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Una rassegna dalla rete
sulla Carige diretta dal Cavalier Berneschi
24.11.2006 - da la Repubblica
Carige, commissario e controllore la partita doppia di Scandroglio
Scelto da Scajola per l´Isvap e per la guida ligure di Forza Italia
Nuovo attacco contro la governance dell´istituto e quei consiglieri poco
"autonomi"
Il caso-Carige si arricchisce ogni giorno di nuovi capitoli. Gli ultimi, portati ieri alla ribalta in contemporanea dal Corriere della Sera e dal Sole 24 Ore, chiamano in causa politici come Michele Scandroglio, uno degli uomini di fiducia dell´ex ministro Claudio Scajola e da poco commissario regionale di Forza Italia, e i vertici dell´istituto, di cui si mette in luce il contrasto fra l´essere "consigliere indipendente" e il ruolo effettivamente ricoperto. Andiamo per gradi, mettendo per una volta da parte l´inizio dell´attacco alla banca dei liguri, vale a dire le ispezioni di Bankitalia sulla banca e quelle di Isvap su Carige Assicurazioni. Al centro della questione oggi finisce il coordinatore ligure di Fi, Michele Scandroglio. Lui, uomo vicino al presidente del Copaco Claudio Scajola, che lo ha voluto alla guida del suo partito in Liguria e che quando era ministro lo aveva chiamato nel suo gabinetto, è uno dei sei consiglieri dell´Isvap, vale a dire l´Istituto di vigilanza delle assicurazioni, una sorta di authority a garanzia della correttezza delle operazioni che sta ispezionando i libri contabili di Carige Assicurazioni. In Isvap Scandroglio è stato nominato dal consiglio dei Ministri presieduto da Silvio Berlusconi, nel cui governo sedeva Scajola. Scandroglio si trova al centro di un puzzle che è finito, nero su bianco, in una interrogazione parlamentare firmata da un deputato dei Ds di Empoli, Alberto Fluvi, componente della commissione permanente finanze. Da qui, sulle pagine del Corriere della Sera che ieri mattina ha dedicato un ampio spazio alla descrizione di questo mosaico. Le tessere da mettere insieme riguardano il legame tra Scandroglio e Scajola, il cui fratello, Sandro, è vice presidente di Carige. Scandroglio è uno dei consiglieri di Isvap (stipendio annuo: 90 mila euro), autorità che ha disposto e ottenuto un´ispezio ne su Carige Assicurazioni. L´altra tessera del mosaico è la presenza di Scandroglio nel consiglio di amministrazione di Salt (la Società autostrade ligure toscana) che è di Marcellino Gavio, vale a dire di uno dei grandi azionisti di banca Carige, che da poco esprime in consiglio anche un proprio rappresentante (l´ex assessore regionale della giunta Biasotti Renata Oliveri). Ultima tessera, il legame tra Scandroglio e l´ex amministratore delegato di quella Levante Assicurazioni che poi è entrata nell´orbita Carige, Vincenzo Pollani. Levante che era uno dei rami del settore assicurativo del gruppo Carige, ramo guidato da Ferdinando Menconi. Pollani, è presidente di una società di gestione del credito che si chiama A&T Advancing Trade, società di Bergamo in cui Scandroglio ha un incarico, facendo parte del gruppo dirigente. Tirando le somme? «Sono tranquillo e sereno - dice Scandroglio, che tra parentesi è anche console onorario di Bulgaria - avendo un impegno pubblico, non mi stupisce che ci sia questo tipo di attenzione nei miei confronti». E´ l´unica dichiarazione che il coordinatore regionale ligure di Fi è disposto a rilasciare, chiarendo anche che il consiglio di Isvap non conosce le ispezioni che vengono fatte dall´istituto cui spetta l´applicazione e la vigilanza sul codice delle assicurazioni elaborato dal ministero delle attività produttive nella reggenza dell´allora Ministro Claudio Scajola, nel cui gabinetto lavorava Scandroglio proprio a queste norme. Altro fronte, quello della "governance" della banca. Alla Carige, secondo un´indagine pubblicata ieri dal Sole 24 Ore, va il primato di consiglieri "indipendenti" nel consiglio della banca, soggetti terzi chiamati con più serenità a controllare l´andamento dell´istituto e a favorire quindi il suo "buon governo". Per essere indipendenti, però, non bisogna ricoprire incarichi nella gestione della banca, né addirittura far parte del comitato esecutivo. Perché, si chiede allora il quotidiano economico, il presidente Giovanni Berneschi e il consigliere Ferdinando Menconi risultano essere indipendenti? «13 consiglieri presentano pienamente i previsti requisiti di indipendenza, mentre 4 consiglieri non risultavano ‘indipendenti´» replica Carige facendo riferimento alla relazione sulla corporate governance approvata dal cda il 25 marzo 2006. l´8 maggio, inoltre, il cda «ha verificato la presenza in seno al consiglio di amministrazione, nominato dall´assemblea ordinaria del 20 aprile, di un numero adeguato di amministratori indipendenti. Di tale verifica è stata data notizia con comunicato al pubblico. Presto, conclude Carige il cda provvederà ad una nuova verifica dei requisiti di indipendenza dei componenti del consiglio e dei risultati di tale verifica sarà data idonea informazione al pubblico».
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anche noi ne avevamo scritto...un po di tempo fa
da ESPERIENZE DI 'FAMIGLIA'
dialogo con Tiziana (Asia),
ex moglie di Vincenzo Mamone
a cura di Christian Abbondanza
[...]"E’ molto attiva la famiglia Mamone nell’imprendoria?”
“Tramite i fondi dei Gullace, soprattutto. Poi avevano molti rapporti con fidi e crediti da diverse banche: Carige, il loro contatto era il Dott. Berneschi, la BNL di via Roma con De Scalzo e Olivieri direttamente seguiti da Luigi Mamone, dove vi era un buco di 2-3 miliardi ripianato d’un colpo. Poi la Cariplo, dove mi avevano fatto aprire un conto e dopo qualche settimana vi erano già diverse centinaia di milioni, mi sono ritrovata un fido che non avevo mai richiesto o firmato. Alla richiesta di spiegazioni il funzionario mi replicò di stare tranquilla perché aveva fatto tutto Luigi Mamone che era anche il garante.
Poi erano a contatto con la Banca aperta a Montecarlo dalla famiglia di Licio Gelli, con cui Vincenzo Mamone aveva avuto rapporti. Mi presentarono il nipote di Gelli che seguiva gli affari del piduista. La Goldbroker, in Via Fiume 4 a Genova, era usata come luogo di incontro. In occasione di questi incontri mi è stato anche presentato un Generale francese, amico del Gambetta Massimo, che aveva lavorato nella famosa Area51 ed anch’egli legato alla P2.
Poi vi era Criscino Silvio di Genova Coronata, cognato di Mamone in quanto marito di Angela Mamone. Questi gestiva fondi della famiglia e dei Gullace. E ‘ stato anche coinvolto in un’inchiesta di usura, a seguito della denuncia dell’Impresa Cresta.”[...]
per leggere integralmente il dialogo on-line da dicembre 2005
(ed in parte ripreso da il Secolo XIX il giorno 8 dicembre 2005,
prima che Asia Ostertag fosse riconosciuta Collaboratore di Giustizia)
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