai colleghi ed ai superiori qualsiasi controllo sulle proprie prestazioni". Tra le attività della cosca c'erano anche le scommesse clandestine. Tra gli indagati, infatti, risulta un noto veterinario di Reggio Calabria, docente universitario a Messina il quale "invece di garantire la salute dei cavalli forniva agli affiliati al clan sostanze dopanti per migliorare le prestazioni.

La cosca condizionava le assunzioni nelle aziende. La cosca dei 'Labate' di Reggio Calabria avrebbe condizionato l'assunzione di alcuni operai nello stabilimento reggino 'O.Me.Ca', facente capo alla 'Breda' Costruzioni Ferroviarie. E' quanto emerge dalle indagini degli agenti della squadra mobile di Reggio Calabria che stamani hanno eseguito una operazione che ha portato all'arresto di decine di esponenti della cosca reggina. Gli esponenti della cosca avrebbero minacciato e picchiato alcuni dirigenti dello stabilimento industriale per fare in modo che l'azienda assumesse le persone da loro indicate. Ad altri è stata incendiata l'automobile oppure sono stati destinatari di pacchi con all'interno dei proiettili. La cosca, secondo quanto emerso dalle indagini della Polizia di Stato, ha anche costretto l'amministratore di una nota catena di supermercati ad acquistare due ulteriori punti vendita ad un prezzo doppio rispetto al reale valore. Dalle indagini è emerso anche che i 'Labate' organizzavano e gestivano le scommesse clandestine su competizioni agonistiche non autorizzate, in particolare corse di cavalli durante le quali gli animali venivano dopati per migliorarne le prestazioni.



24.07.2007 – Repubblica on line
Decine di arresti e perquisizioni nel capoluogo calabrese
Le indagini scoprono estorsioni, violenze e intimidazioni
'Ndrangheta, blitz a Reggio Calabria
Manette per la cosca dei Labate

ROMA - Arresti e perquisizioni a Reggio Calabria. Le forze dell'ordine stanno portando a termine una vasta operazione contro la criminalitá calabrese. Un blitz che ha fatto scattare le manette ai polsi di alcune decine di appartenenti alla cosca mafiosa dei Labate.

I componenti dell'associazione, storicamente presente ed operante nel territorio urbano della zona sud di Reggio Calabria nei quartieri Sbarre e Gebbione, sono tutti accusati di estorsione. I membri del clan, infatti, taglieggiavano i commercianti reggini, danneggiando i negozi. Ma non solo. Le intimidazioni passavano anche per l'invio di plichi contenenti proiettili, percosse, insulti, incendi di autovetture.

I membri del clan, sempre secondo quanto emerso dalle indagini, avrebbero costretto l'amministratore di una nota catena di supermercati ad acquistare due ulteriori punti vendita ad un prezzo doppio rispetto al reale valore. Dalle indagini è emerso anche che i Labate organizzavano e gestivano le scommesse clandestine, in particolare corse di cavalli durante le quali gli animali venivano dopati per migliorarne le prestazioni.

La cosca, inoltre, avrebbe condizionato l'assuzione di alcuni operai nello stabilimento reggino 'O.Me.Ca', che fa capo alla 'Breda' costruzioni ferroviarie. Gli esponenti della cosca avrebbero minacciato e picchiato alcuni dirigenti dello stabilimento industriale per fare in modo che l'azienda assumesse le persone da loro indicate.
Gli arrestati e i ricercati: Le persone arrestate stamani nell'operazione compiuta a Reggio Calabria dagli agenti della squadra mobile sono: Pietro Labate, 56 anni, detenuto a Spoleto, ritenuto il capo bastone della consorteria; Candeloro Cacciamo, (74), detenuto; Orazio Assumma, (48), pregiudicato; Canale Giuseppe Antonio Santo (39); Santo Gambello (32); Pietro Ielo (35); Roberto Roberti (35); Aurelio Lito (25); Antonino Gaetano Cacciamo (22); Angelo Cacciamo (25); Fabio Cacciamo (26); Giuseppe Marra (48); Oberto Mirandoli (23); Andrea Cuzzucoli (21); Benito Emanuele Labate (21); Giovanni Gullì (44); David Fumante (35); Carmelo D'Amico (34); Giovanni Cacciamo (32); Pietro Pennestrì (30); Angiolo Messineo, (44); Cesare Graziano (44); Paolo Falcone (38); Pasquale Sillitano (23); Annunziato Nato (28) e Paolo Sicari (60). Sono invece ricercati: Michele Labate, 56 anni; Francesco Salvatore Labate (41); Antonino Labate (57); Santo Labate (50); Giovanni Cacciamo (59); Fabio Morabito (36); Paolo Labate di Michele (22); Andrea Labate (23) e Paolo Labate di Antonino (23

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