Conferenza Stampa del 08.11.2006

NOTA STAMPA

E’ folle quello che sta accadendo per iniziativa di alcuni
sostituti procuratori di Reggio Calabria. Il silenzio che “copre” questa follia è complice.

In Italia esiste il principio del diritto di conoscenza delle procedure e degli atti amministrativi, ma oggi questo diritto non solo viene messo in discussione, assieme al diritto e dovere dell’informazione pubblica, bensì viene cancellato facendo confusione, voluta e perpetuata, tra atto amministrativo e atto secretato.

La Relazione sulla ASL di Locri, della Commissione d’Accesso, è un atto amministrativo, mai secretato! La procedura amministrativa riservata si è conclusa con il Commissariamento deliberato dal Governo, della Asl di Locri.

Questa Relazione mette a nudo i rapporti di collusione e infiltrazione della ‘ndrangheta nella Azienda Sanitaria dove operava da decenni sia Francesco Fortugno sia la sig.ra Maria Grazia Laganà (che intervistata negava tali infiltrazioni! Si legga la trascrizione: http://www.genovaweb.org/legalita/16102006_lagana.htm ), ora Deputato della Repubblica.

In quella Relazione si parla degli appalti, del personale (la cui responsabile, in quanto vice direttore sanitario è stata anche l’On. Laganà). Si parla delle risorse e procedure di assegnazione/assunzione, effettuate da una struttura pubblica, con soldi pubblici. Informazioni, quindi, pubbliche e non secretabili.

E’ certo e risaputo che nel nostro Paese sono “criminali” coloro che indicano e denunciano gli atti illeciti e non chi li commette. E’ ormai dato di fatto che quando si tratta di parlare o scrivere della manovalanza mafiosa, tutti sono pronti, mentre quando si tratta di indicare, sulla base di atti ufficiali e pubblici, colletti bianchi (in questo caso “camici bianchi”) ed il livello di protezione e connivenza nell’ambito di Istituzioni ed Enti Pubblici, cala il sipario e tutti (praticamente) tacciono.

Siamo il Paese dove si nascondo i cognomi di persone per evitare che si scoprano le parentele (vedi il caso di Cogne!). Siamo il Paese in cui vi sono (e dopo le leggi vergogna sulla giustizia, ancora di più) veri e propri, consacrati e intoccabili, Porti delle Nebbie.

Certamente tra i citati vi sono parenti di persone influenti, o amici degli amici di alto o medio livello. Non sappiamo, per fare un esempio, di chi sia ad esempio parente l’Arch. Galletta e così per gli altri dei citati. Ma se si vuole nascondere questa Relazione, con tanto accanimento, violazione palese delle procedure, confusione tra “riservatezza” e “segretezza”, significa che tutto  vuole essere lasciato nel silenzio, nel dubbio. Ciò, rappresenta senza dubbio, un contributo al dramma della sfiducia nelle istituzioni e nello Stato.

Abbiamo chiesto pubblicamente l’intervento del CSM e chiediamo l’intervento del Vice Ministro Minniti. Questi in diverse occasioni pubbliche, tra cui la trasmissione AnnoZero di Santoro sulla RAI, ha dichiarato che il testo della Relazione deve essere letto in tutte le Scuole per comprendere il livello e le modalità dell’infiltrazione e del condizionamento della mafia e della ‘ndrangheta nella cosa pubblica. Ed allora venga ufficialmente dichiarato che la relazione non è coperta da Segreto d’Ufficio, così che nessuno possa continuare a perseguire sulla base di un’interpretazione che risulta palesemente in contrasto con la realtà.


>>>>L’AZIONE PENALE E GLI ATTI REPRESSI-CAUTELARI

Il responsabile del nostro sito, Presidente della nostra associazione, Christian Abbondanza, è  indagato, assieme a Vittorio Zucconi, direttore di Repubblica.it, dalla Procura di Reggio Calabria per aver pubblicato e diffuso la Relazione sulla ASL di Locri della Commissione d’Accesso, per i delitti di cui agli artt.. 110, 117, 326 C.P..

I giornalisti di Democrazia Legalità hanno subito una perquisizione armata il 27 ottobre all’ora dei “camorristi”, con sequestro di computer, supporti informatici e documentazione cartacea. Con il Direttore della testata, Elio Veltri, sono anche loro indagati per i medesimi reati. La perquisizione ed i sequestri, nelle abitazioni, sono stati effettuati senza l’assistenza di un legale, anche in considerazione del fatto che la Procura della Repubblica di Reggio Calabria ha nominato un difensore d’ufficio che da tre anni si è trasferito al Foro di Milano!

Il 3 novembre, senza alcuna notifica, sono state oscurate le pagine internet del nostro sito (www.genovaweb.org) e del sito di Democrazia Legalità (www.democrazialegalita.it), ove era pubblicata la Relazione. La relazione, a quanto ci risulta, a seguito di una “visita” della Polizia Postale, è ‘svanita’ anche dal sito di Repubblica.it (http://www.repubblica.it/2006/10/sezioni/cronaca/inchiesta-asl9-fortugno/inchiesta-asl9-fortugno/inchiesta-asl9-fortugno.html).

Il 3 novembre, nella serata, Democrazia Legalità si è vista bloccare letteralmente il sito, che è stato posto sotto sequestro, sempre senza alcuna notifica, ne al Direttore ne ai responsabili.

