23.05.2007
Le censure del Comune di Genova,
la scusa del software,… è il “pacco” di Facco.
di C. Abbondanza
[in coda l'articolo de Il Secolo XIX del 23.05.2007]

Allora vediamo le “motivazione” addotte, ma non dotte, dell’Assessore ulivista Facco, e qualche considerazione tra il “tecnico” ed il “concreto”.

1. Il blocco è per impedire l’accesso ai virus
Non sapevamo che i siti di Beppe Grillo, Marco Travaglio, Dario Fo, Arcoiris e gli altri che abbiamo verificato (come ad esempio anche Rai Utile), fossero noti distributori di virus. Di solito i virus arrivano con la posta, con gli allegati e con connessioni da alcuni siti “particolari”. Noi non abbiamo – ed a questi ci colleghiamo più volte al giorno – mai ricevuto virus. Gli attacchi informatici che, ad esempio, abbiamo subito noi, derivano da certi “Servizi”. Da lì abbiamo adottato un sistema di protezione semplice ed estremamente economico. Lo stesso che adottano i reparti dello Stato preposti a questo, per importanti reti informatiche, basato, tra l’altro, su un software gratuito, quello di Linux. Non abbiamo dovuto bloccare alcun sito, anche perché per fare “indagini” in rete, non avremmo potuto farlo. E’ così difficile?!?!

2. L’esclusiva utilità per il lavoro

Non è certo colpa di Beppe Grillo o Marco Travaglio o Arcoiris o degli altri se certe informazioni, anche tecniche sono fornite e reperibili solo da loro e non da altri siti, anche istituzionali. Ad esempio è estremamente utile che: un responsabile di refezioni scolastiche possa accedere alle liste degli alimenti con titanio e metalli vari; o un responsabile di impianti e trattamento dei rifiuti possa conoscere i pareri tecnici scientifici sulle nano e micro particelle. O che un impiegato possa conoscere dalla voce della Guardia di Finanza, come avviene tutte le mattine su Rai Utile, le azioni di contrasto ai reati finanziari ed alle truffe. Pensavamo fosse utilissimo, ma pare di no. Come, ancora, pensavamo utile che chi si occupa di attività educative possa accedere e reperire video o documentari, ad esempio, sull’educazione alla legalità. Invece no, per Facco, questo non è possibile, non sa da fare, anche se tutto ciò è a costo zero per il Comune. Meglio affidare certi studi ai soliti prezzolati consulenti che sponsorizzano i progetti degli amici o che per reperire materiale multimediale per attività informative ed educative si provveda ad un bel capitolato d’appalto – o ancor meglio una trattativa privata – in cui solo il “filtrato” è prescelto. Sia mai che a qualcuno, venga mai in mente di scaricare, che sò, gli incontri di Paolo Borsellino o don Luigi Ciotti con gli studenti sulla lotta alle mafie, per invitare le scuole a proiettarli gratuitamente. La conoscenza e l’accessibilità all’informazione, per l’amministrazione “rossa”, non è competenza dei dipendenti, come nemmeno l’austerità.
Ma non è finita qui. Se qualche dipendente ama i club privè dove fare liberamente sesso, scambiare il proprio/la propria partner o unirsi a tanti singoli o coppie, possono tranquillamente andare sui siti di locali specializzati proprio di Genova, consultare le pagine, vedere le foto e organizzarsi. Oltre che, naturalmente, consultare le guide, come quella di DadaNet per i “luoghi di incontro” per pratiche affini. Ora visto che Beppe Grillo è “intrattenimento” e Marco Travaglio o Dario Fo sono “siti personali” che secondo Facco, nulla hanno a che vedere con le funzioni proprie dei doveri d’ufficio del dipendente pubblico, questi hot site a quale funzione pubblica corrispondono?

