CORRIERE MERCANTILE – 09.06.2006

LA RICERCA
Alcol, l'allerme abuso scatta nell'adolescenza
Il 33 per cento degli studenti intervistati si ubriaca almeno una volta all’anno, il 48 per cento non beve, il 13 per cento rientra nella categoria dei bevitori problematici

Un aumento del 25 per cento dei trapianti di fegato nei soggetti al di sotto dei 45 anni e una continua crescita di alcolici tra gli adolescenti. Sono dati piuttosto allarmanti quelli forniti da Gianni Testino, presidente ligure della Società Italiana di Oncologia e autore di una ricerca su un campione di 138 alunni degli Istituti tecnici genovesi.
Numeri che confermano ancora una volta come l’abuso di alcol sia una piaga che affligge una grossa fetta di giovanissimi, già alle prese con vino, birra e cockail fin dai primi anni dell’adolescenza. “La Società Italiana di Oncologia si occupa soprattutto di prevenzione secondaria – precisa Testino – il nostro obiettivo è quello di riuscire a capire per tempo quali sono le malatie dovute all’uso di alcol e provare le soluzioni più adatte per riportare il paziente ad una situazione di normalità. Chi subisce un trapianto di fegato ha alle proprie spalle almeno 20 anni di abusi. E se l’età delle persone che necessitano di questa operazione è di 45 anni vuole dire che si è iniziato a bere davvero molto presto. Le indagini che abbiamo effettuato, pur su un campione ridotto, prende in esame una fascia di età compresa tra i 17 e 18 anni. Gli alunni hanno compilato dei questionari e in base alle loro risposte abbiamo avviato una discussione con ciascun ragazzo”.
Secondo la ricerca, il 33 per cento degli intervistati si ubriaca almeno una volta all’anno, il 48 per cento dichiara di non bere affatto, mentre il 13 per cento appartiene alla categoria dei cosiddetti bevitori problematici. “Si tratta di persone che assumono circa 80 grammi di alcol ogni giorno – prosegue Testino – per un totale di 560 grammi a settimana. Molti di loro consumano questa intera quantità nel giro di un solo week-end, creando danni ancora più gravi alla propria situazione epatica e celebrale”.
Una serie di dati che una volta discussi insieme agli intervistati hanno prodotto tre ulteriori tipi di motivazioni. “Il 50 per cento dei ragazzi che si sono dichiarati bevitori abituali hanno addotto come giustificazione del loro comportamento alcuni disagi di tipo psicologico che non sono stati in grado di precisare – aggiunge il presidente della Società Italiana di Oncologia – mentre il restante 50 per cento si divide tra chi fa uso di alcol per seguire la ‘moda’ e chi invece si ritiene suggestionato dai mass media e in particolare dalla televisione”.
Un ulteriore dato allarmante sviluppatosi negli ultimi cinque anni riguarda infine l’aumento del 110 per cento del consumo di alcolici al di fuori dei pasti. “Si tratta di un comportamento molto dannoso – conclude Testino – che vede un incremento del 40 per cento nelle donne al di sotto dei 25 anni”.
d.c.



IL SECOLO XIX – 9 giugno 2006

L’ALLARME – In sei anni passati da 63 a 1.862
Cresciuti a dismisura gli assistiti della Asl 3 per problemi di etilismo


In sei anni la Asl ha visto gli assistiti per etilismo passare da 63 a 1.862. Una percentuale di incremento impronunciabile nella quale un ruolo tremendamente importante gioca la diffusione dell’alcool tra i più giovani. Sono i dati, illustrati da Piergiorgio Semboloni, coordinatore Dipartimenti Dipendenze dell’Asl 3 nell’ambito del convegno dal titolo “alcool, guida, sospensione patente…, misure alternative e nuove proposte”, che si sta svolgendo nella sede centrale della Cassa di Risparmio di Genova in via David Chiossone, organizzato da un gruppo di lavoro “interdisciplinare” costituito in seno al Sert del Centro-Levante genovese.
”Sono dati impressionanti se si pensa che la percentuale dei pazienti del Sert con problemi di etilismo è passata dall’8% al 30,4% - spiega Simboloni – il fenomeno è in forte aumento e la Asl è un osservatorio privilegiato considerando che è chiamata a intervenire in tutti i casi in cui gli automobilisti vengano trovati alla guida in stato di ebbrezza alcolica”. La legge prevede visite psichiatriche “nel 2005 sono state 1.931”, cicli di otto esami delle urine (422) ed esami del sangue (1.885). “E’ necessario trovare un sistema per dissuadere gli automobilisti dal mettersi in viaggio ubriachi. – avverte Carlo Brusco, magistrato di Corte di Cassazione – la nostra proposta è quella di applicare le leggi esistenti a proposito del reinserimento sociale di chi si macchi di reati connessi al codice della strada e all’abuso di alcool. E la normativa vigente già prevede di impegnare queste persone in lavori socialmente utili: pene alternative alla detenzione, con una maggiore utilità per la collettività e un più elevato potere di rieducazione dell’individuo. Le Asl dovrebbero essere il centro propulsore, in fondo già si occupano dei controlli di chi ha avuto la patente sospesa”. A questo proposito, Davide Falteri, segretario regionale di Unasca, l’Unione Nazionale delle Autoscuole e degli Studi di Consulenza Automobilistica, spiega: “Abbiamo recentemente aderito alla Carta Europea della sicurezza stradale dando il nostro sostegno ad una campagna di controlli teorici e pratici annuali a tutti quegli automobilisti che si ritengono a rischio o vogliono essere tenuti aggiornati sulla pericolosità di certe abitudini”. Abitudine malsane e pericolosissime che si stanno diffondendo specie tra i ragazzi, sottolinea Gianni Testino, patologo, presidente ligure della Società Italiana Alcologica: “Abbiamo recentemente concluso un indagine tra gli studenti degli Istituti tecnici genovesi che ha dato risultati preoccupanti. Il 13% dei ragazzi sono già bevitori problematici cioè assumono una media giornaliera di alcool di 80 gr, con picchi fortissimi durante il week-end.
G. Cet.





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