20.07.2007 – Nuova Cosenza
Arresti clamorosi a Reggio: consigliere comunale e agente di PS tra i 15 arresti nel clan Libri. Sequestrate 4 società

20/07 Controllavano il territorio e le attività imprenditoriali nella zona di Reggio Calabria, Villa San Giovanni e Motta San Giovanni, estorcendo alle imprese impegnate in lavori pubblici e privati, dal 2 al 3% del valore degli appalti. A dare un duro colpo agli affiliati alla cosca Libri è stata stamani la squadra mobile di Reggio Calabria che ha arrestato 15 persone tra le quali coloro che sono ritenuti i capi della cosca. In manette, con l' accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, è finito anche un consigliere di Alleanza nazionale al Comune di Reggio Calabria, Massimo Labate. L' uomo, agente di polizia in aspettativa dal 2002, anno della prima elezione al Consiglio comunale, è stato rieletto nel corso delle ultime consultazioni amministrative con oltre 1.400 voti. A Labate, il sindaco, Giuseppe Scopelliti, pure di An, aveva affidato una delega fuori giunta per la sicurezza della Leonia, la società mista che si occupa del recupero e dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Dall' incarico Labate si era dimesso circa un mese fa. Insieme a lui è stato arrestato, con la stessa accusa, anche il suo segretario, Vincenzo Pileio, di 45 anni. A gestire la cosca Libri, fino alla data della sua morte, secondo gli investigatori, è stato il boss storico "Mico" Libri. A lui sono poi subentrati il fratello Pasquale, ed il genero Antonio Caridi, considerati i nuovi capi del clan. L' attività del clan non si limitava all' estorsione. Alle imprese, infatti, veniva imposto di ricorrere a ditte di riferimento ed in particolare alla Realcementi. La società è stata sottoposta a sequestro preventivo insieme ad altre tre. Una di queste gestiva un centro benessere ed un' altra, la società cooperativa sociale San Giorgio, si occupa dell' organizzazione di eventi. Per concordare la spartizione delle tangenti da estorcere, i componenti il clan Libri erano in contatto con i capi delle altre consorterie che hanno i loro interessi a Reggio Calabria. Secondo gli investigatori, i boss hanno partecipato ad almeno due summit di mafia con rappresentanti delle altre principali cosche quali i De Stefano, i Tegano, i Rosmini ed i Condello. Ad uno di questi summit avrebbe partecipato anche il super latitante Pasquale Condello, definito "il supremo" ricercato dal 1997. Soddisfazione per l' operazione odierna è stata espressa dal presidente della Commissione parlamentare antimafia, Francesco Forgione, che ha evidenziato come nelle indagini "continuano ad esserci risultati interessanti che ci permettono, ogni giorno di più, di sapere cos' è diventata oggi la 'ndrangheta, quale raggio d' azione abbia, quale forza economica".

Padre di consigliere regionale ai vertici della cosca. La scomparsa di Pietro Nicolo', padre del consigliere regionale Alessandro, ex assessore alla Provincia di Reggio Calabria ed ex coordinatore provinciale di Forza Italia, avvenuta nel gennaio 2004 insieme ad un altro uomo, sarebbe legata a contrasti sorti all' interno della cosca Libri. E' quanto emerge dall' ordinanza di custodia cautelare del Gip di Reggio Calabria, Concettina Garreffa, emessa nell' ambito dell' operazione contro presunti affiliati alla cosca Libri. ''Stante quanto riferito dai collaboratori di giustizia Paolo Ianno' e Giovanbattista Fracapane - scrive il Gip - gli omicidi verificatisi dal 2000 ad oggi nelle zone di competenza della cosca Libri, che hanno visto come vittime affiliati alla stessa, sono dovuti ad una risoluzione di contrasti sorti in seno all' associazione''. ''In tale ottica - prosegue - vanno letti i recenti omicidi verificatisi nella zona d' influenza della consorteria criminale oggetto d' indagine, quali l' omicidio di Bartolo Nicolo', avvenuto nel luglio 2001, l' omicidio di Giuseppe Savona, avvenuto il 19 novembre 2001, la scomparsa di Pietro Nicolo' e Giuseppe Morabito, rispettivamente di anni 70 e 64, denunciata il 29 Gennaio 2004. I due scomparsi erano entrambi appartenenti alla consorteria criminale oggetto d' indagine, in particolare Pietro Nicolo', padre di Alessandro Nicolo', ex assessore alla Provincia di Reggio Calabria e gia' coordinatore provinciale di 'Forza Italia', aveva posizione verticistica nell' ambito della cosca essendo 'capo del locale Spirito Santo' ed era entrato in contrasto con il boss 'Don Mico Libri', per questioni legate proprio al ''controllo delle zone d' influenza''

Il consigliere comunale e poliziotto era in aspettativa dalla PS. Era in aspettativa dal dipartimento della polizia di Stato dal 2002 per il suo incarico politico, Massimo Labate, il consigliere comunale di Reggio Calabria e agente di ps, arrestato stamani dalla squadra mobile reggina nell' ambito di un' operazione contro presunti affiliati alla cosca Libri. Labate, di 41 anni, è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. La stessa accusa è contestata a Vincenzo Pileio, di 45 anni, segretario di Labate. I due, secondo l' accusa, con il loro comportamento avrebbero "contribuito a conservare e rafforzare" la cosca Libri.