3. Garantire la sicurezza e l’impermeabilità della Rete del Comune
Intanto le mail contenenti virus continuano ad arrivare. Curioso che il “programma di protezione” adottato da Facco blocchi Grillo, Travaglio & C. e non le mail velenose. L’unico argine alla devastazione informatica, allo spaming di viagra e psicofarmaci, sono i dipendenti del Comune che stanno ben attenti a cancellare ogni messaggio pericoloso.
Ma la cosa più strepitosa che ci dice che più che una protezione di Facco è un Pacco, ce lo dice un’altra verifica effettuata sulla base di un principio semplice: la vulnerabilità della rete informatica, di un computer, è elevatissima nel momento in cui si inviano dati, come compilando moduli on line. In questo caso il computer si “apre” all’esterno. Un bravo “pirata” può cogliere l’occasione di quella porta aperta ed entrare, non solo per devastare, ma anche per rubare dati.
Ed allora? Bene alcuni siti di questo tipo, con moduli on line, sono tranquillamente attivi. Ad esempio, quello di Unipol o società di prestiti come Findomestic o MaxFinanziamenti. Qui puoi compilare tranquillamente i moduli per i preventivi, ovvero alzare la vulnerabilità del Sistema. Curioso?!? Ma forse il buon Facco non se la sentiva di dire che il Comune di Genova è talmente indebitato che ormai è “incarico proprio dei dipendenti, come funzione stabilita dal contratto di lavoro” richiedere prestiti personali per aiutare le casse dilapidate del Comune.

4. Il software e le griglie
I software per bloccare gli accessi non sono né neutri né autonomi. Facco afferma che la selezione è dettata dalle “griglie predefinite del sistema informatico”. Il concetto lo ha appreso da Fata Morgana? E’ chi programma e configura che decide quali siti consentire e quali no. Non solo per categorie, ma anche per specifici indirizzi. Come, ad esempio, è anche possibile garantire e limitare l’accesso di terminali esterni, solo da alcuni indirizzi IP e ad altri no. Ora se Facco non sa queste cose è gravissimo come Assessore “competente”. Ma ci pare, dalle risposte fornite a Il Secolo XIX che abbia semplicemente attuato la classica arrampicata sugli specchi. Quando si pone un blocco ad un indirizzo di un sito si fa una scelta. Le griglie non le decide il software, ma chi da istruzioni al tecnico che le configura. Il tecnico, certamente non ha margine di autonomia, esegue le indicazioni di chi lo incarica, in questo caso l’amministrazione comunale “progressista”.
Bloccare le chat è certo un passaggio importante ed utile per il Comune, ma ad esempio non potranno mai adottare lo stesso blocco i reparti investigativi visto che lì ci girano anche i criminali, come pedofili o mafiosi. Quindi il software, a seconda dell’esigenza, può essere configurato in modo diverso. Ad esempio bloccare i siti degli oroscopi – non immuni da virus ! – sarebbe stato utile, invece questi non sono stati bloccati. Quindi non è protezione quella adottata dal Comune. O meglio è anche, parzialmente, questa – anche se fatta con buchi enormi. E’ però, anche, e soprattutto, una censura perché i siti che abbiamo denunciato essere stati “censurati” come Beppe Grillo, Marco Travaglio & C non corrispondono ad alcuna esigenza di “protezione informatica” della Rete comunale. Quindi, caro Assessore unionista Facco, ci faccia il piacere!

