la superbia23.02.2007
La trattativa...
281 giorni e domani chissà?
di Christian Abbondanza

Il programma del Governo Prodi, le promesse fatte in campagna elettorale da tutta l’Unione, sono state tutte pressoché tradite, quando non vilipese. Già dal primo giorno del nuovo Governo, nella continuità assoluta della prima Repubblica (la seconda non si è ancora vista!), è stato record: il Governo con più uomini (tra ministri, viceministri e sottosegretari) di tutta la storia repubblicana.
Il primo Governo del Parlamento autoeletto dalle segreterie di partito (grazie alla “porcata” di Calderoni, l’odontotecnico) è riuscito ad applicare per l’ennesima volta il manuale Cancelli, alla faccia della professionalità, delle competenze e dell’autorevolezza, prerogative su cui riponevano la fiducia per “il nuovo inizio” la base del centrosinistra. E se il buongiorno si vede dal mattino, il seguito è scontato, e la vita del Governo Prodi non fa eccezione al detto.

Inizia il teatrino e la voglia di inciucio, naturalmente sempre nel nome della governabilità per il bene del Paese. Il primo atto è l’elezione del Presidente del Senato, nessuno nel centro sinistra si è alzato per dire che la candidatura di Giulio Andreotti a quella carica era un insulto, visto che questi era accertato ormai essere mafioso. Si trovavano, con la lingua a penzoloni, motivazioni quali ad esempio l’avanzata età per declinare la candidatura avanzata dal Polo. Poi su ogni punto del programma e delle promesse si è andati in direzione contraria.

Le leggi vergogna di Berlusconi non sono state né abrogate né modificate, la controriforma dell’ordinamento giudiziario è stata sospesa in extremis, ma non abrogata. La riforma della legge elettorale non si è vista. L’abolizione della legge Bossi-Fini, mentre si sbandiera la bandiera del diritto di voto per gli immigrati, rimane tranquillamente in vigore e riempie le carceri di poveri cristi. Il segreto di Stato viene alzato a scudo dei poteri occulti impedendo il lavoro dei magistrati, che per fortuna vanno avanti. La soluzione del conflitto d’interessi è che Berlusconi alla faccia della Cassazione si può tenere ancora un po’ Rete 4 e quando (forse) la dovrà passare sul satellite, sarà in compagnia di una delle reti Rai, così a lui restano due reti, ma anche allo Stato ne restano solo due. Intanto il Consiglio di Amministrazione della Rai rimane lottizzato. Si è montato lo scandalo Telecom parlando di “intercettazioni” anziché di “dossier” approvando prima un decreto e poi una legge contro le intercettazioni (strumento essenziale di indagine soprattutto nell’unico Paese al mondo dove oltre 1/3 del territorio è controllato da organizzazioni criminali mafiose mano miltare) e ordinando la distruzione dei dossier illegali di Telecom, tutelando così Telecom dalle possibili cause (e richieste di risarcimento) promosse da quanti erano vittime dello “spionaggio” dell’azienda telefonica. Si è varata una finanziaria con tante promesse, scioltesi al sole (che quest’anno è arrivato pure in anticipo) e che tra l’altro con i tagli alle Forze dell’Ordine e alla Magistratura in piena continuità con il Governo Berlusconi, vede anche l’autorizzazione a creare sul suolo italiano vere e proprie zone franche ( la Campania con la Camorra , la Sicilia con Cosa Nostra e la Calabria con la ‘Ndrangheta non vedevano l’ora e altre regioni, per non restare indietro, si candidano anch’esse, tanto sono già inguaiate), anche qui un passo in più della legalizzazione del gioco d’azzardo delle macchinette promossa l’anno prima dal Berlusconi. Una finanziaria che aumenta ancora le spese militari e taglia ancora le risorse per l’Università e la Ricerca , tanto per fare su questo “capolavoro” qualche breve esempio. C’è stato l’indulto, per i poveri cristi naturalmente, mica per i colletti bianchi, come i furbetti del quartierino, i Fazio o i Consorte. Infatti i poveri cristi usciti sono in parte rientrati, in altra parte tornati al crimine, alcuni morti, gli immigrati e i tossicodipendenti (rispettivamente per la Bossi-Fini e la legge Fini lasciate in vigore dall’Unione) continuano ad essere messi dentro. Dall’altra parte i colletti bianchi hanno garantita la libertà, e ad asempio Cesare Previti con le sua ora d’aria di due ore, può tornare ad offrire le sue consulenze legali come attività di recupero, tenendo ancora fermo il suo scranio alla Camera nonostante l’interdizione perpetua e definitiva dai pubblici uffici, intanto Bertinotti continua a “istrruirre la prratica”.

