08.10.2006

Il risveglio del "coccodrillo"?
di Christian Abbondanza

 

Risuona ancora quella voce tremolante di Romano Prodi nella terra di Calabria con cui solenne rifiutava i voti della 'ndrangheta. Risuonano ancora le parole solenni dei governanti contro le mafie e per la giustizia, che Romano Prodi annuncia di tornare a Locri per il primo anniversario dell'omicidio di Fortugno.

Come mai, però, i pianti ed i proclami fermi - come dice D'Arcais del "prime time" - sono stati traditi dai fatti (quelli che contano e si valutano in un paese maturo). Il centro-sinistra di Prodi è lo stesso che ha scelto l'inciucio sulla giustizia (e sulle altre questioni centrali della democrazia), arrivando all'indulto che aiuta la criminalità, anche la mafia (il voto di scambio non è stato escluso, come anche l'omicidio). La controriforma dell'ordinamento giudiziario non è stata ancora cancellata in toto (come nemmeno le altre leggi vergogna).

 

Il legame politica-affari-mafie non ha ricevuto alcun segnale di rottura dal "bisogna convivere" del Governo Berlusconi (certo, è vero, i provvedimenti di demolizione della stagione del Pool di Caponnetto-Falcone-Borsellino e del Pool di Palermo di Caselli, erano già stati avviati, con le maggioranze da plebiscito parlamentare durante i governi di centro-sinistra). Non solo i tentativi della Bicamerale, ma le cancellazioni della norma anti-omertà, il cosiddetto "giusto processo" nella Costituzione, la riforma della legge sui collaboratori di giustizia (che di fatto ha disincentivato le collaborazioni)... Ora si è anche respinta quella norma (che sarebbe scontata) per impedire a condannati per mafia (tranquillamente eletti in parlamento, oltre al senatore a vita Giulio Andreotti - prescritto ma riconosciuto colpevole) di divenire componenti della Commissione Antimafia! Ed anche il dibattito e le proposte sulle intercettazioni (aspirazione ultima di garanzia d’impunità di quanti, tra i potenti, e tra i collusi con le mafie), quando la norma è già rigorosa e all’essenziale, è ulteriore regalo a chi vuole sottrarsi alla Giustizia, non certo a tutela del cittadino onesto come vogliono farci credere (D’Alema in primis).

 

Nessun provvedimento di rottura rispetto alle politiche dei tagli alla giustizia, con procure e reparti investigativi senza le risorse necessarie a svolgere indagini e processi complessi (anzi nella Finanziaria arrivano i tagli alle retribuzioni dei magistrati, principalmente ai giovani). Così la Giustizia sarà lenta, la credibilità dello Stato ridotta, la fiducia del cittadino nella Magistratura ancora più compromessa. Eppure chi ci governa dovrebbe sapere che se la Giustizia è lenta, il cittadino non ha fiducia (e tantomeno fede) nella magistratura e quindi nello Stato. Chi ci guadagna è la mafia. Ancora fanno finta di non saperlo?

 

