IL RIFORMISTA
EDITORIALE giovedì 2
novembre 2006 FANTASMI Caso Napoli e Mezzogiorno la
Margherita batta un colpo
Sulle responsabilità politiche
del caso Napoli, questo giornale in più di un’occasione non ha
mancato di criticare il governatore Bassolino e il suo partito, i
Ds. Giunti però a questo punto dell’emergenza, simboleggiata
dall’angoscia espressa dal capo dello Stato martedì scorso, abbiamo
la sensazione che tutta l’esposizione mediatica della questione
napoletana pesi solamente sulle spalle della Quercia, sia per quanto
riguarda il j’accuse locale contro Bassolino, sia per le iniziative
a livello romano con il ruolo assunto dal viceministro del Viminale,
il dalemiano Marco Minniti. Certo, la sinistra riformista ha voti e
uomini determinanti nell’Unione campana, ma l’altra gamba del futuro
Pd che fine ha fatto? Non dimentichiamoci, infatti, che il
sindaco di Napoli non è più Antonio Bassolino, bensì Rosa Russo
Iervolino, un tempo esponente di lungo corso della Dc, oggi nella
Margherita. In un paio di interviste pubblicate ieri, Iervolino ha
detto di sentirsi abbandonata da Prodi e dal governo nazionale e
l’impressione che se ne ricava è quella di una doppia solitudine
della sindaca. Istituzionale, ma anche partitica. E la domanda,
allora, ritorna più forte: dov’è la Margherita in questo dibattito
infuocato e polemico sulla Napoli morente? Del resto basta guardare
anche i rispettivi quotidiani di partito: al capoluogo campano, ieri
l’Unità ha dedicato l’apertura del giornale più due pagine
all’interno; invece il quotidiano rutelliano, Europa, solo una
fotina con box. Non solo: volendo poi estendere il discorso
all’intera questione meridionale, che vede il centrosinistra al
governo in quattro regioni, il silenzio del partito di Rutelli
diventa ancora più assordante in Calabria, altra emergenza
nazionale. Un esempio sono gli sviluppi del caso Fortugno, esponente
della Margherita ucciso dalla ’ndrangheta in un contesto ancora da
chiarire. In questi giorni vari siti hanno pubblicato l’esplosiva
relazione dei commissari prefettizi sull’Asl di Locri, in cui
sarebbe maturato l’omicidio. Quando l’abbiamo letta siamo rimasti
colpiti dal numero di dipendenti infiltrati dalla ’ndrangheta per
controllare appalti e commesse varie. In un convegno recente, il
viceministro Minniti, calabrese, ha detto persino che la relazione
andrebbe distribuita nelle scuole per far capire cos’è la
criminalità organizzata. Ma la sua è rimasta una voce isolata. Come
quella dell’ex dipietrista Elio Veltri, il quale sulla relazione da
tempo va facendo una domanda precisa, che ha ripetuto anche a noi
del Riformista: «Nell’Asl di Locri la signora Laganà (vedova di
Fortugno e oggi parlamentare dell’Unione, ndr) ha lavorato con
responsabilità amministrative di controllo, in pratica doveva
fornire pareri su assunzioni e appalti. Possibile che non si fosse
mai accorta di nulla?». Ecco, cari amici della Margherita, le
domande sulla questione meridionale sono tante. Perché non battete
un colpo se ci
siete? ____________________________________________________________________
Riusciamo
ad aprire una discussione sul tema? oppure trattasi di questione
assolutamente irrilevante?
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