22.05.06 - dal sito di Libera www.libera.it

   Subito contro la guerra: via i militari dall'Iraq

La Casa della Legalità e della Cultura di Genova, di Locri e di Firenze, insieme al gruppo dei ragazzi di Locri della "Gurfata" aderisce all'appello e invita ad aderire, senza se e senza ma!

APPELLO

Subito contro la guerra: via i militari dall'Iraq
Onorevoli deputate e deputati, onorevoli senatrici e senatori,
questo appello, scritto nell'ora tragica in cui le vittime di guerra italiane
dei due teatri di guerra Iraq e Afghanistan, tornavano in Italia per ricevere i
funerali di stato, cade anche nel momento in cui il nuovo Parlamento
della Repubblica ha appena iniziato í suoi lavori.

Vorremmo che fosse un nuovo inizio o meglio una svolta.
Una decisa svolta in politica estera con scelte coraggiose
per una vera politica di disarmo, per attuare con scelte concrete
l'articolo 11 della nostra Costituzione.

Poiché, secondo l'articolo 11, non è possibile usare la guerra come
mezzo per risolvere le crisi internazionali, la prima scelta che si
impone, che chiediamo al nuovo Parlamento, è quella di interrompere le
missioni militari in teatri di guerra e ritirare le truppe italiane
dall'Iraq e dall'Afghanistan.

L'unica verità della guerra sono le sue vittime.

Purtroppo in tanti ci accorgiamo di questa verità solo quando
le vittime sono i soldati italiani e fatichiamo a realizzare questa
stessa verità quando le vittime non le vediamo, sono «altre», anche se
abbiamo saputo in modo indiretto che migliaia di persone sono state
trucidate a Falluja, a Ramadi, torturate a Abu Ghraib, bombardate nei
villaggi afghani o saltate in aria e mutilate dalle cluster bomb sia in
Afghanistan che in Iraq.

Ma se è vero che l'unica verità della guerra
sono le sue vittime, se è vero che in nome di questa verità migliaia di
persone sono scese in piazza con la bandiera arcobaleno nel nostro
paese, reclamando una politica di pace, allora vi chiediamo, facendo
appello alla libertà di coscienza, e al rispetto dell'articolo 11 della
nostra Costituzione, di porre fine alla presenza militare italiana in
Iraq e in Afghanistan, decidendo di non rifinanziare queste missioni di
guerra.

Le missioni di pace devono tendere alla pacificazione e alla
ricostruzione, pertanto dovrebbero essere senza armi, a nostro parere,
senza eserciti, fondate sulla cooperazione con gli altri popoli, sulla
diplomazia, sul dialogo e la solidarietà. L'intero sistema di
intervento va ripensato all'insegna di una nuova politica estera.

Ma per l'immediato, per salvare vite umane, per interrompere la spirale di
morte, per operare una pressione internazionale che provochi la fine
delle occupazioni militari, chiediamo che il Parlamento italiano dia un
segnale forte di discontinuità, immediatamente e senza ambiguità.

II nostro saluto sia con le parole di Gandhi:

«Non c'è una strada che
porta alla pace, la pace è la strada».

Primi Firmatari:

Don Luigi Ciotti
Tonio Dell'Olio
Gino Strada
Alex Zanotelli



N. B
Tutte le persone e le
associazioni che si sentono impegnate per la pace e la difesa
dell'articolo 11 della Costituzione, per rendere visibile l'ampia unità
del popolo della pace, possono aderire a questo appello scrivendo a:
parlamentodipace@gmail.com

 






Fondazione Caponnetto
Libera contro le mafie
Libera Terra
Narcomafie
Gruppo Abele
Addiopizzo
Riferimenti
Rete del Bottone
Fondazione Falcone
ANM
Emmedi
Movimento x la Giustizia
Cuntrastamu
Antimafiaduemila
Associazione Antiracket
Peppino Impastato
Democrazia e Legalità
Centro Impastato
Centomovimenti
 MicroMega
Giustizia e Libertà
Sconfiggiamo la mafia
No Tav
Coord. No Tav Genova
SocialPress
Piero Ricca
Marco Travaglio
Beppe Grillo
Daniele Luttazzi
Sabina Guzzanti
Dario Fo
Franca Rame
Michele Santoro
MegaChip
Arcoiris
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Uomini Liberi - Savona
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