5. La Privacy dimenticata
L’amministrazione “rossa” vicina ai lavoratori. Troppo vicina. In quanto viola, stando alle dichiarazioni di Facco ed alle dinamiche in cui il “blocco” è stato effettuato, le normative vigenti.
Infatti il Garante della Privacy è stato sempre chiaro nell’adottare provvedimenti ed altrettanto a spiegarle. E’ solo in casi eccezionali che si possono controllare le e-mail e la navigazione in internet dei dipendenti – sia nel pubblico sia nel privato -.
Il 5 marzo 2007 Mauro Paissan, in riferimento al provvedimento dell’Autorità, ha dichiarato a Repubblica: "La questione è particolarmente delicata perché dall'analisi dei siti web visitati si possono trarre informazioni anche sensibili sui dipendenti e i messaggi di posta elettronica possono avere contenuti a carattere privato. Occorre prevenire usi arbitrari degli strumenti informatici aziendali e la lesione della riservatezza dei lavoratori".
Nel provvedimento vengono indicate una serie di misure tecnologiche e organizzative per prevenire la possibilità, prevista solo in casi limitatissimi, dell’analisi del contenuto della navigazione internet o l’apertura di messaggi di posta elettronica. Occorre, la raccomandazione è netta, adottare una disciplina interna, definita coinvolgendo anche le rappresentanze sindacali, in cui devono essere indicate chiaramente le regole per l’uso della rete e della posta. Presupposto essenziale è, comunque, che i lavoratori siano informati preventivamente sulle modalità e la disciplina interna, e soprattutto è vietata tassativamente la lettura e la registrazione sistematica delle e-mail, come anche il monitoraggio sistematico delle pagine web visualizzate dal lavoratore. Ciò sarebbe, infatti, una violazione palese dello Statuto dei lavoratori, in quanto si porrebbe in essere un controllo a distanza dell’attività lavorativa.
E’ possibile che si adottino, in questo quadro, i filtri necessari ad impedire alcune connessioni. Ma questi filtri, è la stessa Autorità ha dirlo, sono una sorta di block list (lista di blocco). Quindi, torniamo al fatto – non un opinione – che è l’autorità amministrativa, nel nostro caso il Comune di Genova, ad aver indicato i siti da bloccare e non una casualità o l’auto-programmazione del software.

In Conclusione

I siti di Beppe Grillo, Marco Travaglio, Dario Fo, Arcoiris, Rai Utile e via discorrendo, “non sono compatibili con le politiche di navigazione web adottate dall’ente”. Ecco: la Giunta di centro-sinistra del Comune di Genova non ritiene compatibili con la sua politica i contenuti di quei siti e quindi, anche se utili fonti di informazioni, non sono più visitabili dai terminali del Comune di Genova. Noi la chiamiamo censura, voi?

”Si rende necessario l’inserimento di filtri di protezione dai virus, sempre più aggressivi. Si tratta di software, non c’è nulla di intenzionale nella scelta di precludere alcuni siti piuttosto che altri, sia chiaro.” Dichiara l’assessore della “nuova stagione”. Tante bufale in poche righe sono un risultato sorprendente. “Filtri di protezione dai virus, sempre più aggressivi”??? Cosa c’entrano gli anti-virus, quotidianamente in fase di aggiornamento appunto per stare ai tempi delle evoluzioni degli attacchi, con i filtri per permettere o negare di accedere ad un sito, lo sa solo Facco. “Si tratta di software, non c’è nulla di intenzionale…”??? Altra balla degna da Oscar. Il software deve essere configurato. Non esiste alcuna possibilità di attivare griglie di filtraggio senza inserire la scelta umana. Il software esegue le indicazioni fornite con la configurazione: questo sito si, questo sito no; questa categoria no, ma questo particolare sito si. Non decide il Software!!! “Non c’è nulla di intenzionale nella scelta di precludere alcuni siti piuttosto che altri”??? Ci dice in quale barzellettiere l’ha letta il signor Facco? Gli indirizzi web nel software chi li ha messi, Paperino? Chi li ha scelti, Eta Beta? Se si compie una scelta, come dichiarare “incompatibili” con la politica comunale i siti di Grillo, Travaglio & C., abbiano almeno la decenza di dirlo e non nascondersi dietro scuse che anche i ragazzi riconoscono come tali.



