26.11.2007 – Ci risiamo… tra Riesi & Certosa - II° parte
A Venanzio Maurici non piacciono proprio
i fatti e continua con le calunnie.
Ennesima risposta dalla Casa della Legalità
di S. Castiglion e E. D’Agostino

Venanzio Maurici è sempre più curioso. Torna a scrivere nella "comunità virtuale nel web" [clicca qui] dove ha anche annunciato le sue dimissioni dall'Associa-zione Amici di Riesi [clicca qui]. Vediamo e rispondiamo.

Intanto afferma che noi avremmo ricevuto moltissime querele e denunce, visto che non ci risulta, potrebbe indicarcele?

Noi abbiamo ricevuto querela da parte di due esponenti della famiglia Mamone. Una era perché abbiamo pubblicato la relazione pubblica della DIA in cui loro sono indicati quale famiglia della ‘ndrangheta attiva a Genova, nel settore degli appalti pubblici. Relazione che la DIA ha confermato. E su questo rimandiamo all’articolo ADR, a domanda rispondo.L’altra perché quando non si sa leggere c’è poco da fare. Vediamo la frase: “La vallata dominata dalla Iplom di Busalla, quella dove malattie cancerogene hanno una diffusione abnorme rispetto alla media e dove operano non solo il “buon vecchio” Luigi Mamone (“noto professionista” come lo chiama qualche organizzazione sociale ma soprattutto “noto agli uffici” dell’antimafia), ma anche la nuora Ines (impiegata anche della EcoGe del consorte Gino) con la sua EcoTrans per i trasporti, continua ad essere oggetto di attività d’usura.”. Qui l’oggetto della frase è “La vallata dominata dalla Iplom di Busalla” a cui, chiaramente si riferisce il fatto: “continua ad essere oggetto di attività di usura” visto che vi era stato di recente un ennesimo arresto per usura. Se poi uno taglia via l’oggetto dalla frase, mette i 'puntini puntini' e muta la frase in: “…la nuora Ines…continua ad essere oggetto di attività di usura”, allora certo che il significato cambia (e porterebbe, comunque a vedere la “nuova Ines” come vittima e non carnefice), ma noi non ci possiamo fare nulla se non chiedere la nomina di un perito, un maestro elementare, per analizzare la frase! Noi non abbiamo affatto affermato che la "nuora Ines... continua ad essere oggetto di attività di usura", quindi siamo tranquilli perchè l'italiano è l'italiano è quindi - e sarà semplice dimostrarlo al momento in cui saremo chiamati - chiaro che noi abbiamo detto che è "la vallata" della cittadina di Busalla che "continua ad essere oggetto di attività di usura" e non la signora.

Chissà, come mai, invece sugli altri fatti pubblicati, a partire dal dialogo con l’ex moglie di Vincenzo Mamone, non ci è giunta nessuna querela (nemmeno dai Maurici che erano stati indicati chiaramente come partecipanti alle riunioni). Forse perché a seguito di quel dialogo lo Stato – e non noi! – ha riconosciuto Asia Ostertag come collaboratrice di giustizia? Chissa??? Vi è poi una (1) querela dell’ARCI-SMS PERUGINA in risposta alle nostre molteplici denunce e querele che come Casa della Legalità e singoli abbiamo presentato a loro carico (ad esempio quella contro l'ex Presidente regionale dell'Arci Liguria è in fase di dibattimento essendo stato questi rinviato a giudizio per minacce nei confronti del nostro Presidente).

Poi vi è la querela è quella dello stesso Venanzio Maurici. Scusi ma la valanga di querele dove sono?