GIP Garreffa “Al consigliere comunale i voti della cosca”. Massimo Labate, il consigliere comunale arrestato oggi per concorso esterno in associazione mafiosa nell' ambito dell' operazione condotta dalla squadra mobile di Reggio Calabria contro presunti affiliati al clan Libri, si sarebbe accordato con la cosca ''al fine di riceverne, in corrispettivo dei propri favori e delle proprie promesse, il sostegno elettorale alle amministrative 2007 di Reggio Calabria, quando veniva eletto consigliere comunale con i voti procurati in modo mafioso''. E' quanto scrive il Gip del Tribunale di Reggio Calabria che ha emesso l' ordinanza, Concettina Garreffa. Secondo quanto scrive il Gip, Labate avrebbe consentito a Antonino Caridi, genero del defunto boss Domenico ''Mico'' Libri, ''e Quattrone di accreditarsi quali interlocutori privilegiati della Pubblica amministrazione comunale nella gestione ed organizzazione di feste e mostre finanziate con denaro del Comune''. Inoltre avrebbe consentito a ''Caridi l' inserimento di lavoratori da lui indicati nelle liste dei lavoratori da assumersi all' interno della societa' mista Leonia spa ovvero all'interno della societa' incaricata della costruzione del nuovo Palazzo di Giustizia''. Labate, nella precedente legislatura era stato incaricato dal sindaco Giuseppe Scopelliti, con una delega fuori giunta, come garante della sicurezza della Leonia. Incarico dal quale si e' poi dimesso. Nel provvedimento si ricorda poi che Labate, prima di prendere l' aspettativa in occasione della prima elezione a consigliere comunale, avvenuta nel 2002, lavorava alla squadra mobile e dunque, rileva il Gip, ''non poteva disconoscere la qualita' di appartenente ad una delle piu' note cosche mafiose operanti in citta' di Antonino Caridi, tanto piu' che questi non era un personaggio qualsiasi, ma il genero di Domenico Libri, storico capo dell' omonima cosca''

La cosca estorceva il 3% del valore degli appalti. I vertici della cosca Libri pretendevano il pagamento di una tangente estorsiva pari al 2-3% del valore complessivo di ogni opera o lavoro, pubblico o privato che fosse, realizzato a Reggio Calabria. E' uno degli aspetti emersi nel corso dell' inchiesta coordinata dalla Dda di Reggio Calabria e condotta dalla squadra mobile che stamani ha portato all' arresto di 15 persone. La cosca, oltre a estorcere il denaro alle imprese, imponeva anche che per la realizzazione delle opere, le aziende si rivolgessero alle ditte di riferimento ed in particolare alla Realcementi di Bruno Crucitti, di 48 anni, uno degli arrestati. Secondo l' accusa, la cosca Libri operava tra i Comuni di Reggio Calabria, Villa San Giovanni e Motta San Giovanni, con lo scopo di controllare il territorio e le relative attività.

Summit di mafia per spartire tangenti. Gli affiliati alla cosca Libri di Reggio Calabria, al fine di concordare la spartizione delle tangenti da estorcere, hanno partecipato ad almeno due summit di mafia con rappresentanti delle altre principali cosche della citta', quali i De Stefano, i Tegano, i Rosmini ed i Condello. Ad uno di questi avrebbe partecipato anche il super latitante Pasquale Condello, definito "il supremo", ricercato dal 1997. Questo è quanto emerge dall' inchiesta della squadra mobile di Reggio Calabria che stamani ha portato all' arresto di 15 persone. A gestire la cosca Libri, fino alla data della sua morte, secondo gli investigatori, è stato il boss storico "Mico" Libri, a cui sono poi subentrati il fratello Pasquale ed il genero Antonio Caridi, considerati i nuovi capi del clan. Un ruolo importante, a detta della squadra mobile, è stato ricoperto da Salvatore Tuscano, ucciso il 9 maggio scorso mentre si trovava in un salone da barba. L' uomo era considerato l' autista di Pasquale Libri e, insieme al capo, controllava capillarmente il territorio, recandosi personalmente sui cantieri per verificare se le ditte avessero pagato la tangente imposta e se si fossero rifornite di cemento dalle imprese affiliate o collegate.

Sequestrate 4 società. Quattro società, per un valore di alcuni milioni di euro, sono state sequestrate nell' ambito dell' operazione condotta dalla squadra mobile di Reggio Calabria che ha portato all' arresto di 15 persone. Tra le società sottoposte a sequestro preventivo, una, la società cooperativa sociale San Giorgio, si occupava dell' organizzazione di eventi ed ha avuto anche incarichi dal Comune per allestire mostre e fiere. Un' altra, la Galatea , gestiva un centro benessere. C' è poi Iter e la Realcementi. Il ricorso a quest' ultima, secondo l' accusa, veniva imposto dalla cosca Libri alle imprese che effettuavano lavori, pubblici o privati, nel comune di Reggio Calabria.






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