19.10.2006 – Gazzetta del Sud
Vertice sulle indagini degli inquirenti con il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso

Delitto Fortugno: analizzare il contesto politico

Betty Calabretta

CATANZARO - Il procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, ha voluto acquisire una visione complessiva delle indagini in corso sull'omicidio Fortugno attraverso un confronto esteso anche ai magistrati della procura ordinaria che si stanno interessando non della morte del vicepresidente del consiglio regionale calabrese, ma della sua attività antecedente al delitto. Questo il senso della riunione che Grasso ha avuto ieri pomeriggio con i magistrati delle procure di Catanzaro (Lombardi, Murone, de Magistris) e Locri (Carbone), e della procura distrettuale di Reggio Calabria (Scuderi, Colamonici), interessate, a vario titolo, ai fatti connessi all'omicidio. All'incontro, che si è svolto negli uffici della procura catanzarese, hanno preso parte anche il procuratore nazionale antimafia aggiunto Ledonne e i sostituti Cisterna e Macrì. La procura ordinaria di Catanzaro ha riferito sulle indagini in corso (titolare il pm Luigi de Magistris) relative al concorso per un posto di primario al pronto soccorso di Locri, e alle denunce inascoltate di Fortugno sulla gestione dell'Asl. Gli atti di tale inchiesta sono già stati trasmessi alla Dda di Reggio per una valutazione, non perché afferiscono all'omicidio ma perché riguardano l'attività di Fortugno come medico di Locri. I magistrati reggini hanno riferito sullo stato delle loro indagini e il pm di Locri su quanto attiene all'attività dell'Asl. «Francesco Fortugno non ha mai presentato al nostro ufficio alcuna denuncia su irregolarità nella gestione dell'Azienda sanitaria o dell'ospedale di Locri», ha detto il procuratore locrese Carbone. «Non c'è dunque alcun atto giacente in questo senso – ha aggiunto – nel nostro ufficio. E non c'è mai stata, da parte nostra, alcuna carenza investigativa, perchè non abbiamo mai ricevuto denunce da parte di Fortugno che potessero fornire lo spunto per eventuali inchieste».

«Si è convenuto sul fatto che nessuno deve lavorare separatamente e che ci deve essere la massima collaborazione», ha commentato Grasso, che ha definito la riunione «molto interessante e fruttuosa: lo scopo era quello di scambiarci le informazioni. Non è emersa alcuna discordanza o divergenza di vedute. Una comunità di intenti che è sempre esistita tra le diverse Procure anche prima dell'omicidio di Fortugno».

Secondo Grasso «la riunione ha rappresentato un momento importante per porre le basi dei possibili sviluppi delle indagini. Obiettivo per il quale serve la massima collaborazione da parte di tutti. Collaborazione che può avvenire anche con la trasmissione dei rispettivi atti ad altri uffici senza che ognuno debba privarsi delle proprie competenze o del proprio patrimonio di informazioni».

Dalla riunione è emerso che alle indagini occorre un contributo anche da parte della politica: se quello di Fortugno è un omicidio politico, è ovvio che il contesto in cui è maturato possono spiegarlo proprio i politici.






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