Ora Prodi ricorda la Calabria. Pronto a scendere con il governo, a tappe, nel primo anniversario della morte di Fortugno.
Ma con che faccia, domandiamo, quando non si sono date (e non si danno) alla Magistratura risorse e mezzi, alle forze dell'ordine e investigative le risorse e i mezzi, per un indagine complessa, per accertare verità su questo omicidio, alla luce della delicatezza del caso, con intercettazioni telefoniche, con legami accertati tra mondo della sanità pubblica (e privata) con il clan Morabito-Bruzzaniti, con le infiltrazioni e collusioni, le contiguità tra mafia e potere. Il panorama uscito dalle intercettazioni come dall’indagine amministrativa sulla ASL di Locri, disegnano un panorama inquietante, che richiede il massimo rispetto per il lavoro che i magistrati stanno portando avanti per garantire verità e giustizia.
Ma, anche, con che faccia, indipendente dall'aspetto penale, visto che in una terra, come la Calabria, dove l'intreccio, la contiguità, la frequentazione quando non anche l'accordo, tra politici (di destra e di sinistra, non conta) con gli uomini della 'ndragheta, non è mai stata rotta e condannata. La condanna dei rapporti impropri, quella etica, è questione morale, civile, politica, che va oltre -ed è indipendente- dal rilievo penale. Non è infatti accettabile che un politico, qualunque politico locale o nazionale, abbia frequentazioni con uomini di mafia. Non è accettabile che continui ad essere tollerata la presenza (dirompente, in quanto diffusa) della massoneria deviata, dove convivono uomini della pubblica amministrazione - quando non adirittura di governo-, pubblici funzionari, uomini della finanza e uomini di mafia, in un rapporto perverso, riservato, segreto, cioè antitetico non solo ad un etica civile e liberale, ma anche ai più elementari principi di trasparenza, separazione di poteri e negazione di qualsivoglia equivoca frequantazione di uomini delle Istituzioni con mafiosi (anche se con il "colletto bianco", anche se fattisi imprenditori e profesionisti - con il riciclaggio - noti al sud come al nord del paese).
Su questi fatti, su queste reali dinamiche il silenzio (oltre all'accondiscenza nei fatti) toglie credibilità alla politica ed alle istituzioni, cioè aiuta la credibilità delle mafie. Su questo non si è sentita alcuna voce chiara, con nomi e cognomi, da parte di Prodi o degli altri leader di questo Governo, non si sono visti fatti concreti (e adesso non governa più Berlusconi!).

 

Prodi, scende in Calabria in questo anniversario. Ma nelle altre decine di anniversari di morti ammazzati dalla 'ndrangheta chi scende ad abbracciarsi ai parenti delle vittime? Certo sarebbe ancora più volgare, scendere a consolare le madri o figli delle vittime di mafia, quando non si è fatto nulla per far sì che venisse garantita verità e giustizia.

 

Ecco quindi gli appelli di chi non si arrende. Tutti i morti sono uguali. Chi è vittima innocente, come chi è vittima perchè era piegato o imprigionato dall'usura, per esempio. I morti ammazzati meritano verità e giustizia, anche se non hanno nomi celebri, anche se sono persone semplici.  I parenti delle vittime, come i ragazzi di Locri, come le organizzazioni che da decenni si battono per la legalità, come Riferimenti con Adriana Musella, meritano rispetto e sostegno, sempre. Ma lo meritano con onestà intellettuale e morale, non con retorica o dichiarazioni di circostanza.

 

Non sono accettabili, nemmeno, quindi - e lo si dica oggi - i tentativi di strumentalizzare la voglia, la sete di giustizia e legalità, di sviluppo e diritti, nelle terre martoriate dalle organizzazioni mafiose. Chi, per ragione di visibilità, di prestigio, si fa scudo di movimenti, inventandosi ed improvvisandosi movimento antimafia, quando invece vuole solo fare politica, mortifica l'intelligenza e la buona fede. L'opportunismo è indegno: perché strumentalizzare, per farsi una carriera, il sogno e la speranza, è meschino quanto il mafioso. Chi crede che fare antimafia significhi scrivere sentenze, senza aver studiato le carte e la realtà (e per i processi in corso è interferenza grave nel lavoro dei magistrati), rischia di disilludere chi gli concede fiducia. Prima di esprimersi, occorre conoscere fatti e prove, altrimenti si entra nelle opinioni, nelle convinzioni personali, che non aiutano a rendere credibile la lotta alle mafie.

Grazie alla decisione, fermezza, integrità e dignità di quanti, come Liliana con la sua famiglia e gli altri familiari delle vittime di mafia, che ci impongono, di non mollare mai, di non tacere, non voltarsi dall'altra parte, di non accettare le retoriche da antimafia da corteo, bensì di continuare, quotidianamente, con costanza e coerenza, in questa lotta per la legalità e la giustizia per tutti, per gli ultimi.