E poi dove sono queste “Sentenze avvenute su casi specifici documentati per la loro (nostra – ndr) attività calunniatrice e diffamatoria” di cui parla Venanzio Maurici??? E poi, anche quando parla di sentenza nella causa con l’ARCI, dove è??? Non vi è mai stata una sentenza in una causa con l’ARCI, se mai vi è la chiusura di un procedimento civile tra noi e la cosiddetta SMS PERUGINA (con spese del procedimento interamente sostenute degli stessi proponenti della ARCI-SMS PERUGINA!) nell’ambito del quale l’ARCI ha dovuto ammettere che della SMS PERUGINA non vi era uno straccio di documento (Atto costitutivo, registrazione ai Registri di legge, codice fiscale, licenza igienico-sanitaria, autorizzazione amministrativa,…), come la stessa SMS PERUGINA non ha potuto produrre alcun documento attestante la proprietà e la regolarità della struttura di Via Sergio Piombelli.

Scusi ma dove è la sentenza a nostro carico che parla di “interessi” personali”? Forse il signor Maurici Venanzio confonde la lettera aperta “Ora Basta” dell’Arci con una sentenza. Vabbè.

Ma andiamo avanti e tralasciamo di rispondere ai soliti epiteti di “infami” di cui il Maurici ci fa oggetto, si vede proprio che quel termine gli piace proprio. (Intanto dovremo integrare le denunce presentate per indicare il nuovo reato di calunnia chiaramente commesso con le sue nuove affermazioni da Venanzio Maurici)
Torniamo a ripetere noi non abbiamo mai accusato i riesini o tutti i Maurici esistenti sul pianeta di essere mafiosi.Cosa dobbiamo fare perché questo fatto sia assunto?

Non ce l’abbiamo nemmeno con quanti, di qualunque città o Paese siano di origine, hanno commesso degli errori o sono stati vittime di meccanismi – come ad esempio le truffe -  che li hanno portati a subire condanne. Siamo tra i primi che ritengono che occorra operare per il recupero di quanti hanno subito condanne, come che il sistema carcerario in questo nostro Paese non funziona, od ancora che la nostra legislazione è forte con i deboli, i poveri cristi, molto spesso con le vittime sacrificali – i capi espiatori – e debolissima con i forti, gli imputati eccellenti, i colletti bianchi della politica, dell'economia, delle logge massoniche coperte e delle mafie. Che nel nostro Paese vi siano leggi che di fatto tutelano la grande illegalità e colpiscono, troppo spesso, le stesse vittime dell'illegalità commesse dai “professionisti” è una drammatica realtà che noi abbiamo sempre denunciato e che è ragione per cui non vogliamo mai cadere nelle generalizzazioni o nelle semplificazioni. Ma questo è tutt'altro discorso, che non c'entra minimamente con quello che abbiamo sollevato.

Prendiamo Maurici Giacomo. Questi ha riportato pesanti condanne per molteplici reati, a partire dal 1964. Qualche reato per cui è stato condannato? Furto in concorso, detenzione illegale di armi e munizioni in concorso e porto illegale di armi continuato, violazione della disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope continuato in concorso, usura, truffa tentata in concorso, corruzione continuata, distruzione di atti veri in concorso. Ha un divieto di espatrio dal  2004, oltre ad una notizia di reato per associazione di tipo mafioso e produzione e traffico di stupefacenti.

Non è nulla? Non è abbastanza chiaro? Non risulta che abbia mai collaborato con gli inquirenti (tanto citati da Venanzio Maurici). Ora perchè sostenere che dire queste cose, citare i fatti, sia diffamare un'intera comunità? Perchè Venanzio Maurici afferma che noi abbiamo disonorato e diffamato la sua famiglia? Perchè anche lui non condanna il comportamento di suo cugino di primo grado e gli altri parenti strettissimi che come Giacomo hanno commesso (secondo sentenze e indagini degli inquierenti e non a nostro avviso)? Perchè accusa – o meglio calunnia e diffama - noi di tutte le malefatte di questo mondo nel tentativo palese di nascondere quei dati di fatto e la volontà - come ha più volte espresso Venanzio Maurici - di difendere l'onorabilità della Famiglia Maurici? Perchè la famiglia Maurici che non c'entra nulla con quanto commesso, ad esempio, da Giacomo, non lo condanna moralmente? Questo è il punto, non altro. Non è un'accusa generalizzata, è una domanda specifica su fatti specifici! Per questo, e per l'attacco vergognoso a Saro Crocetta, Sindaco di Gela, è nata anche, ad esempio, la nostra pubblica domanda - più che legittima - alla CGIL.

