La camera respinge. Cosa Nostra accoglierà.

di Marco Ottanelli

Allora, cerchiamo di farla semplice, che di paroloni e sofismi ne avremo abbastanza leggendo il resoconto dei lavori parlamentari: alcuni deputati, nel corso della discussione sulla legge di istituzione (ormai ciclica, ma perché non la rendono definitiva?) della Commissione Antimafia, avevano proposto alcuni emendamenti che, in una forma o nell’altra, limitassero l’accesso a tale commissione agli imputati di reati di mafia, appunto, e di reati contro la Pubblica Amministrazione. Il parlamento ha respinto tutti questi emendamenti. 5 luglio 2006, Era dell’Unione, e il messaggio agli eredi di Provenzano è stato chiarissimo. Agli italiani normali, invece, nessuno si è degnato di spiegare alcunché. Ecco perché, selvaggiamente in..dignati, proviamo a ricostruire quel pomeriggio di un giorno da cani.

Come appena detto, si discute della istituzione della ennesima (in)utile commissione antimafia. Prende la parola il relatore della commissione giustizia, dell’Unione di Centro, e preannuncia in poche parole che tutti questi fastidiosi impedimenti devono essere spazzati via:

Gianpiero D'Alia, Relatore. “Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Boscetto 2.25, Benedetti Valentini 2.2, Lumia 2.28 e Licandro 2.29. La Commissione si rimette all'Assemblea sull'emendamento La Loggia 2.30 ed esprime parere favorevole sull'emendamento Boato 2.23.

Il Presidente di turno (era Leoni, Ulivo) chiede cosa ne pensi il Governo. Risponde il non parlamentare Giampaolo Vittorio D'Andrea, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali:Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore”.

Insomma, per il Governo, si devono rigettare tutti gli emendamenti, tranne quelli del buon Boato e di La Loggia. Roba fina.

Si comincia a discutere sul perché mai si debba vietare ad un indagato per mafia di entrare a far parte di quella commissione di indagine (e con poteri inquirenti!) che la mafia dovrebbe combattere. Prende la parola Forgione, di Rifondazione Comunista, che difende il diritto dei parlamentari di non subire odiose e opprimenti limitazioni, ci mancherebbe altro!

Forgione: I colleghi sanno che in I Commissione il gruppo di Rifondazione comunista ha tenuto una linea netta su questo argomento poiché riteniamo che non vi possano essere limiti alle prerogative del Parlamento e al mandato di parlamentari (….)Perché non potrebbe essere presente in Commissione un parlamentare indagato per fatti di mafia, ma potrebbe far parte della stessa un avvocato che difende metà della cupola mafiosa di Cosa nostra?… (Esatto, perché?? Ma, dice Forgione, siamo matti? Impedire ad un eletto, ancorché mafioso, di entrare nell’antimafia? Sarebbe discriminatorio!)

Continua elegante Forgione: Il problema non è di quali deputati inseriamo nella Commissione parlamentare antimafia, ma di quali candidati abbiamo scelto al momento della formazione delle liste: è questa la responsabilità politica che viene consegnata al Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea)!

Giustissimo: Forgione, tra gli applausi dei suoi, afferma due cose. La prima, è che ruolo del parlamento chiudere la stalla dopo che i buoi sono scappati; la seconda, che lui stesso sa bene che razza di personaggi si siano infilati a Montecitorio, diociscampi.

 

Prende la parola Orazio Licandro, del PDCI. È incredulo e anche un po’ seccato. Attacca così: “Qui stiamo discutendo di una previsione di senso comune. Non vi è nulla di scandaloso o di rivoluzionario: si tratta di una inopportunità il cui rigetto davvero si farebbe fatica a comprendere. Il principio della responsabilità politica vale a partire da ciò che accade in quest'aula, a partire da questo momento ed a partire da questo atto: è importante che la Camera dei deputati stia discutendo, tra i suoi primi atti, la proposta di legge di istituzione della Commissione antimafia. Ma proprio per questa ragione, gli italiani aspettano segnali chiari, in controtendenza, dopo cinque anni in cui si è registrato un arretramento dell'azione di contrasto dello Stato. Allora, che nelle istituzioni vi siano segnali di assoluta discontinuità rispetto al passato!… Si tratta di dare un messaggio chiaro gli italiani, all'opinione pubblica….Che nessuna ombra gravi mai su una delle Commissioni più importanti e delicate di questo Parlamento! (Applausi dei deputati del gruppo dei Comunisti Italiani)

 

