17.05.2007 - CATTIVI ESEMPI VERSO LE AMMINISTRATIVE
Quando si parte con il piede in fallo,
non ci si può aspettare nulla di buono
di C. Abbondanza e S. Castiglion

Vi ricordate la canzone di Giorgio Gaber “Mi fa male il mondo”? Vi era un passaggio che parlava dei politici di professione e delle elezioni. Recita, testuale, così: Mi fanno male i partiti, più che altro… tutti. Mi fanno male i politici, sempre più viscidi, sempre più brutti. Mi fanno male i loro modi accomodanti, imbecilli, ruffiani. E come sono vicini a noi elettori, come ci ringraziano, come ci amano. Ma sì, io vorrei anche dei bacini, dei morsi sul collo... per capire bene che lo sto prendendo nel culo. Tutti, tutti, l'abbiamo sempre preso nel culo... da quelli di prima, da quelli di ora, da tutti quelli che fanno il mestiere della politica. Che ogni giorno sono lì a farsi vedere. Ma certo, hanno bisogno di noi che li dobbiamo appoggiare, preferire, li dobbiamo votare, in questo ignobile carosello, in questo grande e libero mercato delle facce… facce, facce, facce che lasciano intendere di sapere tutto e non dicono niente. Facce che non sanno niente e dicono… di tutto!“

Bene, da quando l’ha scritta, non è cambiato proprio nulla, i politici di professione ed i "furbetti" sono sempre lì. Prendiamo Genova, ad esempio, chiamata a votare per il rinnovo delle Amministrazioni locali. Noi abbiamo pensato di far sottoscrivere un Atto di impegno preciso sul contrasto alle mafie ed alla corruzione ai candidati Sindaco. Hanno risposto solo in tre: Budria della lista civica “Città Partecipata”, Musso candidato indipendente del CentroDestra, Trombetta della Lista civica del movimento per la partecipazione “PiGreco”. Gli altri nulla.

Già questo ci dice chi si prende impegni precisi e dice, da subito, pubblicamente da che parte sta e che altri, pur riempiendosi la bocca di grandi valori, poi non ha nemmeno la forza di metterli nero su bianco e prendere impegno solenne con i cittadini, firmando con nome e cognome, figuriamoci di vederli passare ai fatti.

Ma ci sono altre cose che, in una campagna elettorale, ci dicono quanto sia la correttezza ed il rigore etico di quanti si candidato ad amministrare la cosa pubblica. Il comportamento, gli atti, alcune scelte evidenti, ma taciute, spesso e parcamente sempre, dalla stampa, come per l’Atto di impegno. Le cose sgradite si tacciono così non ci si fanno nemici. Negli altri Paesi funziona diversamente, ma da noi niente, era così ed è così.

Vediamo alcuni esempio, quindi.