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'Ndrangheta:
madre vittima a Prodi, 'attendiamo giustizia'

Si ricorda un uomo ucciso a Siderno 17 mesi fa
(ANSA) - LOCRI (REGGIO CALABRIA), 7 OTT - Un appello alla giustizia per Prodi arriva dalla madre di una vittima della 'ndrangheta in Calabria. 'Mario Congiusta, padre di Gianluca, ucciso a Siderno 17 mesi fa, la invita a portare un fiore sulle tombe dei nostri figli', dice la signora Liliana Esposito. 'Sarei d'accordo, se non ritenessi eccessiva pena per lei quella di dare compito al suo portaborse di comprare fiori per i tanti morti ammazzati di Calabria, 'terra prediletta'.

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08.10.2006 – Gazzetta del Sud

Il premier renderà omaggio alla tomba di Francesco Fortugno
e nel pomeriggio nel capologo regionale inaugurerà
la mostra su De Gasperi


Domani Prodi a Locri e a Catanzaro

La madre d'un giovane ucciso gli scrive: vogliamo giustizia. Loiero replica: non dimentichiamo le vittime della violenza


di Cristofaro Zuccalà


REGGIO CALABRIA – Romano Prodi domani sarà a Locri: nel pomeriggio, infatti, presenzierà alla cerimonia d'intitolazione del "pronto soccorso" dell'ospedale alla memoria del suo primario, Franco Fortugno, il vice presidente del consiglio regionale ucciso il 16 ottobre dell'anno scorso davanti al seggio delle primarie del centrosinistra. È la terza volta che Prodi scende a Locri, ma è la prima nelle vesti di capo del Governo. Era presente ai funerali di Fortugno e poi alla fiaccolata della pace un mese più tardi.

Stretti i tempi e rigido il protocollo: alle 16 Prodi arriverà in elicottero, renderà omaggio alla tomba dell'esponente della Margherita e poi si sposterà al nosocomio. Alle 17,15 Prodi partirà per Catanzaro dove inaugurerà una mostra su Alcide De Gasperi.

Nell'ambito delle manifestazioni sul primo anniversario della morte di Fortugno, giovedì 12 il Consiglio regionale terrà una seduta straordinaria ed aperta. Sabato 14 alle 18.30, nella sala consiliare del Comune, Michele Cucuzza presenterà il suo libro sui «Ragazzi di Locri» dal titolo «Il cielo è sempre più blu». Domenica 15 nella Cattedrale alle 20, il vescovo Bregantini presiederà una veglia. Lunedì 16, il ministro dell'Istruzione, Giuseppe Fioroni, scoprirà una targa ricordo a Palazzo Nieddu. Subito dopo incontrerà gli studenti. Nel pomeriggio, alle 15.30, intitolazione a Fortugno della piazza Tribunale. Interverrà il vice premier Francesco Rutelli. Arriveranno a Locri anche i vertici della Margherita di Campania, Puglia e Sicilia. Alle 17,30, nella Cattedrale messa in suffragio di Fortugno; in serata concerto di Ron.

Intanto, nell'imminenza della visita di Prodi, una lettera gli è stata inviata dalla mamma di un giovane ucciso due anni fa da sconosciuti. Liliana Esposito, insegnante di Locri e madre di Massimiliano Carbone, caduto per mano assassina mentre rincasava, così ha scritto a Prodi, facendo anche riferimento all'invito rivolto al capo del Governo da Mario Congiusta, padre di Gianluca, ucciso a Siderno 17 mesi addietro, di «portare un fiore sulla tomba dei nostri figli».

