la superbia09.02.2007
Genova, edili per Grandi Opere
La TAV fa sempre gola...
di Christian Abbondanza

Le Grandi Opere piacciono a Cosa Nostra, da sempre. Ultimamente però la mafia siciliana ha dovuto procedere ad accordi con le ‘ndrine calabresi, visto che l’organizzazione calabra è divenuta la più potente e “affidabile” mafia a livello internazionale. Non sono novità le notizie di accordi tra Cosa Nostra ed ‘Ndrangheta per arraffare nelle Grandi Opere, sono di anni addietro, ormai, le denunce frutto dell’attività investigativa della DIA e di diverse DDA, in merito. Non era nemmeno un caso che fu proprio il ministro alle infrastrutture Lunari ha dichiarare che “con la mafia bisogna convivere”.
E non vogliamo mica nasconderci dietro la barzelletta che la mafia sia solo al sud. Non ricordiamo le denunce pubbliche di Gian Carlo Caselli sulla “migrazione” delle imprese mafiose, ben protette dalla normativa sulla “auto-certificazione” antimafia? Vorremmo negare che le organizzazioni mafiose scelgono per riciclare il denaro sporco, prevalentemente, pratiche di entrismo nel mercato del più ricco nord Italia e dell’Europa? Forse qualcuno pensa che ciò sia possibile, d’altronde in questo nostro Paese la negazione dell’evidenza è pratica diffusa, quasi praticata come la respirazione. E vogliamo forse negare anche che nel settore dell’edilizia Cosa Nostra ha fatto e fa ancora da padrona, grazie anche alle mafie straniere alleate come manovalanza? Il caporalato, il lavoro nero e l’eterna pratica degli appalti al ribasso con cascate di ditte sub-appaltatrici non sono forse il regno prediletto dell’Onorata Società? Certo, ormai, soprattutto al nord (e Genova e la Liguria non fanno eccezione), le decisioni (e gli appetiti) si concordano tra mafia calabrese e mafia siciliana. Così mentre Cosa Nostra continua a mantenere il “monopolio” nel settore edile mentre la ‘Ndrangheta in Liguria ancora detiene quello nel settore della bonifica e delle demolizioni, oltre che, unitamente alla mafia russa, quello dell’investimento nel “mattone”. Parliamo della Liguria, che vede anche il “record” del Nord Italia per i reati delle EcoMafie, guarda caso, oltre che una drammatica quotidianità di incidenti nel cantieri edili (quelli denunciati e quelli nascosti perché coinvolgenti lavoratori in nero).
Questa premessa forse aiuta a capire le dichiarazioni del figlio di primo letto del capobastone di Cosa Nostra a Genova, il boss della "Piccola Riesi" con i suoi tanti picciriddi, e parente dei neo-assunti dalla ditta della 'ndrangheta locale. Questi infatti nonostante ricopra la carica di responsabile provinciale massimo del più grande sindacato edile, quello rosso che fa pandan con le cooperative rosse detentrici di quasi tutti le grandi opere del mattone, non si accorge della drammatica realtà in cui versano i lavoratori che dovrebbe tutelare, e proprio oggi (chissà cosa ne pensano i compagni della FIOM piemontese?!) dichiara che il treno veloce è una priorità, da fare senza esitazione. Ne avrà parlato con il padre padrino o forse è tutta farina del suo sacco riportare all’ordine del giorno una Grande Opera inutile e dannosa? Ma naturalmente la mafia qui non esiste...figuriamoci se poteva attecchire con un blocco di potere, una nomenklatura mummificata, ben coordinata tra controllati e controllori, nella pioggia di miliardi (di lire prime ed euro poi) che ne hanno fatto la città con il più alto livello di contributi delle famose “partecipazioni statali” (alla faccia del mezzogiorno) e nella cascata ritornata rossa da Genova a Savana di cemento e cemento, sulle coste e sulle colline. La mafia non va mai dove c’è un potere oligarchico chiuso e bloccato da decenni, e dove vi sono soldi facili e appalti appetibili… qui ci sono i Compagni non i Compari… E’ diverso!






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