Un altro passaggio importante della nuova lettera alla “comunità riesina nel web” di “Zi Venè”: “assimilarmi come componente della stessa famiglia di Giacomo Maurici e falso e sbagliato”.
L'essere cugini di primo grado non è essere parenti? E poi allora c'è una contraddizione: Venanzio ci ha diffidato e querelato perchè noi abbiamo indicato le responsabilità di Giacomo Maurici, come Angelo e Franco Maurici, e quindi abbiamo disonorato e diffamato la sua famiglia, ma ora dice che non è la stessa famiglia. Non capiamo!

Ma andiamo avanti. Noi non abbiamo mai detto l'Associazione Amici di Riesi compie “atti a delinquere o truffaldine”. Abbiamo detto se si riteneva opportuno – tanto da difenderlo negando i fatti – che vi fosse nel Direttivo Giacomo Maurici. Se poi Venanzio Maurici ha scelto di dimettersi da Presidente dell'Associazione Amici di Riesi, è una scelta sua – sia stata una scelta consigliata o richiesta da qualcuno o meno -. Se dobbiamo interpretare questa sua scelta come “condanna morale” di Giacomo Maurici allora abbiamo avuto una risposta, che però significherebbe un fatto su cui riflettere, in quanto non se ne va Giacomo Maurici – per le ragioni di cui sopra - ma Venanzio Maurici. Comunque vedremo.

Un ultimo passaggio dovuto è sul passaggio dedicato alla Festa della Madonna della Catena a Genova Certosa. Sappiamo bene che negli ultimi anni è stato proprio Don Renzo a seguire direttamente la questione, come peraltro avevamo detto! Infatti lui, con la Diocesi, decise di stoppare quella festa che nel passato era occasione di incontri “particolari” e di permettere solo la processione della statua della Madonna della Catena nell'ambito della chiusura del mese Mariano e non più quindi, come festa assestante. Quindi, alla fine anche qui, non avevamo detto alcuna falsità, bensì solo la verità dei fatti. Se poi uno vuole rigirarli come più gli vengono comodi, lo faccia pure, non possiamo certo impedirlo.

Sul resto sopravoliamo, in questo caso si, solo bazzecole, le solite bazzecole!

PS 1
Noi non abbiamo “capetti”, Abbondanza è uno di noi, non un capo. Ed inoltre lui più volte ha presentato - e insisitito - le sue dimissioni per evitare di essere oggetto di attacchi personali lanciati per distogliere l'attenzione dai fatti sollevati; ma unanimemente il Consiglio Direttivo le ha sempre respinte. Questo anche perché la Casa della Legalità non permette di isolare uno di noi, agisce in gruppo e risponde in gruppo.

PS 2
Noi non ce l'abbiamo con quanti per errore o perchè vittime hanno subito una condanna ed hanno dimostrato di non voler più commettere certi errori o di essersi fatti - a proprie spese e danno - gli "anticorpi" per evitare di essere nuovamente incastrati. Come non ce l'abbiamo con intere comunità o famiglie che hanno in sè esponenti, invece, colpevoli di gravi reati come quelli di tipi mafioso. Chiediamo a queste comunità e famiglie, per rispetto delle vittime e riconoscimento della Legalità e dello Stato, di condannarli moralmente, di isolarli, spingendoli così a scegliere di collaborare con lo Stato. Non ci sembra una posizione folle o che generalizza, no? Non ci sembra proprio di essere dei forcaioli, o no?



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