Afferma Liliana Esposito: «Sarei d'accordo, se non ritenessi eccessiva pena per lei, quella di dare compito al suo portarborse di comprare fiori per i tanti morti ammazzati di Calabri terra prediletta. A me, mamma di Massimiliano, basterebbe il più piccolo dei suoi pensieri pieni di bonomia». La lettera così si conclude: «Almeno questo, considerato che da un bel pezzo vacilla quella fede raccomandataci personalmente dl signor Loiero il 7 luglio a Palazzo Nieddu. Mario Congiusta, io stessa e tutti quanti addentiamo verità e giustizia, non soltanto pomesse, ma concretate nei fatti portiamo fieri, come la più alta delle onorificenze, la memoria dei nostri figli, i nostri onorevoli figli». Loiero ha così risposto: «Sono abituato a lavorare in silenzio ed a comunicare risultati. E soprattutto non dimentico gli impegni presi, come quello di sostenere il diritto della signora Liliana Esposito, mamma di Massimiliano Carbone, del signor Mario Congiusta, padre di Gianluca, e di tante altre famiglie della Locride e della Calabria a conoscere la verità sull'assassinio dei loro familiari. E sono convinto di portare a termine presto la missione che essi mi hanno affidato».

«Nell'incontro a Palazzo Nieddu con i Ragazzi di Locrì, la signora Esposito e il signor Congiusta, mi avevano sollecitato un intervento per far assegnare presto alla procura di Locri più magistrati per indagare sui tanti, troppi, delitti di mafia rimasti impuniti – ha detto Loiero – e più volte, da quel 7 luglio, ho incontrato il ministro della giustizia Clemente Mastella, facendo pressioni perchè si colmassero i vuoti esistenti nell'organico dei magistrati, un problema che si trascina da diverso tempo. Il ministro, che ho sentito ancora questa mattina (ieri, ndr), mi ha sempre confermato la sua disponibilità a risolvere la questione. Ci vedremo ancora nella prossima settimana e ho motivo di ritenere che sarà un incontro decisivo, l'ultimo in sede ministeriale prima di coinvolgere il vicepresidente del Csm, sen. Nicola Mancino. Spero vivamente – ha concluso Loiero – che per la Locride ci sia una nuova stagione di speranza e di giustizia. È intollerabile che gli autori di ventiquattro delitti siano rimasti ignoti».

«È passato un anno dal barbaro assassinio di Franco Fortugno e nulla ancora è dato conoscere soprattutto sui mandanti». La Cisl «non può non sollecitare un maggiore impegno finalizzato ad accertare la verità, tutta la verità». Lo afferma il segretario generale della Cisl calabrese, Luigi Sbarra, commentando la visita di Prodi.

«A seguito di quel terribile avvenimento che in parte ha segnato il corso della vita politica ed istituzionale della regione – aggiunge Sbarra – lo Stato attraverso tutte le sue espressioni istituzionali e politiche assunse l'impegno di non lasciar sola la Locride e la Calabria. Moltissimi gli impegni assunti dai governi nazionale e regionale e finalizzati a costruire risposte concrete. Da allora nulla è mutato anzi per certi versi la condizione civile, sociale, economica e produttiva del territorio è andata sempre più aggravandosi».

«Dalla politica e dalle istituzioni ad ogni livello continua a registrarsi, invece – secondo Sbarra – un assurdo atteggiamento di distrazione».

Sbarra invita Prodi a «collocare dentro la manovra economica investimenti e risorse, programmi e progetti per la Calabria e per la Locride in grado di sostenere, solo per citare alcune questioni, il processo di stabilizzazione dei precari Lsu-Lpu nei Comuni attraverso deroghe al blocco delle assunzioni nella pubblica amministrazione, l'immediato stanziamento dei finanziamenti per la cantierizzazione delle opere per ammodernare la 106, l'elettrificazione della linea ferroviaria ionica, il completamento delle trasversali Ionio-Tirreno, il mantenimento del bacino dei forestali ad almeno 12 mila addetti».

«Abbiamo apprezzato l'impegno per Gioia Tauro e lo stanziamento di 50 milioni in Finanziaria – conclude quindi Sbarra – ma non basta».





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