28.11.2006 Gazzetta del Sud
Operazione Corinan L'allarme lanciato dai servizi di sicurezza
Le cosche alla conquista dei lander tedeschi
Ricostruiti gli interessi dei clan sibaritinelle città di Francoforte e Norimberga
di Arcangelo Badolati
Cosenza. Le "coppole" storte alla conquista dei lander. Nei giorni scorsi i servizi segreti tedeschi hanno rivelato l'esistenza di infiltrazioni e investimenti delle cosche della ' ndrangheta in Germania. Il quadro descritto è assolutamente realistico. Le consorterie sibarite si muovono da tempo, infatti, sullo scacchiere europeo. Tre pentiti ne parlano, peraltro, diffusamente. Si tratta di due ex 'ndranghetisti calabresi e di un trafficante tedesco. Antonio Cangiano, 24 anni, "picciotto" fuoriuscito dalle file dei clan della Sibaritide ha svelato ai pm antimafia della Dda di Catanzaro (coordinati dal procuratore aggiunto Mario Spagnuolo) gli scenari d'una immensa, continua, compravendita di sostanze stupefacenti e armi. Cangiano collabora con la giustizia da più di cinque anni. Da quando, cioè, gli uomini del centro Dia l'hanno incriminato per l'omicidio di Domenico Sanfilippo, 38 anni, detto il "catanese". Sanfilippo venne assassinato dal giovane pentito e da Giorgio Basile (pure lui "gola profonda") il 23 novembre del 1997 ad Arcen en Velden, in Olanda. I padrini nostrani temevano che il "catanese" potesse pentirsi. Con Basile e Cangiano aveva infatti venduto droga in mezza Europa, agendo per conto dei "mammasantissima" dell'area ionica calabrese. Dunque sapeva troppe cose e venne messo a tacere per sempre. Il suo corpo non è mai stato ritrovato. Cangiano è stato arrestato il 12 marzo del '98 al confine tra Germania e Olanda, perchè sorpreso in possesso di un chilogrammo di anfetamine. "Roba" buona destinata al mercato italiano e tedesco. Incastrato nei mesi successivi pure per il delitto Sanfilippo, il ventiquattrenne decise di saltare il fosso. Ai pm antimafia Salvatore Curcio e Vincenzo Luberto l'uomo ha rivelato confemando le dichiarazioni già rese da Basile l'identità del presunto principale "fornitore" di stupefacenti: Iacobus Sailort, 42 anni, per gli amici "Jack", un narcotrafficante con base operativa nella elegante città olandese di Arneheim. "Jack" smerciava "coca" proveniente direttamente dal Sudamerica e sbarcata sulle banchine del porto di Rotterdam. La "neve" veniva poi smistata da Basile, Cangiano e Sanfilippo ai "compari" responsabili dei "locali" di 'ndrangheta allestiti in Germania; alla "cellula" di pusher organizzata a Firenze e Pistoia e ai "picciotti" di Corigliano, incaricati di distribuirla lungo la fascia costiera compresa tra Roseto Capo Spulico e Cariati. Le "cantate" di Cangiano sembrano destinate a rivelarsi fondamentali per ricostruire la rete internazionale di rapporti strutturata in questi anni dalle cosche della Sibaritide. Il collaboratore, infatti, ha confermato l'esistenza di "nuclei" della 'ndrangheta a Francoforte sul Meno, Norimberga, Monaco di Baviera, Stoccarda, Mullheim e Mannheim. Gl'insediamenti criminali in terra tedesca sarebbero sorti già nei primi anni '90. Non a caso, Volker Gehm, direttore generale della sezione criminalità presso l'Ufficio federale di polizia criminale, ha sempre pubblicamente ammesso che "la mafia utilizza in misura sempre crescente
la Repubblica
federale di Germania come suo campo di azione". L'eroina e la cocaina acquistate Oltralpe giungono in Calabria attraverso fidati "corrieri". Lo stupefacente, poi immesso sul mercato clandestino locale, ha garantito in questi anni alle cosche coriglianesi introiti miliardari. Cangiano ha indicato nomi, luoghi e circostanze. Facendo da sponda a Giorgio Basile, suo ex "compare" di malefatte, e ora famoso in Germania per aver pubblicato una documentatissima autobiografia. Sia Basile che Cangiano sono stati peraltro condannati con sentenza definitiva per l'uccisione di Domenico Sanfilippo. La sentenza emessa dalla Corte di assise di Cosenza è passata infatti in giudicato. Degli "affari sporchi" conclusi da coriglianesi e cirotani tra il Reno, l'Oder e il Meno, ha parlato pure un pentito tedesco: Heiko Kschinna, 44 anni. L'ex trafficante di droga sentito dai magistrati della Dda catanzarese nell'ambito dell'inchiesta "Galassia" ha descritto dettagliatamente i rapporti intrattenuti con i calabresi. Antonio Cangiano, adesso, potrebbe aver disegnato la "mappa" del commercio sovranazionale della cocaina. Una "mappa" già prodotta agli inquirenti dai pentiti Giovanni Cimino, catturato in Germania dai carabinieri, e Tommaso Russo, arrestato dagli investigatori dell'Arma a Corigliano. Di traffici conclusi tra Olanda, Germania e Italia riferì agli investigatori del Ros nella maxinchiesta "Dust", anche Antonio Cicciù, 40 anni, ex boss di Cariati. L'ex malavitoso svelò i meccanismi crminali che consentivano ai malavitosi calabresi d'entrare in rapporti di affari con i contrabbandieri curdi guidati dall'inafferrabile narcos Hayri Imak specializzati nel traffico di eroina. I curdi attraverso lo smercio degli stupefacenti finanziano come peraltro fanno i "signori della guerra" in Afghanistan le loro formazioni guerrigliere impegnate nella lotta contro i turchi a Nord e gli iracheni-sunniti a Sud.