Primo. Ci sono soggetti associativi, enti di promozione sociale, che ricevono contributi pubblici e con questi possono sopravvivere e pagare stipendi ai propri dirigenti ed impiegati, possono pagare gli affitti delle sedi, le bollette ed andare avanti senza problemi. Questo grazie a contributi che le Amministrazioni comunali (Comune e Circoscrizioni) o provinciale e regionale gli elargiscono. Alcuni di questi ricevono anche incarichi per svolgere attività da parte delle Amministrazioni pubbliche locali per loro conto e così portano nelle loro sedi cittadini dirottati dai Pubblici Uffici e Servizi. Tutto normale. Il problema sorge quando queste Associazioni, enti di promozione sociale, trasformano le loro sedi ed i propri circoli (sovvenzionati dai contributi pubblici, cioè di tutti, ed a volte incaricati di svolgere attività per conto delle amministrazioni pubbliche) in sedi elettorali e point elettorali di un candidato sindaco, di liste e candidati, dello stesso colore dell’amministrazione pubblica che li ha sovvenzionati. L’etica dove è? La correttezza morale dove è andata a finire?
Esempi? Due su tutti. Il Centro Terralba occupa un immobile della società immobiliare dei DS. E’ un circolo Arci. Riceve contributi pubblici. E’ anche sedi di altre associazioni che crediamo non apprezzino l’accaduto, quali Emergency e Progetto 80. Siamo presso la struttura in via Terralba 4r (adiacente ad una sezione di base dei Ds). In quella sede arrivano persone per le attività che la Circoscrizione , ad esempio, organizza presso quella struttura. Adesso è divenuto Point Elettorale di Marta Vincenzi. Campeggiano volantini, santini e manifesti di candidati ed il grande poster di Marta la Sindaco. Non mettiamo in discussione l’aspetto legale, ma quello di correttezza, l’aspetto etico e morale. Non è bello anzi è gravissimo vedere che chi riceve soldi da un amministrazione comunale (cioè soldi di tutti) si faccia militante di quella parte politica che ha “sganciato”. Non è nemmeno accettabile, anzi è gravissimo, che vengano posti manifesti elettorali e indicazioni di voto accanto a nomi come, ad esempio, Emergency che non fa politica e per riunirsi in quella sede paga l’affitto.
Poi ci sono altri Circoli che sono stati trasformati in Point (come quello in Corso Torino, anche questo della Nuova Genova, società immobiliare dei Ds), ed altri che distribuiscono ufficialmente materiale elettorale ed indicazioni di voto e preferenza. Sono tutti circoli Arci, quell’ente di promozione sociale che ha il maggior numero di contributi, sovvenzioni e sostegni dalle amministrazioni pubbliche locali. Che sia un caso?

Secondo. Ci sono sedi che il Comune di Genova destina ad associazioni di volontariato, con canoni d’affitto abbattuti e sovvenzioni. Questo viene fatto con l’uso del patrimonio civico ed i fondi pubblici, cioè di tutti. C’era qualcuno che aveva in concessione per un’associazione Onlus che presiede  (“Bambini Vittime”) dei locali proprio adiacenti alla via Garibaldi ed alla sede del Comune. Questo qualcuno, che è anche un consigliere comunale uscente, ha trasformato quella sede dell’Onlus per la difesa dei Bambini in sede elettorale dell’Udeur e del Capolista al Comune, che guarda caso è proprio il consigliere uscente, Salvatore Ottavio Cosma. Dopo un’interrogazione in Consiglio Comunale ed un articolo pubblicato da “il Giornale” lo spazio è tornato alla normalità, ed il point elettorale dell’Udeur e di Cosma sì è trasferito in un altro spazio sotto l’insegna “Arsenale delle idee”. A parte la disdicevole scelta nominalistica (“arsenale”) la cosa avrebbe potuto considerarsi superata. Ma il lupo perde il pelo ma non il vizio.
Oggi abbiamo scoperto (e segnalato alla persona coinvolta impropriamente, cioè ad Adriano Sansa) che il buon Cosma ha pubblicato nel suo sito elettorale personale e dell’Udeur, la sua galleria fotografica. In questa compare, datata 28.04.2007, tra diverse altre foto della campagna elettorale, una foto che indica e ritrae “Clemente Mastella con Adriano Sansa”. Peccato che Adriano Sansa non faccia politica, sia un magistrato e quella foto è stata scattata davanti al Tribunale dei Minori di Genova, all’incontro istituzionale tra il Ministro della Giustizia Mastella ed il Presidente del Tribunale minorile Adriano Sansa. La pubblicazione di quella foto è impropria. Una grave strumentalizzazione. Se a Mastella va bene di piegare la sua carica istituzionale alle esigenze di partito (dall’uomo di Ceppaloni questo ed altro peggio ci si può aspettare, lo sappiamo bene e lo abbiamo già visto), a Sansa certamente non va bene, ha sempre dimostrato rigore morale e rispetto per le regole. Ma Cosma non si è posto la domanda, ha avuto questa foto tra le mani, magari l'ha anche acquistata da qualche fotografo, ed ha usato quella foto. Non ha posto la domanda nemmeno a Sansa. Forse perché sapeva, a priori, che Adriano Sansa avrebbe risposto con nettezza che: innanzitutto lui è un magistrato, che ricopre un incarico direttivo e come tale non fa politica, ed inoltre che tale foto, di un incontro istituzionale (tra Ministro della Giustizia e Presidente del Tribunale), non può certo essere usata per fini elettorali e propagandistici di alcuno. Adriano Sansa non ha alcun legame ne con Cosma ne con l'Udeur e quindi per evitarsi un sicuro no, Cosma ha fatto in silenzio, ci ha provato, ha incrociato le dita. Ma la strumentalizzazione è stata scoperta, ops.

