Nei giorni scorsi, l'Ing. del suono, divenuto Ministro della Giustizia con il II° Governo Berlusconi (non che l'ex Ministro Alfredo Biondi del I° Governo Berlusconi fosse meglio, clicca qui per un esempio) è tornato nuvamente ad attaccare la Magistratura, accusando pesantemente il giudice Armando Spataro. Come "Casa della Legalità" abbiamo nuovamente espresso piena solidarietà a Spataro, giudice preparato e indipendente nel suo lavoro ma anche cittadino con pieno diritto di esprimere le proprie opinioni e convinzioni come sancito dalla Costituzione. Pubblichiamo di seguito la lettera del segretario generale di Magistratura Democratica, Ignazio J. Patrone che crediamo sia la risposta più precisa e netta.

Lettera del Segretario di MD
al Min. Ing. Castelli

Signor Ministro, lo confesso, ho militato. Ma non sono pentito, anzi; ero a Piazza San Giovanni contro la Cirami, ai Forum sociali europei di Firenze e di Parigi, alle manifestazioni per la pace e al Circo massimo con la CGIL per difendere l'art. 18. Ho persino votato alle primarie dell'Unione. E qualche volta, si immagini, mi sono trovato addirittura in compagnia di Spataro.

Signor Ministro, lo ammetto, continuo a militare. Proprio stamattina ho firmato in Cassazione la richiesta di referendum che vuole impedire la promulgazione della riforma in-costituzionale che a Lei, signor Ministro, sta tanto a cuore. E devo confessarLe che l'ho fatto con piacere e che lo rifarei mille volte.

Signor Ministro, La rassicuro, militerò ancora, anche se Lei ha detto che ciascuno è libero di fare ciò che vuole ma poi deve accettarne le conseguenze. Quali conseguenze ? controllerà anche le mie requisitorie ? auguri e buon divertimento !

Militerò per quelle colleghe e quei colleghi - specie i più giovani - che Lei vuole intimidire con la Sua riforma dell'ordinamento giudiziario, per i tanti magistrati che Lei ha inteso controllare con ispezioni strumentali e per chi è stato offeso con manifestazioni (si ricorda quella di Verona contro il Procuratore Papalia ?) a dir poco sconcertanti. Lo farò per difendere la Costituzione e l'autogoverno e non avrò ripensamenti, posso assicurarglielo.

Egregio Ingegnere, sono passati più di quattro anni dalla Sua nomina, ma Lei continua a non distinguere un provvedimento emesso da un Ufficio giudiziario della Repubblica dalle opinioni personali, del tutto legittime e su ben diversi argomenti, di un collega.

A questo punto non so cosa consigliarLe.

Però esamini pure le carte, Signor Ministro, le legga. Spesso sono noiose ma qualcosa forse si può imparare.

Saluti, e buona lettura.



Ignazio Patrone

segretario generale di Magistratura democratica






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