Una sintesi naturalmente di questi lunghi 281 giorni di Governo “diverso” da quello di Berlusconi. Ecco un breve bilancio non dei primi 100 giorni, ma dei quasi primi 300 giorni. Neanche un anno ma tanti colpi di teatro e una politica degna della continuità al consociativismo democristiano. Su tutti il duo Mastella - Di Pietro. L’uno che minacciava un giorno si e l’altro pure di dimettersi, ma guardandosi bene dal rassegnare le dimissioni, e intanto incassa qualche nomina qua e là. Si sa le battute sono una cosa, i principi non esistono, gli stipendi sono concreti. Ma il Governo era una sintesi perfetta del tutto. Nel senso che sentivi l’intervista del Ministro Pecoraro Scanio che affermava che la Tav non si sarebbe fatta e neanche il Ponte sullo Stretto; poi sentivi o leggevi le dichiarazioni del Ministro Di Pietro che affermava che la Tav e le grandi opere sono una priorità, non si sarebbero fatte subito perché non ci sono i soldi, ma restavano un punto fermo. Un altro giorno leggevi la versione molto soft dei Pacs, i “Dico”, presentata dal ministro Bindi, e in contemporanea il ministro Mastella che dichiarava:”Mai, non li voterò mai”. Il Cicciobello Pane & Cicoria che girava l’Italia insultando metà coalizione (la sinistra radicale) e invitando alle politiche per la Famiglia (senza però mai proporre, ad esempio, di adottare la Legge valida francese) ed il Caruso che si rinchiudeva in un CPT affermando che si sarebbe restato finche con la sua presenza non si sarebbe proceduto a chiuderli (una pratica tutta nuova dell’entrismo di sinistra: entro ed implode) ma poi dopo qualche ora è uscito mentre i “fratelli” immigrati sono sempre lì.

Ma il Governo ora è caduto. Si dice per colpa di due dissidenti. Ma è dissidente chi ha mantenuto fede al programma e alle promesse fatte in campagna elettorale o invece chi le ha tradite pressoché tutte (il pressoché è perché molte non sono ancora state tradite per mancanza di tempo)? Sì perché, sembrerà strano, nel programma e nelle promesse fatte per ottenere i voti non c’erano né l’allargamento della Base USA di Vicenza (che diviene la più grande base militare di “offesa”  - e non di “difesa” - di tutta l’area dell’Europa e del Mediterraneo), né l’aumento delle spese militare, vi era piuttosto la scelta della pace, coerentemente all’articolo 11 della Costituzione, si parlava di missioni all’estero di pace (onestamente l’avevamo interpretata come impegno civile, specialistico, non certo di militari armati, pensando ingenuamente, a questo punto, che la bestemmia della Guerra Umanitaria del Governo D’Alema fosse stata sepolta). Si era convinti che la nuova politica estera di pace avrebbe visto la messa al bando delle armi come le bombe a grappolo (che produciamo e vendiamo) e del fosforo bianco (che, con gli alleati, usiamo), ma soprattutto e pensavamo che i militari vittime dell’uranio impoverito sarebbero stati riconosciuti come tali e sostenuti, invece nulla e questi militari che abbiamo mandato al macello restano solo vittime della “sindrome dei Balcani”. Ma in campagna elettorale si parlava anche di ridare prestigio all’Italia, con un ruolo deciso ed autonomo a livello internazionale, riecheggiava ancora la necessità di pretendere verità e giustizia, ad esempio, per l’assassinio di Nicola Calipari, o la necessità della collaborazione degli Stati Uniti per l’accertamento delle responsabilità per il rapimento e le torture effettuate dalla CIA sul territorio italiano, parallelamente alla promessa “mai più Segreti di Stato”. Fondamentalmente questo è quello che chiedeva anche la manifestazione di Vicenza. Coerentemente a quello che si era detto, scritto e promesso prima delle elezioni. Ed allora il bellissimo discorso del tutto e niente, con giravolte e carpiati, di Massimo D’Alema, al Senato, è chiaramente in dissenso con il programma e le promesse dell’Unione. Infatti si è accettato passivamente che si rifiutasse l’estradizione dell’assassino di Calipari, si è taciuto su le attività illecite compiute dalla CIA sul suolo italiano (con la copertura del segreto di Stato, posta proprio dal governo Prodi), si è detto che “non potevamo dire di no” all’allargamento della base di Vicenza, e che la missione in area di guerra, con occupazione militare, in Afghanistan è coerente con i principi e ci vedrà impegnati (tra i morti e feriti) per una conferenza internazionale di pace, mentre Bush lancia la seconda offensiva e noi non si da sostegno alle missioni veramente di pace e umanitarie, di Emergency e Medici senza frontiere. Quindi risulta che il voto contrario sulla mozione era l’unico voto coerente con le promesse ed il programma presentato agli italiani alle elezioni del 2006.

