22.04.2007 - con aggiornamento in coda al 30.04.2007
Tanto perché la mafia non c’è…
un morto ammazzato nel centro di Genova
di C. Abbondanza e S. Castiglion

La famiglia della ‘ndrangheta Alessi non sapeva che il Sottosegretario agli Interni Rosato ed il Prefetto Romano hanno detto che qui loro non ci sono (clicca qui). E così, oggi torna alla ribalta, dopo un omicidio eseguito nel 1980 con una crivellata di colpi di pistola, quello di Giuseppe Guastella, in vico del Cambio, zona Maddalena nella città vecchia, eseguito da Ferdinando Alessi (“Nando il calabrese”), insieme al figlio maggiore Antonino ed al fratello Salvatore, perché la vittima aveva rubato la borsetta ad una donna del clan; oggi è protagonista per l’aver subito un omicidio. Una coltellata al cuore è stata letale, nella sua casa di vico alla Posta Vecchia, sempre nella zona della Maddalena nel centro storico genovese, per Giuseppe “Pino” Alessi, di 44 anni, nato a Taurianova. Lui, come i familiari, protagonisti del giro di droga, sia nel centro storico genovese sia a Sestri Ponente, era stato già arrestato e condannato a 5 anni per droga a Torino. Grazie al suo legale, l’avvocato Giuseppe Maria Gallo (che abbiamo già incontrato – che coincidenza - per altri ‘ndranghetisti legati ai Mamone, Raso, Gullace – clicca qui), aveva ottenuto il beneficio dell’affidamento in prova. Ucciso nella sua casa, senza alcun segno di colluttazione o di infrazione. Era anche da poco che il fratello Antonino avesse finito di scontare la pena per omicidio. Le sorelle, che hanno un negozio di parrucchiera in vico della Posta Vecchia, avrebbero parlato di “regolamento di conti”.

Un episodio su una famiglia della 'ndrangheta che ci riporta alla memoria un altro episodio di alcuni mesi fa sempre legato ad un altro clan calabrese attivo a Genova. A Pontedecimo, in Valpocevera è stato, infatti, arrestato recentemente, il giovane Nicodemo della “famiglia” Macrì, che dopo aver sparato (e ridotto in fin di vita)  Francesco Dell’Aquila, ex pugile, davanti ad un locale notturno del centro, stava per “partire” per Locri. Era l’ottobre 2006 e fortunatamente vi sono state indicazioni utili agli investigatori dello SCO che hanno permesso di arrivare alla soluzione prima della “partenza” del Macrì, nonostante che la vittima avesse dichiarato di “non aver visto nessuno”, naturalmente. (clicca qui).
Ma si sa qui non esiste la mafia, non hanno attecchito, lo dicono le istituzioni governative, locali e nazionali. Persino la candidata a sindaco del centro sinistra, Marta Vincenzi (dal 90 in tutte le amministrazioni locali e dal 2004 al parlamento europeo), nel suo programma (pubblicato sul suo sito ufficiale!) non la nomina mai questa parola “mafia”. Ma già è vero…non esiste!

Nota 1:
Grazie a Enzo Biagi che intervistando Roberto Saviano ha ricordato a chi non vuole vedere (o ammettere) la realtà che le mafie non sono solo al Sud, ma al Nord come al Centro ed all’estero. In una frase, Saviano, ha sintetizzato: “Al sud le mattanze, al nord i capitali”, aggiungendo che le mafie non sono mai all’opposizione, con le loro “imprese” stanno con il potere. Ecco, che si aggiungono altri “matti”, nel dire questo.

Nota 2:
Oggi un altro morto a Genova. Dopo i più caldi decenni passati, anche qui, gli episodi di sangue, sono ridotti al minimo, per non dare nell’occhio. Qui, di solito, si muore per incidenti, con deliranti moventi o addirittura senza nemmeno autopsia, nonostante, magari si tratti di alti funzionari dello Stato (clicca qui). Ma qui va tutto bene, anche quando qualche agente della Narcotici si mette a spacciare la cocaina sequestrata o qualcuno, in caserma, allestisce arsenali clandestini (clicca qui)

Nota 3:

Ecco, ora diranno di nuovo che roviniamo l'immagine ritrovata della città... hanno fatto tanta fatica per rifare le facciate con un po' di stucco e colori e noi arriviamo nel diffondere certe notizie che fanno emergere lo sporco nascosto sotto lo stuoino. Siamo proprio incorreggibili e non chiediamo nemmeno scusa!

aggiornamento al 23.04.2007
Secondo i risultati dell’autopsia la morte di Alessi risalirebbe a venerdì notte. 7 i colpi inflitti e alcune ferite nelle mani della vittima indicherebbero che vi sia stato un tentativo di difesa. Secondo l’esame autoptico l’assassino di Alessi parrebbe un killer esperto.
Ma vi è una pista in più su cui stanno lavorando gli inquirenti. E’ quella del gioco d’azzardo. Infatti, risulterebbe, che l’Alessi frequentasse diversi Circoli del Centro Storico genovese, ove è d’abitudine il “passatempo” del gioco d’azzardo.
Non sarebbe, se questa pista fosse confermata, una “novità” nel genovese. Molti infatti sono i Circoli dietro i quali si nascondo bische clandestine che, nel passato, sono stati anche frequentati da Donato Bilancia, il “serial killer” che non fu mai provato, ma sempre sospettato, agisse all’ombra delle famiglie di Cosa Nostra attive a Genova. Il Gioco d’azzardo, a Genova, ha sempre visto attive sia le famiglie della mafia siciliana sia quelle della ‘ndrangheta calabrese, che hanno potuto – e possono – infiltrarsi in “terreni” ritenuti sicuri, come i Circoli, perché meno soggetti a controlli, cosa che avviene anche per mascherare night club con sfruttamento della prostituzione e spaccio di sostanze stupefacenti.



aggiornamento al 30.04.2007
Le indagini proseguono. Dalle ultime indiscrezioni sembra abbandonata la pista "passionale". Sembra che gli inquirenti stiano battendo a tappeto l'ambiente dell'Alessi. Inoltre, un particolare emerso fa riflettere. Il "Pino" Alessi era intervenuto per recuperare la refurtiva di una donna scippata in un Circolo da lui frequntato abitualmente. Il recupero riuscì immediatamente. La giustizia fai da te in certe "famiglie" è sempre apprezzata. Inoltre, conoscendo il passato, ben noto, della famiglia Alessi ('ndrangheta!) si può pensare che i parenti sappiano molto, ma non abbiano alcuna intenzione di collaborare con gli inquirenti per svelare i responsabili dell'omicidio. Non vorremmo, che ancora una volta, pensassero di sistemare loro i conti, con le loro regole (il sangue della vendetta). 






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