02.11.2006 - Cosenza, 20:49

FORTUGNO:
SEQUESTRO TABULATI E-MAIL GIORNALE CALABRIA ORA

La Polizia Postale ha notificato oggi alla redazione ed al direttore del quotidiano "Calabria Ora", Paride Leporace, un decreto di acquisizione di tabulati telefonici ed informatici relativi al traffico di posta elettronica di due indirizzi e-mail del giornale. L'iniziativa giudiziaria della Procura della Repubblica del Tribunale di Reggio Calabria, secondo quanto riferito da Leporace, si riferisce alla pubblicazione, da parte di "Calabria Ora", di stralci della relazione della commissione d'accesso all'Asl di Locri che ha determinato il commissariamento dell'ente per infiltrazioni mafiose. Nei mesi scorsi, la redazione del giornale era stata perquisita dopo la pubblicazione di una prima parte del documento secretato. "Non riesco a spiegarmi quest'ultima iniziativa - ha commentato leporace - Mentre a Napoli ed in Calabria si verificano fatti ben piu' gravi, la magistratura si accanisce contro un giornale che ha tentato di pubblicare una relazione che secondo un ministro della Repubblica andrebbe diffusa nelle scuole". Leporace ha reso noto di essersi rivolto alla Federazione della Stampa affinche' tuteli il diritto-dovere di cronaca del suo quotidiano.


COMUNICATO STAMPA dell’Ufficio di Presidenza
Non comprendiamo questo persistente compimento di atti contro chi informa sulle infiltrazioni della ‘Ndrangheta (attualmente la più potente organizzazione mafiosa secondo la DIA) con la politica, le istituzioni e l’economia. Il contenuto di quella Relazione, peraltro, trattando di appalti e gestione di una struttura pubblica devono prevedere la massima trasparenza. Se chi veniva assunto, trattava acquisti, appalti e assunzioni, come chi nelle ditte ed aziende esterne, frequentava o collaborava con ‘ndrine – o peggio vi apparteneva - e pregiudicati è cosa su cui la magistratura deve intervenire, ma che non può e non deve essere taciuta o nascosta.
Ed allora perché si colpiscono coloro che informano, cioè che informano –come loro dovere- i cittadini? In Italia abbiamo avuto troppe esperienze di Procure trasformate in porti delle nebbie, come di legami di parentela o vantaggio privato che hanno condizionato inchieste e processi. Sappiamo che con il tentativo promosso da anni, di assoggettare la magistratura al Potere esecutivo, si può aver inciso e condizionato al cedimento di alcuni, ma abbiamo piena fiducia nella Magistratura autonoma e indipendente e per questo siamo nuovamente sbigottiti per questa nuova notizia.
Non comprendiamo come non si vadano a prendere i mafiosi, si trattino con i guanti di velluto i politici e affaristi corrotti, e si tratti da “criminali patentati” coloro che informano i cittadini.
Alla redazione di Calabria Ora va, come a quella di Democrazia e Legalità, la nostra solidarietà che si associa nell’invito portato alla Federazione della Stampa di tutelare il diritto di cronaca.
Crediamo che per sgombrare il campo da ogni sorta di dubbio, fare chiarezza su questi ultimi fatti, in una procura delicata ed esposta come quella di Reggio Calabria, sia necessario un intervento del CSM al fine di ridare piena fiducia nell’azione giudiziaria.
Infatti quale idea si può formare in un cittadino, in uno dei tanti ragazzi di Locri o di Lamezia (tanto e sempre, anche a sproposito, sulla bocca di tutti), quando vede che ad essere colpiti non sono gli assassini, i caporali, i mandanti –a volto coperto o scoperto, magari ben nascosti tra colletti bianchi di architetti, medici, imprenditori e quant’altro- ma coloro che con il proprio lavoro, la serietà e professionalità, contribuiscono ad informare e quindi al formarsi di una coscienza libera e critica. Vedere colpiti coloro che danno notizia dell’intreccio tra mafia-politica-affari, cioè della degenerazione del Potere che sottrae risorse alla comunità ed allo sviluppo, ed al contempo impuniti i criminali (pregiudicati o prescritti, oppure assolti con insufficienza di prove, come troppo spesso nei processi di mafia avviene), non contribuisce certo a creare quella sintonia tra società civile e magistratura, per rendere effettivo il contrasto alle mafie: quello civile e culturale e quello giudiziario e repressivo. Due azioni che singolarmente sono deboli, cioè insufficienti, me che insieme diventano determinanti. Perché qualcuno vuole andare nella direzione opposta? Perché qualcuno vuole impedire questa sintonia?
Se quando – e non si tratta di adesso, ma di mesi e mesi addietro –la Relazione era secretata, qualcuno l’ha diffusa è indubbiamente necessario individuare il responsabile. Ma per individuare tale “fuga di notizie” occorre andare a vedere negli Uffici dove tale Relazione era depositata (Ministero degli Interni, Prefettura, Procura ed altri Uffici dello Stato). Infatti chi la riceve non l’aveva prima!
Andare a reprimere chi, quando questa Relazione non è più secretata, la pubblica e diffonde, non aiuta certo a individuare chi in allora ha iniziato a diffonderla violando il segreto d’Ufficio, e non individuando questi, si va a propria volta a violare chi svolge il diritto-dovere di informare (visto che la relazione amministrativa –non giudiziaria- del Ministero degli Interni non è più secretata e lo stesso vice Ministro, Minniti, ne propone la distribuzione e studio nelle scuole). E poi quella Relazione l’abbiamo pubblicata anche noi. L’ha diffusa, certamente con più letture di quelle sul sito di Democrazia e Legalità, sul nostro e dei lettori di Calabria Ora, tutti sommati, il sito del quotidiano la Repubblica del gruppo l’Espresso. Ne ha parlato ampiamente la trasmissione Rai AnnoZero. In ultimo il Sole 24 Ore, con la sua radio, la legge quotidianamente nella trasmissione Reporter 24, con possibilità di ascolto on line ed anche possibilità di scaricarla e riascoltarla.
Allora, perché iniziative tanto eclatanti per individuare chi in questo modo non sarà mai individuato? E soprattutto perché colpire, quale vi fosse una volontà intimidatrice, coloro che diffondono tale Relazione ormai pubblica da tempo? Riusciremo mai ad avere queste risposte? Riusciremo mai a sapere perché questa Relazione amministrativa è tanto scomoda da spingere tanto accanimento?







Fondazione Caponnetto
Libera contro le mafie
Libera Terra
Narcomafie
Gruppo Abele
Addiopizzo
Riferimenti
Rete del Bottone
Fondazione Falcone
ANM
Emmedi
Movimento x la Giustizia
Cuntrastamu
Antimafiaduemila
Associazione Antiracket
Peppino Impastato
Democrazia e Legalità
Centro Impastato
Centomovimenti
 MicroMega
Giustizia e Libertà
Sconfiggiamo la mafia
No Tav
Coord. No Tav Genova
SocialPress
Piero Ricca
Marco Travaglio
Beppe Grillo
Daniele Luttazzi
Sabina Guzzanti
Dario Fo
Franca Rame
Michele Santoro
MegaChip
Arcoiris
Report
AnnoZero
BluNotte
Uomini Liberi - Savona
GilBotulino - Calabria