03.11.2006 – dal sito Democrazia Legalità

(ri)sequestrato anche Calabria Ora

Sta succedendo qualcosa, e questo qualcosa ci turba. Dopo il sequestro dei nostri computer, apprendiamo che anche i supporti informatici (pare di capire che si tratti degli archivi e-mail) del quotidiano Calabria Ora sono stati sottoposti a sequestro dalla polizia postale. E' necessario conoscere qualche passaggio per comprendere la situazione...

Dunque,  nella primavera scorsa, il prefetto Basilone conduce, con alcuni funzionari, una ispezione nella Azienda Sanitaria Locale n. 9 di Locri e Siderno, scoperchiando così un verminaio di incuria, corruzione, disattenzioni, sottomissioni alla 'ndrangheta e spreco di denaro pubblico. La relazione che descrive  tutto ciò viene consegnata al ministro dell'interno Pisanu.

 

Immediatamente, però, comincia anche a circolare in ambienti giornalistici e politici: non sappiamo come e perchè, ma accade. Diremmo però che è normale che accada. La relazione viene considerata talmente grave, che diventa la base dello scioglimento per mafia della Asl e del suo commissariamento immediato. Immaginiamo che perlomeno i funzionari e i dirigenti esautorati la abbiano dovuta leggere, anche solo per potersi eventualmente difendere nelle opportune sedi.

 

E' in contemporanea con questo atto  di commissariamento che Pisanu decide di segretare la relazione. Però è troppo tardi, dato che molti quotidiani (dal Messaggero al Sole 24 Ore, dal Corriere della Sera a Repubblica, dalla Stampa a vari giornali calabresi) ne pubblicano stralci, commenti, riassunti. Il caso sta per scoppiare, quando la notizia viene "soffocata" da una clamorosa novità: l'arresto degli esecutori materiali prima, e dei mandanti poi, del delitto Fortugno. Per settimane, giustamente, l'attenzione giornalistica si concentra sul progresso delle indagini. Nel frattempo, arriva la campagna elettorale, e della relazione non parla più nessuno.

Nessuno tranne Calabria Ora, che,  con grande determinazione, decide di pubblicarla per intero. il giornale diretto da Leporace sceglie la strada della pubblicazione a "puntate", ma dopo appena la prima, ecco che la procura di Reggio ordina perquisizione e sequestro del materiale. Il testo del documento, nella sua interezza, rimane a lungo sconosciuto alla opinione pubblica.

 

Finquando,  poco tempo fa, non lo pubblichiamo noi, proprio in occasione dell'anniversario della morte di Franco Fortugno.

 

Questa volta l'eco è più ampia: ci arrivano tante e-mail, e tante telefonate (non tutte di particolare simpatia, in realtà). Ansa e altre agenzie fanno circolare il contenuto della relazione. Molti siti web ci linkano,  o lo scaricano per intero e lo ripubblicano. Persino Repubblica.it lo mette on line integralmente. Ad annozero, giornalisti e politici in studio ne parlano diffusamente. Il 27 ottobre, come ben sapete, scatta la perquisizione ed il sequestro in casa nostra.

 

E ieri , 2 novembre, la polizia si ripresenta nella redazione di Calabria Ora. Non sappiamo a cercare esattamente cosa. L'Ansa batte questa agenzia:

 

La Polizia Postale ha notificato oggi alla redazione ed al direttore del quotidiano "Calabria Ora", Paride Leporace, un decreto di acquisizione di tabulati telefonici ed informatici relativi al traffico di posta elettronica di due indirizzi e-mail del giornale. L'iniziativa giudiziaria della Procura della Repubblica del Tribunale di Reggio Calabria, secondo quanto riferito da Leporace, si riferisce alla pubblicazione, da parte di "Calabria Ora", di stralci della relazione della commissione d'accesso all'Asl di Locri che ha determinato il commissariamento dell'ente per infiltrazioni mafiose. Nei mesi scorsi, la redazione del giornale era stata perquisita dopo la pubblicazione di una prima parte del documento secretato. "Non riesco a spiegarmi quest'ultima iniziativa - ha commentato leporace - Mentre a Napoli ed in Calabria si verificano fatti ben piu' gravi, la magistratura si accanisce contro un giornale che ha tentato di pubblicare una relazione che secondo un ministro della Repubblica andrebbe diffusa nelle scuole". Leporace ha reso noto di essersi rivolto alla Federazione della Stampa affinche' tuteli il diritto-dovere di cronaca del suo quotidiano.

Non vogliamo drammatizzare nè vogliamo apparire melodrammatici, però, insomma, tutto questo non ci piace. Ci sono principi sacrosanti (quelli sanciti dall'art. 21 della Costituzione, ad esempio) che non soloaffermano il diritto ad informare, ma, diremmo sopratutto, affermano il diritto ad essere informati. Comprendiamo - per quanto possibile- le ansie della Procura di Reggio Calabria, ma ci sentiamo anche molto preoccupati da una serie non positiva di eventi che paiono andare esattamente nel senso contrario rispetto a quei diritti e a quei principi. Si sta, pensiamo, perdendo un po' il senso delle urgenze, e l'ordine delle priorità. Ci preoccupa sapere che , mentre l'opinione pubblica dovrebbe trarre solo beneficio dalla pubblicazione della relazione Basilone, è viceversa la parte più oscura e meno limpida della società calabrese a ricevere un vantaggio dal silenzio, dalle nebbie, dal mettere a tacere chi - coraggiosamente- parla. Non vorremmo che azioni e scelte volte a tutelare la sicurezza dello Stato, si rivelassero invece involontari favori nei confronti proprio di coloro che allo Stato hanno mosso una sanguinosa e decennale guerra feroce.






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