Ma si sa le vie dei signori sono infinite, e se stanno riuscendo a far passare per traditori i due parlamentari che con coerenza hanno tenuto fede a quanto promesso ai cittadini, quando i traditori sono loro, aspettiamoci di tutto. D'altronde quando anche una persona onesta come Franca Rame sfila a Vicenza e poi rinnega sé stessa oltre alla manifestazione votando la mozione a sostegno della Politica estera presentata da D’Alema, significa proprio che al trasformismo della politica italiana, dote tipica dell’insegnamento democristiano, non vi è limite. Il ricatto qualunque cosa va bene perché se non siete d’accordo aiutate Berlusconi e le Destre continua a mietere danni e vittime.

Infatti si parla già di allargamento della maggioranza, si và a trattare con gli uomini del “cosiddetto” Movimento per le Autonomie e con i centristi fuoriusciti-o-ancoradentro del Polo. Un solo consiglio prima di proseguire questa “trattativa”, visti i soggetti, si consiglia a Romano Prodi di leggere “ la Trattativa ” di Maurizio Torrealta, editori riuniti, così non può dire che non sapeva.


D'altronde di Classius Clay, Mohamed Alì, che per fedeltà ai suoi principi ha agito con coerenza, pagandone tutte le conseguenze, qui non ve ne sono. In Italia, come ben argomentato da Marco Ottanelli, tutto è piegato alla fantomatica “governabilità”, per cosa e per chi non è mai importante. Ma alla coerenza quando arriveremo? Almeno la decenza di non accusare chi è coerente di essere traditore. La si finisca di accusare chi per coscienza, decenza e coerenza non accetta porcate e voltafaccia, o gli inciuci, dicendo che così si aiuta Berlusconi, e così si fanno tornare le Destre. E’ proprio il centrosinistra, con questa classe dirigente, autoreferente e dedita al compromesso, che da sempre, ha salvato Berlusconi, arrivando pure a riconoscerlo come statista, tra i padri costituenti della fortunatamente naufragata Bicamerale, nonché adottando il Berlusconismo come mentalità, anche a sinistra.

Chissà comunque quale soluzione staranno individuando i Kossiga e gli Andreotti… tra qualche giorno lo sapremo, aspettiamo solo che lungo il tavolo che, al Quirinale, delle eterne crisi del Caf ad oggi è sempre pronto e sempre uguale, si alzi il sipario sul nuovo penoso teatro della nomenklatura partitocratica autoeletta. Intanto il Paese da crisi a crisi va, come sempre,  tanto a casa è difficile che ci vadano almeno prima di essersi fatti una nuova legge elettorale per rientrare e soprattutto dopo che sia trascorsa almeno metà legislatura (serve per i contributi e l’indennità parlamentare, alias la pensione cumulabile altro pregiato privilegio che in tempi di sacrifici hanno guardato bene, da destra a sinistra, di mettere in discussione, e che, come ricorda l’esperienza del Governo del Rospo, il Dini amico del grande confratello Meccanico, indicato da Berluscono per il “governo tecnico”, retto dal centro-sinistra, traghettò come Caronte alle nuove elezioni, ma dopo metà ed un giorno della legislatura, si intende).
Quando gli Italiani si sveglieranno? No, perché intanto, qualcuno, sembra aver risvegliato anche le Brigate Rosse. Dopo Pio Pompa e Betulla ora abbiamo visto un arsenale arrugginito scoperto a Padova. Scopriamo anche che le “nuove BR” tengono rapporti con la ‘ndrangheta, per i rifornimenti di armi. In questa situazione, con i Servizi Segreti che ci ritroviamo, la riforma degli stessi scritta da Claudio Scajola (berlusconiano-doc, post-democristiano e gemello di Burlando-dalemiano), un Kossiga ed un Andreotti che dagli anni di Piombo continuano ad essere sulla breccia, cosa dobbiamo aspettarci d’altro? Che ritorni anche Meccanico, autore della strepitosa proposta di impunità per i Potenti della Nomenklatura? O torna qualche altro buon vecchio democristiano ben conservato dal revisionismo trasversale? Chissà quali idee ha il buon vecchio Licio Gelli ed i suoi fedeli, nei secoli, confratelli della P2, visto che il Piano di Rinascita Democratica della P2 è stato pressoché quasi tutto attuato, chi suggerisce per portarlo definitivamente a compimento? Aspettiamo.






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