BELLOCCO GIUSEPPE
nato il 22/02/1948 a Rosarno (RC)
- è ricercato dal 1997 per omicidio,
associazione di tipo mafioso traffico di sostanze stupefacenti, ricettazione ed altro
- deve espiare la pena dell'ergastolo

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CORRIERE MERCANTILE - venerdì 20 gennaio 2006

SGOMINATA UNA COSCA
Dalla 'ndrangheta coca per i vip
A Certosa in manette Annibale Costa, 63 anni,
referente genovese della gang

di ANDREA FERRO

Anche l'ndrangheta riforniva di coca i vip genovesi. Dal Sudamerica a Genova, via Milano. Il fiume di "neve" sfociava con regolarità all'ombra della Lanterna alimentato da un'organizzazione strutturata sui livelli di una multinazionale. Secondo gli investigatori della Squadra Mobile di Milano, il referente genovese era un attempato pregiudicato di 63 anni, Annibale Costa. Gli investigatori, agli ordini del vice dirigente della Mobile meneghina Fabio Bernardi (un lungo passato alla "Narcotici" genovese), lo hanno arrestato ieri mattina nella sua abitazione al 25 di via Argine Polcevera, a Certosa. Il suo nome figurava infatti tra i 54 destinatari delle ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip di Milano ed eseguite all’alba di ieri in varie province del Nord-Italia.
Secondo il teorema investigativo l'organizzazione commerciava ingenti quantitativi di cocaina ed ecstasy e riclava gli esorbitanti guadagni illeciti della cosca calabrese dei Pesce-Bellocco, una delle più potenti famiglie dell'ndrangheta calabrese forte di ramificazioni in tutta Italia e anche all'estero, in particolare in Svizzera e Spagna.A otto degli arrestati è stata contestata anche l'accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso.
Il pregiudicato genovese coinvolto nell'inchiesta milanese, Annibale Costa, è un personaggio piuttosto noto alle cronache. Il suo fascicolo di seconda conservato in Questura è zeppo di denunce e ritagli di giornali. Contrabbando, soprattutto droga. I poliziotti della "Mobile" di Milano lo tenevano d'occhio da tempo. E soprattutto lo ascoltavano. In varie conversazioni registrate sulle "utenze" di boss e luogotenenti della gang rimbalzano distintamente i nomi di alcuni personaggi piuttosto conosciuti in città, tra i quali un attore, un noto professionista e un imprenditore. Uomini del jet-set genovese che si rivolgevano ai referenti della gang per ottenere dosi di cocaina di prima qualità: per festini con gli amici e le amiche e per uso personale. Alcuni di loro sono stati identificati come "assuntori" di sostanze stupefacenti. Nelle prossime settimane potrebbero essere interrogati per uno sviluppo, su base locale, dell'inchiesta condotta con successo dalla Squadra Mobile milanese.
L'ultima volta che i giornali si occuparono con un certo rilievo di Annibale Costa risale all'aprile del '91. Allora i poliziotti della "Narcotici" lo arrestarono al casello autostradale di Bolzaneto. Era al volante di un'"Alfa 75". Al suo fianco un'anziana, la suocera settantasettenne. La sua presenza avrebbe dovuto allontanare i sospetti. Ma i poliziotti non ci cascarono. Rivoltarono l'auto come un calzino. E nell'intercapedine del pianale scoprirono il carico: due chili e due etti di cocaina purissima. Lo stupefacente, era nascosto in sette involucri di cellophane, il "Flating", che assicura impermeabilità e blocca la traspirazione.

L'INCHIESTA
Un'indagine durata cinque anni tra Medellin e il Nord-Italia
Super latitanti ed ex della banda Vallanzasca: 54 arresti

Dalle strade della periferia di Milano fino a Medellin, capitale mondiale della cocaina, passando per la Spagna, per il Brasile e per le piazze finanziarie d'Europa. Pedinamenti e intercettazioni per ricostruire, in cinque anni, una associazione del crimine capeggiata e organizzata dalla 'ndrangheta calabrese allo scopo di mantenere coi produttori colombiani, spuntare prezzi e garantire l'approvvigionamento ai gruppi che rifornivano di "neve" il ricco mercato del Nord-Italia. Un supermarket con tutti i tipi di prodotto: dalla cocaina che impazza nelle notti dorate del jet-set milanese fino all'ecstasy delle discoteca delle Riviere (e non solo). Con pazienza e tenacia una dozzina di investigatori della squadra antidroga della Questura di Milano hanno incasellato i pezzi di un gigantesco puzzle che, alla fine, è risultato composto da 54 tessere. Una piovra con la testa nella cosca del gruppo 1, quella della famiglia Pesce-Bellocco, e i tentacoli in una serie di organizzazioni comunicanti ma in qualche modo indipendenti che vanno dal gruppo milanese a quello albanese, a quello colombiano, ma anche piemontese, genovese, della Brianza di Seregno e quella di Severo-Meda. Si tratta di mafia e, infatti, per i cervelli dell'organizzazione, otto persone secondo gli investigatori, è stato contestato dal Pm della DDA anche il reato di associazione mafiosa. A Milano si parte alla fine del 2000 dal monitoraggio delle attività di uno spacciatore in grande stile, Cataldo Muscarello detto Jimmy, "un tipo stravagante e simpatico" dicono gli investigatori. E si identificano personaggi emblematiche di una Milano vicina alla cocaina e ai capitali da riciclare, come Marco Gallarati, 31 anni, uno che, raccontano gli investiatori, ama le belle donne e le belle macchine. "Uno che lascia il Porche Cayenne in doppia fila per non mancare al happy hour nei bar alla moda di Porta Ticinese e vuole comprarsi un ristorante nella zona di Corso Como. O, per dire come fosse variegato il mondo di questa singolare cooperativa, come Flavio Bettinelli, un duro vero, che arriva dalla banda Vallanzasca, è ridotto in carrozzina per gli effetti di una sparatoria e condannato a 30 anni per rapina e sequestro di persona, e pure evade durante un permesso e si trasferisce in Spagna a Valencia.


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il "PESCE" è venuto a galla, arrestato il 30.11.2005

'Ndrangheta, preso il boss Pesce
era nascosto in un bunker

ROSARNO (Reggio Calabria) - I carabinieri hanno arrestato a Rosarno Salvatore Pesce, di 44 anni, latitante e capo dell omonima cosca della 'ndrangheta. Il boss, che non era armato, è stato sorpreso dai militari delc omando provinciale di Reggio Calabria in un bunker che aveva ricavato in un terreno di proprietà della moglie.
L'uomo era ricercato sulla base di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Milano, per traffico internazionale di sostanze stupefacenti.

[dalle news del sito di Repubblica]






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