19.10.2006 Gazzetta del Sud
Ricomposta la terna: Massimo Nicolò ritira le dimissioni
L'Asl 9 torna alla normalità
Paolo Toscano
REGGIO CALABRIA Ricomposta la terna commissariale all'Asl 9. Massimo Nicolò, che con Antonio De Luca ed Ezio Pierotti, sta gestendo l'azienda sanitaria di Locri dopo lo scioglimento per infiltrazioni mafiose, ha ritirato le dimissioni. L'ha fatto ieri, a conclusione del lungo incontro con il prefetto Luigi De Sena. Oltre ai colleghi commissari erano presenti anche i direttori sanitario e amministrativo dell'Asl.
«C'è stato ha detto De Sena un chiarimento totale delle vicende che avevano riguardato la terna commissariale. Abbiamo posto le basi per una maggiore flessibilità delle comunicazioni tra i componenti la Commissione. L'attività prosegue con il preciso scopo di raggiungere importanti obiettivi strategici. Sarà cura dei commissari adesso impartire con chiarezza le direttive ai diversi livelli della struttura con disposizioni chiare e precise».
La Prefettura garantirà ai commissari anche la massima collaborazione per il reperimento di consulenti che potranno essere utilizzati per il raggiungimento di determinati obiettivi. Nel corso della riunione è stato superato anche l'episodio legato all'acquisto dei fiori in occasione della recente visita in ospedale del presidente del Consiglio, Romano Prodi, in un negozio gestito da un commerciante considerato vicino alla cosca Cordì. De Sena, che sarà tra i protagonisti della Conferenza regionale di pubblica sicurezza in programma lunedì in Prefettura sotto la presidenza del viceministro Minniti, ha ribadito che «si è trattato di un disguido provocato dalla struttura dell'Asl che si può considerare definitivamente superato dopo che il coordinatore della Commissione, De Luca, ha ammesso che si è trattato di un equivoco in buona fede non attribuibile però direttamente a una decisione della terna commissariale». Lo stesso De Luca, inoltre, ha pagato di tasca propria i 7 mila euro per i fiori acquistati. De Luca gode della massima stima di De Sena che ha rivolto un invito a non oltraggiare con considerazioni fuori luogo la figura e l'opera di un funzionario distintosi lavorando a fianco di paladini della lotta alla mafia come Falcone, Borsellino e Boris Giuliano.