Macchè, non convince nessuno. Lo riprende, professorale, il girotondino ex presidente della Rai, l’antiberlusconiano eroe della piazza telematica Roberto  Zaccaria (Ulivo) : “In Commissione, abbiamo analizzato questo percorso. Ebbene, una casistica delle situazioni che avrebbero determinato incompatibilità sarebbe stata pericolosa, sostanzialmente perché, come alcuni colleghi hanno già detto, essa finiva per diventare inesauribile e, oltretutto, per lasciare fuori alcune fattispecie che potevano essere ancora più pericolose di quelle previste…”

Il ragionamento non fa una grinza: ci sono così tante specie di mascalzoni in Parlamento che,  se cominciamo ad escluderne uno, finisce che la quasi totalità degli eletti se ne deve tornare a casa, il che è molto pericoloso, specie ai fini pensionistici.

 

Il supergarantista Marco  Boato (Verdi) fa valere il suo prestigio: “Il fatto che anch'io abbia presentato proposte emendative su questo tema, sia pure, per usare un eufemismo, in modo meno incisivo,(non certo con questo estremismo di non ammettere i mafiosi!, ndr) fa ben comprendere come sia una preoccupazione di tutti quella, per usare una sua bella espressione, di fare in modo che Dracula non faccia parte del direttivo dell'AVIS. Espressione bellissima, che fa capire tutto! Però, (un però ci sta sempre, quando uno è garantista! Ndr) è altrettanto una preoccupazione, se non di tutti, di molti, il rispetto delle garanzie dello Stato di diritto e dello status dei parlamentari. … nella nostra Commissione, che è anche la sua, è giunto il parere della Commissione giustizia - credo votato all'unanimità -, che sollevava pesanti obiezioni di costituzionalità su tale tipo di emendamenti (emendamenti come quelli a firma sua, di Lumia e di Licandro)

Certo! Ha ragione! sarebbe  in-co-sti-tu-zio-na-le e lesivo dello status dei parlamentari mettere nel mezzo lacci e laccioli come quelli proposti da Licandro, Lumia e altri! Ci mancherebbe!

 

È così limpido il ragionamento di Boato, che anche la onorevole Olga D’Antona (Ulivo) si convince. La sua storia personale la induce al più fermo garantismo: “Signor Presidente, solo poche parole per avvalorare quanto sostenuto dall'onorevole Boato. Anch'io sono fra quanti avevano presentato emendamenti in Commissione proprio per le preoccupazioni ampiamente condivise in quella sede e, convinta dalle valutazioni - ritenute giuste e di cui abbiamo perciò tenuto conto - sia dei relatori sia, soprattutto, della Commissione giustizia (espresse nel parere fornito), hanno ritirato quelle proposte. A ciò aggiungo che tutti ci auguriamo che, nelle candidature per essere eletti alla Camera dei deputati ed al Senato della Repubblica, si tenga conto che Dracula non sta bene nel direttivo dell'Avis!

Un materno ma deciso appello ai colleghi: per favore, i cattivi si mettano dietro la lavagna, i buoni, in fila per due, si candidino. Un fermo e incisivo aut-aut alla criminalità organizzata, che, immaginiamo, a  sentire queste parole, tremava.

Licandro ci riprova; intimorito dall’alto principio che è stato tirato in ballo, quello della libertà assoluta del deputato, quasi si giustifica, si schernisce: “Si è scelto di attribuire ai Presidenti delle due Camere il potere di nominare i componenti della Commissione antimafia, su indicazione dei gruppi parlamentari. Nell'emendamento presentato, a seguito di una discussione interessante, ma delicata e, a volte, anche dura e spigolosa in Commissione, (si sono presi a pesci in faccia, ndr) non facciamo riferimento ad alcun tipo di incompatibilità; non proponiamo alcun automatismo per il quale i parlamentari che venissero a trovarsi in determinate condizioni resterebbero esclusi dalla Commissione antimafia. Forse, questo aspetto avrebbe potuto far sorgere legittimamente alcune perplessità. Noi proponiamo semplicemente - vorrei pregare tutti i deputati di fare attenzione al testo, di soffermarsi e riflettere sul medesimo - che i Presidenti delle Camere, cui compete il potere di nomina, possano escludere alcuni parlamentari che vengano a trovarsi in determinate condizioni: mi riferisco alla sottoposizione a procedimenti giudiziari per reati di cui agli articoli 416, 416-bis e 416-ter del codice penale, per i delitti contro la pubblica amministrazione, per quelli contro l'amministrazione della giustizia. Si tratta di una previsione di assoluto senso comune…(illuso, illuso!! Sta parlando ai deputati, non a volgare gente comune) In questi anni, infatti, non sempre è stato dato un buon esempio e gli spettacoli non sempre sono stati edificanti. Perché questa Assemblea sovrana, questo Parlamento sovrano non devono avere la forza ed il coraggio di introdurre una previsione di buon senso? Non vi è alcuna logica di schieramento: è il paese che aspetta segnali. (stiamo freschi) Analogamente, anche nel rispetto delle prerogative che, con questo provvedimento, si intendono attribuire ai Presidenti della Camera e del Senato, si deve consentire ai medesimi di tornare indietro rispetto al loro atto di nomina, qualora sopraggiungano determinate condizioni.

