Genova, 14 gennaio 2006

L'immagine qui accanto è quella del blog di Beppe Grillo nel post sull'approvazione della legge Pecorella, l'ennessima legge vergogna approvata da un Parlamento figlio del conflitto di intereressi e fiancheggiatore e responsabile di favoreggiamento del Cavaliere pregiudicato-prescitto Silvio Berlusconi e della sua degna corte di pregiudicati come Marcello Dell'Utri e Cesare Previsti, per citarne solo due.

LA LEGGE PECORELLA,
ENNESIMA VERGOGNA!

Pubblichiamo di seguito il post di Beppe Grillo ed i comunicati stampa del Movimento per la Giustizia, di Magistratura Democratica e dell'ANM.


ITALIANI A PECORELLA
di Beppe Grillo - dal blog www.beppegrillo.it

Se dura ancora qualche mese questo governo abolirà il codice penale .

La sua ultima trovata è la legge "Pecorella" approvata in parlamento.

La legge stabilisce che, in caso di assoluzione dell’imputato, il Pubblico Ministero non può più ricorrere in appello, ma solo in Cassazione.
L’imputato condannato, invece, conserva il diritto di fare appello e, se lo perde, può ancora rivolgersi alla Cassazione. La limitazione dei poteri del PM è una grave violazione della parità delle parti nel processo, sancita dalla Costituzione.

Per capirci, pensiamo ad una partita di calcio fra la squadra della Boccassini e la squadra di Previti.
Se alla fine del primo tempo vince la Boccassini, Previti può giocare il secondo tempo e i tempi supplementari.
Se invece nel primo tempo vince Previti, per rifarsi la Boccassini avrà solo i supplementari, niente secondo tempo.

Se davvero succedesse questo nel campionato di calcio ci sarebbero le barricate.
Anche Mediaset scenderebbe in piazza perché potrebbe trasmettere solo un pezzo della partita.
Ma quel che è impensabile per un gioco è la nuova realtà del processo italiano.

Altro effetto della legge “Pecorella” , che si verifica sempre, anche quando c’è stato appello dell’imputato, è la trasformazione del giudizio di Cassazione (che dovrebbe decidere esclusivamente sulla buona applicazione della legge) in un terzo grado di giudizio di “merito”, ossia di riesame dell’intera attività processuale svolta in precedenza.

Questo significa:

- stravolgimento del ruolo della Cassazione
- aumento della durata, già vergognosa, dei processi
- moltiplicazione dei ricorsi strumentali e dilatori
- ingestibilità della Cassazione, che alla fine scoppierà.

Se combiniamo tutto questo con la riduzione dei termini di prescrizione (legge ex Cirielli), possiamo tranquillamente dire che gli effetti della legge “Pecorella” saranno sconvolgenti.

Chicca finale: il Commissario europeo dei diritti umani Alvaro Gil-Robles ha scritto, il 14 dicembre 2005, oltre 60 intense pagine contro l’amministrazione della giustizia in Italia.


Ps: Il nano portatore di prescrizioni si è recato in tribunale per testimoniare.
Tutti si sono stupiti perchè non ha detto nulla.
Belin, ha fatto bene: se diceva qualcosa lo arrestavano per falsa testimonianza.



COMUNICATO DEL SEGRETARIO DEL MOVIMENTO PER LA GIUSTIZIA

Mentre il Governo, con il fulmineo decreto-legge sulle Misure urgenti in materia di organizzazione e funzionamento della pubblica amministrazione", non lesina alla carriera dei magistrati a lui più vicini "lasciti" di consistente valore, la maggioranza parlamentare ha approvato anche la legge che vieta l'appello delle sentenze di assoluzione (c.d. Legge pecorella)
Si completa così - in questi ultimi sussulti di legislatura - il quadro devastante del progetto di completa disarticolazione del processo penale come strumento di controllo della legalità, e delle strutture e degli uffici a ciò deputati.
Mentre si azzera il lavoro di riorganizzazione della Corte di Cassazione che così buoni frutti aveva dato in questi anni, si riducono clamorosamente gli spazi di tutela delle vittime dei reati e del potere/dovere dello Stato di perseguire i cittadini accusati di ogni genere di reati
La responsabilità politica e morale di tutto ciò non può non ricadere su governanti e parlamentari, autori e spesso diretti beneficiari di questi misfatti, ma chiunque sarà chiamato ad ereditare la gestione di questo disastro non potrà esimersi dall'obbligo morale e costituzionale di farne l'inventario e di por mano senza indugi all'opera di ricostruzione dell'ordinamento giuridico.Ogni giorno, ogni ora di ritardo costeranno al Paese gravissime e irreparabili conseguenze.
Nino CONDORELLI,
segretario generale del Movimento per la Giustizia



COMUNICATO DEL SEGRETARIO E DEL PRESIDENTE DI MD
La legge Pecorella costituisce l'ultimo colpo mortale alla possibilità che il sistema giudiziario possa fornire risposte in tempi ragionevoli alle domande dei cittadini.
Essa, tra gli altri danni, vanificherà il recupero d'efficienza nel settore penale realizzato dalla Corte di Cassazione negli ultimi anni, produrrà un enorme aumento del numero di ricorsi a fini dilatori, determinerà un concreto rischio di progressiva paralisi del sistema.
Come ha fatto sempre in questi cinque anni, la maggioranza parlamentare è stata sorda agli allarmi e alle preoccupazioni avanzate da tanti autorevoli giuristi. Ha perfino ignorato l'invito alla riflessione ed alla saggezza, rivolto all'unanimità dai Presidenti delle Corti Supreme dell'Unione Europea, tramite le chiare e misurate parole di Guy Canivet, presidente della Corte di Cassazione francese.
Nonostante le retoriche proclamazioni di guardare ai paesi occidentali, la maggioranza si oppone ad ogni prospettiva d'unificazione dei sistemi giuridici europei ed allontana sempre più la Corte italiana dal modello di giudice di legittimità, proprio dei migliori sistemi giudiziari dei paesi dell'Unione.
Cresce di un'unità il numero delle leggi da cancellare per prendere sul serio la giustizia e rilanciare la possibilità di una vera e seria riforma del sistema giudiziario nell'interesse di tutti i cittadini.
Franco IPPOLITO, presidente di Magistratura democratica.
Juan Ignazio PATRONE, segretario generale di Magistratura democratica



COMUNICATO DEL SEGRETARIO DELL'ANM
La legge Pecorella è la coda velenosa di una legislatura nella quale la maggioranza di centro destra ha praticamente fatto terra bruciata della giustizia penale.Nel disastrato panorama del processo penale, il giudizio di cassazione restava un'isola di efficienza: pochissimi i processi prescritti, pochi i mesi necessari per giungere ad una sentenza definitiva. Da domani non sarà più così, per effetto della nuova dilatazione dei motivi di ricorso sulla motivazione delle sentenze penali.
Chiunque abbia a cuore le sorti ed il futuro della giurisdizione penale e intenda voltare pagina rispetto alla deriva di questi anni potrà fare solo una cosa : cancellare questa legge.
Nello Rossi






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