13.07.2007 – Il Secolo XIX
In Liguria, la ghiaia della ditta calabrese era già "sospetta"
dopo l'allarme della dia
A Cogoleto, Celle e Albisola, gli appalti della Coforda anni erano al centro di interrogazioni ai sindaci
di Ferruccio Sansa

GENOVA. Interrogazioni in consiglio comunale. Lettere ai sindaci. Memorie presentate agli investigatori. Da anni, l'attività della Cofor in Liguria era oggetto di perplessità da parte di politici e comuni cittadini. Eppure la società (sequestrata lunedì dalla Dda, la Direzione distrettuale antimafia, di Reggio Calabria che sta indagando sulle infiltrazioni della criminalità organizzata nei lavori per la costruzione dell'autostrada Salerno-Reggio) ha continuato a vincere appalti pubblici nella nostra regione.
Ma adesso il terreno - o meglio, la ghiaia - potrebbe diventare scivoloso. Sì, proprio la ghiaia, perché uno degli oggetti delle polemiche che hanno toccato la società è proprio il materiale che la Cofor avrebbe utilizzato per la costruzione di "pennelli" (moli frangiflutti) a Cogoleto e Celle. «Abbiamo utilizzato "tout-venant" (materiale roccioso, grande fino a 25 centimetri , estratto dalle cave, ndr) come previsto dai capitolati d'appalto», assicurano alla Cofor. Ma consiglieri comunali e cittadini sostengono che si possa trattare di terra, sabbia o chissà cos'altro. Insomma, materiali diversi da quelli indicati nei capitolati. La conseguenza? «I moli - sostiene Francesco Biamonti, consigliere comunale di Cogoleto - rischiano di disfarsi». Ma non solo: materiali diversi significano variazioni di costo di decine di migliaia di euro uscite dalle casse dei Comuni.
La Dia (Direzione investigativa antimafia) sta valutando gli appalti liguri per capire se tutto sia andato come scritto sulle carte. Finora non c'è stato nessun avviso di garanzia, ma gli investigatori hanno richiesto i documenti relativi ai lavori.
Ma andiamo con ordine. Caso per caso. La Cofor , come risulta dalle visure camerali, fu sequestrata una prima volta nel 1998. Il provvedimento venne, però, revocato. Negli anni successivi partecipò a diverse gare per opere pubbliche in Liguria. E ne vinse parecchie, per oltre cinque milioni di euro. L'appalto principale è per la costruzione di "pennelli" per la protezione della costa a Cogoleto. Un lavoro che suscitò dubbi e polemiche dell'opposizione (Casa delle Libertà-Insieme per Cogoleto) che presentò una prima interrogazione il 7 ottobre 2003. Quindi ne arrivò una seconda, a risposta scritta, la numero 1551, protocollata il 25 gennaio 2005: si interroga il sindaco, scrive il consigliere Biamonti (Lega) per sapere «se è a conoscenza che il progetto esecutivo» del "pennello"«prevede che il materiale d'appoggio deve essere costituito da tout-venant». Non solo: «Si interroga il sindaco - insiste - per conoscere se è a conoscenza che in tutti i "pennelli" finora realizzati, l'avanzamento del nucleo centrale è avvenuto con versamento di materiale di appoggio terroso e di granulazione fine». Insomma, sabbia o ghiaia. «Il materiale di ripascimento... proviene da scavi edili e non da drenaggi di corsi d'acqua» rincara la dose Biamonti che oggi chiede nuovi collaudi delle opere realizzate dalla Cofor e costate circa tre milioni di euro. Accuse cui i responsabili dei lavori avevano risposto con una lettera molto dura: «Il nucleo dei "pennelli"è stato realizzato con il materiale previsto dal progetto. Il tout-venant dev'essere "intasato" con materiale più minuto che riempie i vuoti» spiega lo