Il 7 novembre, dopo insistenti nostre telefonate, siamo riusciti ad essere “notificati”. Ma non abbiamo ricevuto la notifica del procedimento penale (n° 2243/06 R.G. notizie di Reato – Procura della Repubblica presso il Tribunale ordinario di Reggio Calabria). Abbiamo avuto solo il “seguito”. In questo modo non abbiamo nemmeno potuto nominare, come previsto dalla legge ed in violazione palese del Diritto, il nostro legale di fiducia (che già sta seguendo la vicenda), Avv. Alfredo Galasso.
Sempre – e solo - il 7 novembre ha ricevuto notifica anche Elio Veltri.

E’ folle tutto, in questa storia. Non abbiamo mai avuto il piacere di conoscere, ad esempio, Vittorio Zucconi e ci troviamo indagati con lui, in concorso nella violazione di Segreto d’Ufficio. Si afferma nel provvedimento che noi, come Elio Veltri e gli altri amici di Democrazia e Legalità, potremmo costituire pericolo per un reiteramento della violazione con diffusione della Relazione.

Ma allora: perché il portale di libero.it può continuare a diffondere la relazione?
( http://canali.libero.it/affaritaliani/upload/re/0001/relazione_locri1.pdf )

Ma allora: perché il sito dei Comunisti Italiani della Calabria può continuare a diffondere la relazione?
( http://www.comunisticalabria.org/studi/relazione_locri.pdf )

Ma allora perché il Sole 24 Ore può leggere alla Radio 24 tutti i giorni (ha iniziato il 30 ottobre) la stessa Relazione, ascoltabile anche on line?
(http://www.radio24.ilsole24ore.com/fc?cmd=sez&chId=40&sezId=11631 )

Perché diverse televisioni locali della Calabria fanno la stessa cosa del Sole 24 Ore?

E perché, sempre in Calabria, ciò è proibito – con tanto di due perquisizioni e sequestri – al quotidiano Calabria Ora?


Perché sono stati “pubblicamente” sequestrati e censurati i link solo dei siti che non hanno protezioni politiche e coperture economiche, come noi e Democrazia e Legalità? Se è stato posto sotto sequestro e bloccato completamente il sito del periodico di Elio Veltri, la stessa sorte sarà riservata al nostro, a quello di Repubblica.it o quello della Radio del Sole 24 Ore, o ancora quelli del portale liberto.it e quello dei Comunisti Italiani della Calabria?


>>>>IN CONCLUSIONE

Noi non cediamo e continuiamo a diffondere i link dove è possibile scaricare la Relazione, abbiamo realizzato una pagina speciale con tutte le trasmissioni di Reporter24 della Radio del quotidiano di Confindustria  dove la si può ascoltare (http://www.genovaweb.org/legalita_2/radio24_sole24ore.htm ).

Diamo naturalmente piena ospitalità sul nostro sito al periodico on line “Democrazia Legalità”.( http://www.genovaweb.org/democrazialegalita )

Abbiamo promosso un dossier (che non è stato censurato o sequestrato) sulle altre società e soci, partendo dai “citati” dalla Commissione d’Accesso nella Relazione, al fine di permettere (agevolare) la verifica su quali altri settori e enti della pubblica amministrazione vi siano infiltrazioni della ‘ndrangheta ( http://www.genovaweb.org/materiali/dossier_asl_locri.pdf ).
Continuiamo a porre le domande sul perché questo tentativo di mettere a tacere una vicenda inquietante, tanto quanto il panorama che emerge dalla Relazione.

Aggiungiamo solo un’altra domanda. Perché si tace sulla vicenda? Perché nessuno scrive dell’azione penale attuata dalla Procura di Reggio Calabria nei confronti, oltre che nostri, del Direttore di Repubblica.it, Vittorio Zucconi, e del Direttore e giornalisti di Democrazia Legalità, ed ancora del Direttore di Calabria Ora, Paride Leporace?

Una volta si cercavano gli scoop. Adesso sembra ci sia la rincorsa ad arrivare ultimi, anzi a non arrivare mai. Un’iniziativa come quella intrapresa da alcuni giudici della Procura di Reggio Calabria è estremamente pesante e allucinante, oltre che al di fuori delle procedure regolari, viziando alla radice al legittimità e la legalità di tali provvedimenti (prima agisco e poi, forse notifico e se notifico una parte, impedendo l’azione difensiva, che nel processo penale è stata posta allo stesso piano della pubblica accusa). Elio Veltri ha commentato da Radio24: i giudici della Procura di Reggio Calabria è un oltre un anno che non hanno cavato un ragno dal buco sull’omicidio Fortugno. Adesso fanno queste cose un po’ diversive.

Se la volontà che sta dietro a questa allucinante azione, a danno di chi ha pubblicato la Relazione, era -ed è- quella di intimidire di fatto chi, a conoscenza di documenti ufficiali pubblici - certamente pesantemente scomodi –, sceglie di diffonderli, fedelmente alla Costituzione, trova acquiescente servilismo nel silenzio assordante, che dal pressoché totale mondo dell’informazione arriva. Tacendo questa notizia, questi fatti, non si fa che accogliere, accettandola incondizionatamente, questa intimidazione, tacendo pur a conoscenza dei fatti, per non “turbare”, rinunciando di fatto (almeno si abbia il coraggio di dichiararlo) al dovere di una libera e completa informazione.

Ringraziamo i Parlamentari che hanno promosso Interrogazioni e interventi verso il Governo su questo folle e inquietante susseguirsi di fatti e che non vogliono far cadere nel silenzio il contenuto (ed i rapporti mafia-politica-affari) che emergono dalla Relazione, auspicando che giungano rapide e concrete risposte.



L’Ufficio di Presidenza
Christian Abbondanza, Simonetta Cartiglio, Enrico D’Agostino






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