Poi, lo scatto d’orgoglio: “Credo che, se questa Camera fosse davvero libera dall'ipocrisia e dai condizionamenti, non avrebbe alcuna difficoltà ad esprimere un voto favorevole sull'emendamento in esame(Applausi dei deputati del gruppo dei Comunisti Italiani).

Si fa viva l’onorevole diessina Sesa Amici: “l'argomento in discussione - a tale riguardo, invito il collega a ritirare il suo emendamento - attiene ad una concezione che dobbiamo rilevare con grande nettezza e responsabilità politica…La delicatezza dell'istituzione della Commissione antimafia, la sua importanza e le finalità cui è chiamata richiedono un di più di responsabilità politica…La responsabilità politica è data dal fatto che, anche rispetto all'elencazione contenuta in questo emendamento, le questioni che poc'anzi il collega ha illustrato testimoniano un'evidente contraddizione di prassi normale: si prevede un'eventuale esclusione di soggetti imputati in procedimenti giudiziari, ma non a questioni legate ad attività professionali; il paradosso sarebbe esattamente quello che, ad esempio, un commercialista che lavora per associazioni mafiose e similari (ma perché, Amici è a conoscenza di qualche collega che lavora per associazioni mafiose e similari? Che è a libro paga di Cosa Nostra??) avrebbe, invece, il diritto di poter accedere a questa Commissione…Rientriamo cioè in quella specificità discussa in Commissione che, non potendo accedere alla questione dei requisiti di chi deve far parte della Commissione antimafia, ci imporrebbe un'elencazione di quella casistica che, per un'istituzione che ha non solo carattere di inchiesta ma anche un grande profilo politico, provocherebbe una indeterminatezza tipica proprio delle elencazioni che rinveniamo nella casistica. Credo che sia questo uno dei motivi che dovremmo far assumere ai singoli parlamentari, nella loro libertà di respingere questo emendamento, pur ribadendo l'invito a ritirarlo. Infatti, proprio avendo rivolto grande attenzione ad un problema reale, noi chiediamo, non solo ai Presidenti nell'esercizio delle loro nomine ma anche ai gruppi che daranno indicazione dei componenti, di assumersi in quella fase, anche per dare un messaggio positivo al paese, grande responsabilità politica e la responsabilità politica non può essere l'arbitrio (Applausi dei deputati dei gruppi de L'Ulivo e dei Verdi). Un fiume di paroloni che NON vi abbiamo risparmiato che, in definitiva, rimandano al buon cuore dei gruppi, dei partiti, dei presidenti. I capi mandamento, agghiacciati dalla minaccia, attoniti si stanno.

L’ultimo intervento è quello di Roberto Giachetti, giovane coordinatore della Margherita di Roma e fresco di elezione. Più che sul merito della questione, Giachetti si sente in dovere di difendere il suo onore e di rispondere, dopo un bel po’ di tempo (colmato dalla chiacchiera inesauribile di Sesa Amici) all’onta che Orazio Licandro ha gettato sulla sua augusta persona. Ecco il suo commosso discorso: “Signor Presidente, intervengo a titolo personale semplicemente per dire al collega Licandro - che nella parte finale del suo intervento avrebbe fatto riferimento alla non libertà di questa Camera - che, per intenderci sin dall'inizio della legislatura, per quanto mi riguarda mi ritengo una persona libera, come penso siano libere tutte le persone che sono in quest'aula, (alcune in libertà provvisoria, ma vabbè…)  e liberamente abbiamo tutto il diritto di pensare diversamente rispetto alle materie che il collega Licandro ci sottopone. Usiamo tutti gli argomenti, ma riguardo alle libertà di quest'aula soprassiederei” (Applausi di deputati dei gruppi de L'Ulivo e di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).

