l'Unità - Uliwoodparty del 19 luglio 2006

Omissioni d'inchiesta
di Marco Travaglio


Che, arrivando dopo Bellachioma, Calderoli, Gasparri, Castelli, Tremonti, Moratti & C., il premier Prodi e i suoi ministri vivano un irrefrenabile complesso di superiorità, è comprensibile. Ma, proprio perché arrivano dopo quel lombrosario, dovrebbero sapere che essere un tantino meglio di simili predecessori non è poi un gran merito. E comunque non basta a guadagnarsi la fiducia degli italiani. La fiducia si conquista imparando a render conto delle proprie azioni agli elettori, senza la spocchia dell'«ipse dixit» e dell'«ipse fecit». Qualche esempio.
Il governo annuncia ufficialmente che nessun segreto di Stato verrà posto sul sequestro di Abu Omar. Poi il direttore del Sismi va dai giudici, oppone il segreto di Stato su alcuni documenti-chiave e sostiene che anche il governo Prodi è d'accordo. C'è o non c'è questo segreto di Stato? E, se sì, perché?
Il presunto «controllo parlamentare» sui servizi spetta al Copaco. Con quel che sta emergendo, quest'organismo diventa centrale per fare luce sulle deviazioni del Sismi. La presidenza, che spetta giustamente all'opposizione, è andata all'unanimità al forzista Claudio Scajola. Cioè all'ex ministro dell'Interno che gestì così bene il G8 di Genova, rifiutò di assegnare la scorta a Marco Biagi. E quando, anche grazie alla mancata protezione, questi fu assassinato dalle Br, Scajola non trovò di meglio che dargli dell'«avido rompicoglioni». Più che presiedere una commissione, dovrebbe esser convocato da una commissione per dar conto dei suoi tragici errori. Che cos'è saltato in mente ai parlamentari dell'Unione di eleggerlo al vertice del Copaco? Fermo restando che quel posto spetta alla Cdl, non potevano pretendere un candidato più presentabile? Persino nella Cdl, cercando bene, si può trovare uno più presentabile di Scajola.
Stesso discorso per la giunta delle immunità, anch'essa cruciale vista l'alta densità di imputati in Parlamento. La presidenza è andata a Carlo Giovanardi, celebre per aver insultato tutti i migliori magistrati del Paese e difeso i peggiori lestofanti dal colletto bianco in circolazione. Davvero non s'è trovato niente di meglio? Il primo atto della giunta è stato quello di bloccare all'unanimità l'arresto disposto dai giudici di Bari per l'ex governatore Raffaele Fitto, accusato di un grave caso di corruzione. Lo stesso Fitto aveva chiesto di autorizzare il proprio arresto: era così difficile accontentarlo? Perché le Camere non autorizzano mai la cattura di un proprio membro? Possibile che i giudici che ogni giorno incarcerano centinaia di persone sbaglino sempre quando chiedono di arrestare un parlamentare?
I vertici milanesi della Guardia di finanza che indagano, fra l'altro, sui furbetti del quartierino e su Unipol sono stati azzerati all'improvviso, con procedura d'urgenza. Il ministro Visco giura che Unipol non c'entra e non c'è motivo per dubitarne, anche se le indagini, in attesa dei nuovi arrivati, subiranno oggettivamente un rallentamento. Tutti tuonano contro le fughe di notizie (vere o presunte) sulle indagini. Una settimana fa, in Parlamento, il ministro Amato ha accusato alcune Procure di smerciare le password dei loro database a giornalisti compiacenti: vuol essere così cortese da fornire qualche straccio di prova su un'accusa tanto grave? Sempre a proposito di fughe di notizie: perchè il pm romano Achille Toro, indagato a Perugia per rivelazione di segreti a Consorte sull'inchiesta Unipol insieme al giudice Castellano, è stato promosso capogabinetto del ministro Alessandro Bianchi?
Nel 14° anniversario della strage di via d'Amelio, s'insedia la nuova commissione Antimafia. La Camera ha appena bocciato (con soli 21 voti favorevoli: 14 del Pdci e alcuni di An) l'emendamento Napoli-Licandro che ne escludeva gli imputati di mafia e i condannati per qualsiasi reato. Perché mai i partiti dell'Unione, eccetto il Pdci, ritengono cosa buona e giusta che un pregiudicato o un imputato di mafia vada all'Antimafia?
A proposito: nei giorni scorsi l'on. avv. prof. Gaetano Pecorella aveva presentato un disegno di legge per consentire la revisione delle sentenze definitive, anche di mafia, emesse prima della riforma costituzionale del "giusto processo": il che avrebbe consentito a noti boss mafiosi condannati all'ergastolo per strage e omicidio di tornare immacolati e ripartire da zero. Un vecchio sogno di Cosa Nostra che diverrebbe realtà. Ieri, dopo l'allarme lanciato dall'Espresso, Pecorella ha ritirato la proposta. Ma subito il rosapugnista on.Enrico Buemi ha annunciato che la ripresenterà lui. E' troppo chiedere se il Buemi è vittima di un colpo di sole o se fra le priorità della maggioranza c'è pure la revisione delle condanne ai mafiosi? E, nel qual caso, perché?
Il programma dell'Unione prevede un atto di clemenza per sfollare le carceri sovraccariche di detenuti. Perché allora il testo-base dell'indulto, compilato dallo stesso on. Buemi, comprende i reati finanziari e di Tangentopoli, visto che per quei reati i detenuti sono pari a zero? Così, tanto per sapere.






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