In merito alla lettera del senatore a vita Francesco Cossiga pubblicata sul Corriere

di Redazione Libera(ufficiostampa@libera.it)

11/09/2007

La lettera del senatore pubblicata martedi 11 settembre sul "Corriere della Sera" e' intrisa di livore e disprezzo nei confronti dell'attuale Procuratore generale di Torino Giancarlo Caselli, operatore di giustizia e servitore dello Stato che ha pagato prezzi altissimi, ma che ha anche ottenuto successi determinanti nel contrasto a Cosa Nostra.

I giudizi del presidente Cossiga sono generici sberleffi e per tanto non sono ne' argomentati ne' fondati.

Il senatore a vita nella sua lettera definisce Caselli il ''persecutore'' di Andreotti, ma dovrebbe esser chiaro che la persecuzione avviene nel momento in cui c'e' un accanimento immotivato verso un imputato innocente.

Ricordiamo al senatore a vita che, benche' i reati contestati ad Andreotti siano caduti in prescrizione per i troppi anni passati, i fatti restano: il leader dc aveva rapporti con i capi di Cosa nostra, almeno fino alla primavera del 1980. Null'altro ha fatto quindi Caselli se non il proprio dovere. Ancora una volta, allora come oggi il lavoro e l'impegno di Giancarlo Caselli sono uno stimolo e un esempio per tutti noi che di contrasto alle mafie ci occupiamo.

Il passaggio in cui, in poche righe, vengono collegati il gen. Dalla Chiesa, Giancarlo Caselli e il giudice Giovanni Falcone lascia veramente esterrefatti. Una provocazione talmente gratuita da rendere qualsiasi parola di commento superflua. Ricordiamo soltanto che Libera nacque il 25 marzo 1995 con l'intento di sollecitare la societa' civile nella lotta alle mafie e promuovere legalita' e giustizia e che Giancarlo Caselli, con uno scatto di impegno che superava il proprio dovere istituzionale, fu tra i promotori di questa avventura che oggi coinvolge oltre 1300 realta'.

La lettera di Francesco Cossiga non aiuta chi, ogni giorno, tra mille sacrifici e difficolta', si impegna affinche' la legalita', la giustizia e l'uguaglianza diventino la base di una societa' civile.
Sembra piuttosto l'ennesimo favore fatto alle associazioni criminali.

Don Luigi Ciotti
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