Ma sì, Ma certo. Ma giusto! Ha ragione il buon Giachetti, margherito dell’Ulivo. Soprassediamo. Soprassediamo su quest’altra sconcezza, su questo altro insulto, su questo altro sputo in faccia che il Parlamento sovrano ci ha regalato. Soprassediamo sulle decine di indagati, condannati, pregiudicati che siedono su quegli scranni. Soprassediamo sul fatto che un segnale alla mafia è stato dato, chiaro, forte, trasparente. Soprassediamo su tutto, su tutti, su ogni piccolo e grande dettaglio. Anzi, torniamo a farci ca… nostri, smettiamo di commentare, sapere, leggere e parlare. Lasciamo a loro, ai nostri 630 deputati e 315 senatori piena e assoluta libertà di azione e di pensiero. Ci mancherebbe altro. E speriamo solo in una grande, assoluta, totale aministia: ne hanno tanto tanto bisogno.

Ps: è da notare come l’iniziativa più forte e coraggiosa sia partita dal gruppo del Pdci nel suo insieme; come il governo si sia espresso per il rigetto degli emendamenti;  come la discussione sì/no alla esclusione dei mafiosi dalla commissione antimafia sia stata tutta interna al centrosinistra. Il Centrodestra guardava, sogghignava, aspettava. Molto più dignitoso.

La trascrizione completa del dibattito parlamentare in questione è reperibile presso il sito della Camera www.camera.it

Questi sono i testi degli emendamenti presentati

Al comma 1, secondo periodo, sostituire le parole da: tiene conto fino alla fine del comma, con le seguenti: avviene tenendo conto delle specificità dei compiti ad essa assegnati ed evitando ogni situazione di inopportunità derivante dalla pendenza di procedimenti giudiziari per reati attinenti alla criminalità organizzata o contro la pubblica amministrazione.
2. 2. Benedetti Valentini, Angela Napoli, Bocchino. (respinto!)

2. 28. Lumia. Al comma 1, aggiungere in fine, le parole: e di possibili inopportunità per particolari situazioni personali o professionali. Il Presidente del Senato della Repubblica e il Presidente della Camera dei deputati promuovono le opportune intese con i gruppi di appartenenza. (respinto!)


2. 29. Licandro, Diliberto, Cesini, Pagliarini, Crapolicchio, Soffritti, Tranfaglia, Sgobio, Vacca, De Angelis, Napoletano, Ferdinando Benito Pignataro, Venier, Galante, Bellillo, Cancrini.

 1-bis. I Presidenti delle Camere, ai fini della nomina dei componenti la Commissione, possono escludere per ragioni di inopportunità parlamentari sottoposti a procedimenti giudiziari per reati di cui agli articoli 416, 416-bis e 416-ter del codice penale, per i delitti contro la pubblica amministrazione e per quelli contro l'amministrazione della giustizia. Per analoghe ragioni di inopportunità, sempre ai fini della nomina, possono escludere i parlamentari che prestano assistenza legale a soggetti imputati in procedimenti giudiziari per i suddetti reati. Al sopraggiungere delle suddette ragioni di inopportunità i Presidenti delle Camere valutano l'eventuale revoca da componenti della Commissione dei parlamentari interessati. (respinto!)


 

Al comma 4, sostituire il secondo ed il terzo periodo con i seguenti: L'elezione del Presidente ha luogo, al primo scrutinio, a maggioranza dei due terzi dei componenti. Al secondo scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta dei componenti. Qualora nessun componente consegua tale maggioranza al secondo scrutinio si procede al ballottaggio tra i due candidati che hanno ottenuto il maggior numero di voti. In caso di parità di voti entra in ballottaggio il più anziano di età. È proclamato eletto colui che ottiene il maggior numero di voti; in caso di parità di voti è proclamato eletto il più anziano di età.
2. 30. La Loggia, Boscetto, Santelli, Biancofiore, Carfagna. (respinto)

 

Al comma 4, sostituire il secondo periodo con il seguente: Per l'elezione del Presidente è necessaria la maggioranza assoluta dei componenti la Commissione; se nessuno riporta tale maggioranza si procede al ballottaggio tra i due candidati che hanno ottenuto il maggior numero di voti.
2. 23. Boato. (Approvato)

 

 

Hanno votato no alla estromissione dei mafiosi dalla Commisione Antimafia 421 deputati


Hanno votato sì per un totale di 21 :

14 del PDCI: Bellillo, Cancrini, Cesini, Crapolicchio, De Angelis, Licandro, Napoletano, Paglierini,  Pignataro Ferdinando, Sgobio, Soffritti, Tranfaglia, Vacca,Venier
 1di An: Napoli Angela
1di Forza Italia: Fasolino
 1 di Dc-Psi: Nardi
2 de L'ulivo: Lomaglio, Samperi

1 dell’ Idv: Astore
1 del Movimento Per L'autonomia: Lo Monte

 

 

ringraziamo Michele Turazza per la collaborazione nello scrivere questo articolo 






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