studio responsabile del progetto, che annuncia querele. Ma Biamonti non si ferma. Già, perché non sarebbe soltanto questione di scelta di materiali e di denaro pubblico: «La terra versata in mare è stata spazzata via dalle mareggiate con un danno economico, ma soprattutto ambientale per la posidonia». Non basta: « La Cofor - spiega il sindaco di Cogoleto, Attilio Zanetti - ha ricevuto anche un appalto dalla Comunità Montana Argentea (da circa 750 mila euro) per la sistemazione del Rio Capuzzola». E anche qui, secondo l'opposizione, ci furono problemi: «I lavori hanno danneggiato diverse case. Forse la responsabilità non è della ditta, ma dei progettisti. Però nessuno ha risarcito i proprietari», attacca Biamonti. Insomma, a Cogoleto la Cofor s'è trovata il cammino segnato da interpellanze in consiglio comunale. Ma anche ad Albisola - per lavori realizzati dalla ditta a Luceto - non sono mancati problemi. Il consigliere comunale di maggioranza, Pietro Corona, ha scritto ripetutamente per chiedere lumi sulle vicende giudiziarie della società (l'ultima lettera al segretario comunale è del 14 febbraio scorso). Ma nonostante le polemiche che vanno avanti a partire dalla fine degli anni Novanta, la Cofor continua a vincere appalti pubblici. Spiegano gli inquirenti della Dda di Reggio Calabria: «La prefettura aveva ritirato il certificato antimafia alla Cofor, ma poi c'è stato un ricorso al Tar e il provvedimento ha perso efficacia».
C'è poi il caso di Celle dove due tra i più importanti appalti degli ultimi anni hanno suscitato polemiche roventi tra maggioranza di centrosinistra e opposizione. Prima c'era stata proprio la realizzazione di un "pennello" da parte della Cofor. Un'opera di cui si è interessata anche la Dia , che vuole, appunto, capire quale materiale sia stato utilizzato. Poi c'era stato l'appalto per il "riuso urbano del rilevato ferroviario" vinto da una società che in passato era stata in affari con Gianpiero Fiorani, l'ex numero uno della Banca Popolare di Lodi. «Da anni non abbiamo più rapporti con quella gente» tagliano corto i responsabili dell'impresa che si è occupata della realizzazione di box interrati e di un palazzo. Ma le polemiche continuano. E ieri Franco Zunino, assessore regionale all'Ambiente, che come ingegnere del comune di Celle aveva seguito la gara d'appalto vinta dalla Cofor, ha replicato alle critiche della "Casa della Legalità" e di "Uomini Liberi": « La Cofor era per me, come sono sicuro per i miei collaboratori e gli amministratori del comune di Celle, completamente sconosciuta fino al momento dell'appalto».


Il verbale della gara vinta da Cofor
"La migliore offerta è quella presentata dalla Cofor"
Comune di Celle Ligure
verbale gata dell'11.2.2003









L'interrogazione di Biamonti (Lega)
"Nei moli realizzati a Cogoleto venne versata anche terra o sabbia"
Francesco Biamonti
Interrogazione del 25.1.2005






Fondazione Caponnetto
Libera contro le mafie
Libera Terra
Narcomafie
Gruppo Abele
Addiopizzo
Riferimenti
Rete del Bottone
Fondazione Falcone
ANM
Emmedi
Movimento x la Giustizia
Cuntrastamu
Antimafiaduemila
Associazione Antiracket
Peppino Impastato
Democrazia e Legalità
Centro Impastato
Centomovimenti
 MicroMega
Giustizia e Libertà
Sconfiggiamo la mafia
No Tav
Coord. No Tav Genova
SocialPress
Piero Ricca
Marco Travaglio
Beppe Grillo
Daniele Luttazzi
Sabina Guzzanti
Dario Fo
Franca Rame
Michele Santoro
MegaChip
Arcoiris
Report
AnnoZero
BluNotte
Uomini Liberi - Savona
GilBotulino - Calabria