la superbia26.02.2007
Legittimo sospetto sulle leggi ad personam
di C. Abbondanza e S.Castiglion


Dove si può trovare la ragione della non abrogazione delle leggi vergogna? Forse nei fatti.
Leggendo una serie di fatti (non di opinioni) compresa l’ultima indagine con 13 arresti per un “gruppo d’affari” in Basilicata che coinvolgerebbe un senatore di AN, i DS con presidente ed ex presidente della Regione e già sottosegretario allo “sviluppo economico” del Governo Prodi, dimessosi nell’ottobre 2006. Questa nuova inchiesta che vede anche tra gli indagati alcuni magistrati (e poi qualcuno dice che la Magistratura è una corporazione che si auto-protegge ed auto-assolve), si affianca a quelle nella vicina Calabria, la “terra prediletta” del premier dell’Unione. Qui abbiamo una maggioranza del Consiglio Regionale inquisita-imputata-arrestata-o-condannata che mantiene salda la poltrona, e vede visite di parlamentari vicini al Ministro della Giustizia, Mastella, recarsi nelle carceri a trovare i “compagni carcerati” ingiuriando i giudici. Inoltre la Calabria vede uomini del centrodestra e del centrosinistra coinvolti, insieme anche a magistrati e imprenditori (si fa per dire), in indagini per danni alla pubblica amministrazione, al patrimonio, nonchè per collusioni con la ‘ndrangheta, uniti nella lotta, in moltissime amministrazioni locali o in enti pubblici come le ASL (non dimentichiamoci la Asl di Locri infiltrata sino al midollo dalle ‘ndrine, dove lavorava il povero Fortugno – quasi 9.000 preferenze alle ultime regionali – e la vedova Maria Grazia Laganà come Responsabile del Personale). Se alla Casa Circondariale delle Libertà servono ancora le leggi vergogna per salvare i suoi “bravi” ragazzi (dalla Sicilia al Nord), anche all’Unione dell’Indulto-Inciucio forse non dispiace se rimangono ancora in vigore. Sarà per questo che non le hanno abrogate, come promesso ai cittadini solennemente e ripetutamente? Chissà. Che sia un caso che la cugina di casa Prodi (della signora Flavia) abbia sollevato a Torino il “legittimo sospetto” per spostare il processo che la vede ricorrere in Appello contro la sentenza di condanna per l’omicidio del piccolo Samuele? Intanto la Cassazione ha rispedito al mittente il “legittimo sospetto” ribadendo che Torino è la sede naturale e non inquinata per il processo ad AnnaMaria Franzoni.






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