15.11.2006 - Comunicato Stampa

TI SVEGLI E TI SCOPRI D'ESSERE: UN SEGRETO DI STATO

Sequestrato - sempre dalla Procura di Reggio Calabria - il dossier della “Casa della Legalità - Osservatorio sulle Mafie” sulla Asl di Locri. I colletti bianchi hanno timore? Curioso: anche quello sarebbe Segreto di Stato? Ma dove è la parcella per lo studio da noi fatto?

La follia non ha limiti. Dopo il sequestro e l’oscuramento (sui siti di Casa della Legalità, Democrazia Legalità, Repubblica, Comunisti Italiani, Gil Botulino) della Relazione sulla Asl di Locri della Commissione d’accesso (atto amministrativo di un procedimento concluso con il Commissariamento decretato dal precedente Governo), dopo il silenzio della stampa nazionale, un nuovo atto chiaramente intimidatorio, per far tacere sui rapporti, le complicità, le infiltrazioni, le connivenze (e convivenze, anche magari per parentela), dei colletti bianchi della classe dirigente in Calabria (ma non solo) con i mafiosi. Eppure le, poche carte pervenuteci, portano i simboli dello Stato, quale ulteriore sfregio alla Costituzione ed allo Stato di diritto dobbiamo aspettarci?.

Dalla lettura di questa nuova notifica, sempre della stessa Procura, dello stesso pm Giuseppe Lombardo, (non della DDA) nell’ambito del medesimo procedimento penale 2243/06, apprendiamo di essere indagati sempre per i delitti di cui agli artt. 110, 117, 326 C.P., oltre che con:
- Vittorio Zucconi, direttore responsabile di Repubblica.it;
- Elio Veltri, Roberta Anguilesi, Marco Ottonelli, direttore e giornalisti di democrazialegalita.it;
- Paride Leporace direttore del quotidiano Calabria Ora
anche con:
- Perrino Angelo (direttore responsabile della testata giornalistica su web canali.libero.it);
- Pantano Agostino (responsabile comunisticalabria.org – organo della Segr.Regionale del PdCI);
- Santalmassi Giancarlo (direttore responsabile de Il Sole 24 Ore e Radio 24);
- Andreacchio Pasquale (responsabile del sito web badolato.info).

Oltre alla infondatezza generale del Procedimento, risultano compiute non uno ma molteplici errori di procedura vizianti radicalmente l’azione penale messa in atto, venendo ora evidente l’assoluta “devianza” delle indagini. Infatti si afferma che noi, avremmo aggirato il provvedimento di sequestro della Relazione, ripubblicandone stralci nel Dossier. Ma se quel Dossier è on line dal 27 ottobre 2006 (proprio nel giorno della perquisizione armata – con sequestri – all’ora dei camorristi nelle abitazioni dei giornalisti di Democrazia e Legalità a Firenze), mentre il sequestro del nostro sito è stato effettuato il 3 novembre (e notificatoci il 7). Quindi quale “aggiramento” del sequestro? Piuttosto una volontà persecutoria da parte del sostituto procuratore Lombardo, figlio d’arte dell’ex Procuratore Capo di Locri, Rocco, che, estraneo alle indagini di mafia in quanto non componente della DDA, continua ad affermare che esistono indagini, di fatto, sulla mafia, esterne alla DDA nella procura di Reggio Calabria.

E poi: se il Dossier sulla Asl di Locri, che come “Casa della Legalità – Osservatorio sulle Mafie” abbiamo redatto (e non siamo un Ufficio o Servizio di Stato) è un Segreto di Stato, allora, cortesemente, versare la parcella per la consulenza sul conto della “Casa” (gli estremi sono su sito).

Ed ancora se non è possibile pubblicarne brevi stralci e/o sintesi, allora sicuramente sono state sequestrate tutte le copie dei quotidiani che le hanno pubblicate (oltre che nelle redazioni, nelle biblioteche e nelle case dei lettori). Una rete d’intelligence straordinaria quella del pm Lombardo, ma perché non la mette a disposizione delle indagini della DDA sulla ‘Ndrangheta?

Quale segreto di Stato è mettere una dopo l’altra le ditte dei soci, delle aziende che le diverse ‘ndrine utilizzavano per dominare la ASL di Locri, vorremmo davvero saperlo.
Visure camerali pubbliche, naturalmente omessi i dati sensibili, sono certo strumento utile per capire, inequivocabilmente, quali altri Enti o Strutture pubbliche (scuole, ospedali, comuni, province, magari Regione con 22 indagati su 50 consiglieri,….) hanno rapporti di affari con l’onorata società. E’ questo che c’è nel dossier, per deduzione quindi, si potrebbe dire che il Segreto di Stato sta qui: Rendere evidenti i legami, le connivenze e le alleanze tra la ‘Ndrangheta, l’economia, le Istituzioni (cioè parte dello Stato). Allora lo si dica.
 
Noi andiamo avanti! La verità non è cancellabile. Anche se è scomoda – ormai in modo evidente – per alcuni, crediamo anche, in alte sfere. Ma non ci sono nomi intoccabili, sia chiaro! 
Per assurdo, in questo paese, per combattere le mafie: I fought the law. (come la sezione dedicata a questa lucida follia sul nostro sito www.genovaweb.org)







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