Terzo. E’ risaputo che i manifesti elettorali hanno spazi appositi, atti a garantire – si fa per dire – parità tra liste e candidati. Ci si aspetta che i candidati rispettino questo principio e le regole. Ma tant’è che qualcuno parte in quarta ed affigge i manifesti ovunque. Sono le classiche affissioni abusive. Già qui si ha un indizio sulla tensione morale e la propensione al rispetto delle regole dei candidati. Ma qualcuno qui ha superato tutti. Il candidato sindaco dell’Italia di Mezzo, quella di Follini (passato al Centro-Sinistra mentre la moglie veniva confermata presidente del Demanio dal Governo e gli appartamenti di famiglia dalla signora architetto vanno in uso a Visco e Bersani), si chiama Chiesa. E’ titolare di un’immobiliare che porta il suo nome. Ed allora ecco spuntare come funghi “manifesti commerciali” in cui si fa campagna elettorale. Manifesti verdi con sopra all’enorme, in giallo, nome “Chiesa”, vi è piccolina la scritta Immobiliare ed al centro del manifesto vari slogan come “sicurezza”, “tranquillità” “casa”. Davvero geniale, peccato che sia un aggiramento palese delle leggi in vigore.

Quarto. Il razzismo non poteva mancare. Vi sono manifesti e volantini che incitano all’odio razziale. Non vi è molto da commentare su quelli della Lega Nord che raffigurano nomadi, asiatici, arabi con la scimitarra e africani, che mettono all’ultimo posto un anziano bianco, con il conseguente messaggio che incita alla rivolta. Ma la Lega Nord non è l’unica. Se, infatti, quei manifesti dovrebbero essere coperti per istigazione all’odio razziale, vi è una lista, quella di Forza Nuova, che non avrebbe dovuto essere nemmeno ammessa alla competizione elettorale in quanto organizzazione che fa apologia del fascismo, sia con slogan, sia con documenti, sia anche con atteggiamenti e gesti durante le manifestazioni. Tutto questo, in questo Paese, è reato. Quindi non c’è da stupirsi che una volta eletti non si convertano al rispetto delle regole e della legalità. Occorre, anche qui, pensarci prima.

Quinto. Passiamo al capitolo delle strumentalizzazioni. Qui sono tante, troppe, da elencare. Facciamo un esempio. C’è una candidata di Rifondazione Comunista che sul suo materiale elettorale ha messo il curriculum. In questo appare “da 5 anni con Emergency”. Peccato che Emergency non gradisca queste cose, e lo abbia detto in tutte le salse. Se uno è iscritto ad Emergency è per sostenere l’attività, le idee ed i valori dell’associazione umanitaria. Ma qui si è rivoltato il tutto: uno aderisce ad Emergency per usarla ed essere eletto come persona. Curioso anche un altro aspetto: Rifondazione, al di là delle parole, nei fatti ha sempre appoggiato e approvato l’azione del Governo in Afghanistan contro cui, giustamente, l’associazione di Gino Strada si è mobilitata, arrivando ad espellere il senatore che non ha votato la relazione di D’Alema sulla missione in Afghanistan. Emergency, accortasi del fatto, ha chiesto l’immediata cancellazione della frase.

Queste informazioni sarebbe utile che i giornali le fornissero. Renderebbero più chiaro chi sono i candidati che domani potremmo avere come amministratori pubblici. Chi da sindaco, chi da assessore e chi da consigliere. Aiuterebbero a capire il grado di educazione, coscienza civile ed etica propria dei candidati. Ma queste cose non si dicono e non si scrivono. Sono fatti. Meglio lasciare, come sempre, spazio alle opinioni.






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