3 settembre. Finalmente c'era il governo
di Nando Dalla Chiesa

Oggi è il 3 settembre. Qualcuno sa o ricorda ancora (l’ho visto anche su questo Blog, grazie Oximor) che cosa accadde il 3 settembre 24 anni fa, cioè un’epoca fa. In breve. C’era un generale dei carabinieri che venne mandato a Palermo a fare il prefetto antimafia subito dopo l’assassinio di Pio La Torre, valoroso parlamentare e segretario regionale del Pci. Il prefetto venne abbandonato e lasciato solo, mentre montava un pubblico dibattito sul suo allontanamento dalla Sicilia. Il dibattito non faceva pudicamente cenno al metodo per allontanarlo. Ma lo si seppe ufficialmente proprio il 3 settembre, poco più di cento giorni dopo il suo arrivo. Una raffica di kalashnikov.

Anche quest’anno quel prefetto è stato ricordato in più cerimonie ufficiali. A Milano (ieri), a Parma e a Palermo (oggi). A Palermo si capisce perché: venne ucciso lì. A Milano perché questa era stata la città in cui aveva a lungo tenuto i comandi dell’Arma, specie nei tempi dell’ultima fase della lotta al terrorismo. A Parma perché di lì era originaria la sua famiglia e lì è sepolto. E’ stato anche ricordato alla festa nazionale dei Ds a Pesaro, davanti a moltissima gente, grazie a Beppe Lumia, deputato che più di tutti serba viva la memoria di quella data e del suo senso.

Sono stato contento perché dopo tanto tempo finalmente alle cerimonie si è avuta la presenza del governo. Mi è sembrata una scelta giusta. Per fare capire che questo governo ricorda le vittime della lotta alla mafia. Che ha la lotta alla mafia tra i suoi primi obiettivi. Che non ci sarà respiro per i boss. Che il governo è in sintonia con le attese e i sentimenti della parte migliore del popolo italiano (ho avuto una marea di sms da persone di tutti i tipi). Mi è sembrata una scelta giusta e utile anche per richiamare alle proprie responsabilità le autorità locali, che in questi casi, ossia quando c’è da coltivare la memoria collettiva, mandano il vice o il vice del vice (a Milano, ad esempio, a parte i carabinieri che c’erano tutti, è venuto di persona solo il prefetto, nonostante l’anticipo della cerimonia al sabato mattina per non disturbare la domenica). Insomma, un clima nuovo, rafforzato dalle impegnative dichiarazioni di varie personalità istituzionali, vuoi l’articolo di Giancarlo Caselli sull’Unità vuoi l’intervista alla radio del procuratore nazionale antimafia Piero Grasso, vuoi anche la bella omelia milanese che ha ripreso le parole dette 24 anni fa dal cardinale Martini.
A questo punto forse qualcuno vorrà sapere, per spirito di precisione, chi del governo abbia partecipato quest’anno alle commemorazioni. A Milano c’ero io. A Parma c’ero io. A Palermo non sono potuto andare perché era nelle stesse ore di Parma.






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