23.05.2007 – Il Secolo XIX
Il Caso
Troppi dipendenti a “giocare” sul web,
Tursi oscura una serie di siti
L’Assessore al Personale: “Nessuna censura, solo la necessità di proteggere la rete, che è vulnerabile, dai virus più aggressivi”
di Gilda Ferrari e Ferruccio Sansa

”Il sito richiesto risulta bloccato in quanto non compatibile con le politiche di navigazione web adottate dall’ente, navigazione che deve essere funzionale all’espletamento dei compiti istituzionali”. E’ il messaggio che migliaia di dipendenti comunali si sono visti comparire sullo schermo del computer quando hanno cercato di raggiungere i loro siti preferiti.
Spariti. Da un giorno all’altro. Niente blog di Beppe Grillo, niente sito di Marco Travaglio. Ma addio anche a tante chat, a quanto pare molto frequentate, e alle aste on-line di eBay. In pochi minuti la notizia ha fatto il giro del Comune. E’ finita nella rete. Ma che cosa era successo?
Una misura contro i dipendenti distratti, o piuttosto un mezzo per evitare infiltrazioni di virus nel server? O ancora, come sostiene qualcuno, una forma di censura? Giovanni Facco, assessore al Personale e ai Servizi informatici di Palazzo Tursi, nega qualunque forma di censura e spiega che a richiedere l’intervento del filtro è stata soprattutto la “vulnerabilità della rete del Comune”.
”Dobbiamo proteggere la rete del Comune – spiega Facco – che è molto vulnerabile: una sua ristrutturazione richiederebbe un sacco di soldi. Quindi si rende necessario l’inserimento di filtri di protezione dai virus, sempre più aggressivi. Si tratta di software, non c’è nulla di intenzionale nella scelta di precludere alcuni siti piuttosto che altri, sia chiaro. Nessuna censura, non ho nulla contro il blog di Beppe Grillo”.
L’assessore spiega ancora che a guidare la scelta di interdizione di alcuni siti rispetto ad altri sono “le griglie predefinite del sistema informatico”.
Il blog del comico genovese, per esempio, rientra nella griglia “intrattenimento” e in quanto tale è reso off-limits agli impiegati comunali.
Oltre a ragioni di sicurezza, dunque, a rendere impossibile la navigazione in taluni siti è anche la volontà di dissuadere i dipendenti dal sottrarre tempo alle attività lavorative?
”Né più né meno di quanto non facciano altre aziende – risponde Facco – Non dimentichiamo che il computer, internet e l’e-mail sono e devono restare strumenti di lavoro”.
Christian Abbondanza di Genovaweb è perplesso: “Certo, possibile che si tratti di ragioni tecniche, Ma certo colpisce che siano stati oscurati proprio i siti di Grillo e di Travaglio, gente che non è in linea con l’attuale maggioranza. E proprio nella settimana delle elezioni. Perché, invece, gli oroscopi che contengono un mare di virus sono ancora accessibili dal server del Comune?”, chiede il responsabile di Genovaweb.
E i dipendenti comunali che cosa dicono? “E’ vero – racconta Sonia – qualcuno di noi naviga un po’ troppo. Ma è sorprendente sapere che qualcuno controlla quali siti visitiamo. E’ una violazione della privacy”.



l'articolo che abbiamo pubblicato ieri denunciando il fatto:
22.05.2007 - LA NUOVA STAGIONE
Beppe Grillo e Marco Travaglio,
nuova censura istituzionale.
di C. Abbondanza
Sappiamo ormai tutti dell’editto bulgaro del Cavalier Bellachioma. Sappiano della più fine censura d’alemiana che ha proibito che certi “disturbatori” potessero prendere parte a dibattiti alle Feste de l’Unità della scorsa estate. Ma se il mondo della comunicazione ed informazione si evolve, ad esempio con la rete di internet, e rischia di sfuggire ai vecchi metodi di censura, il Potere si adegua ai tempi. Ed allora ecco le novità...continua qui







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