Genova, 21 aprile 2006

NOTA STAMPA dell'Ufficio di Presidenza

Qualche differenza c'è...parola dell'autorità costituita


Qualche differenza c’è, e su diversi aspetti.
La più evidente è la collocazione geografica. Le mafie che nel Sud sparano al Nord operano in modo estremamente invisibile, puntando quando è il caso ad “incidenti”. Questo comporta che a Genova combattere, denunciare e segnalare le organizzazioni mafiose, i loro appartenenti, i loro fiancheggiatori e manovali, non comporti elevati rischi per l’incolumità di quei cittadini che collaborano con lo Stato. Al Sud la situazione è diversa, estremamente pericolosa.Le minacce di morte, le intimidazioni degli ambienti legati alla ‘Ndrangheta ed a Cosa Nostra, non sono concretizzabili nella città di Genova. Questo dato viene dai fatti e dagli uffici preposti all’ordine pubblico del capoluogo ligure. E deve essere preso come segnale di incoraggiamento ai cittadini perché collaborino maggiormente con le autorità repressive e giudiziarie, in quanto anche denunciando le attività, i nomi, i luoghi di azione delle mafie, non si corre alcun rischio concreto.
Noi ad esempio, come Casa della Legalità – Osservatorio sulle Mafie, da mesi collaboriamo con gli uffici preposti al contrasto alle mafie, segnalando e denunciando, collaborando fattivamente per il supporto al primo collaboratore di giustizia della ‘Ndrangheta, proveniente proprio dalla zona di Rivarolo a Genova, per diversi mesi, sia per l’ospitalità che per gli spostamenti. Abbiamo collezionato minacce ed intimidazioni, dal settembre 2005 sino allo scorso fine settimana (in quest’ultimo caso davanti agli agenti dei Carabinieri, al mercato rionale di Certosa). Come ci è stato detto dalla funzionaria preposta della Questura: “siete liberi cittadini, non autorità, che possono fare quello che ritengono, e che gli Uffici valutano non ci siano alcune motivazioni per essere preoccupati”, e quindi noi diciamo: andiamo avanti, nel fare i nomi e cognomi, dei mafiosi, delle collusioni e delle convivenze. Combattere la mafia è una cosa giusta, dovere di ciascun cittadino e questo intendiamo continuare a fare, anche considerando che i colpi inflitti al Nord, soprattutto tra i colletti bianchi o grigi, quale sia stato il candeggio, è fondamentale per colpire le organizzazioni mafiose e quindi indebolirle e renderle maggiormente vulnerabili nelle terre del Sud.Fortunatamente le preoccupazioni sul rischio per la struttura e la nostra incolumità, portati dalla Procura Nazionale Antimafia, dal Centro Operativo della DIA, sia dal funzionario preposto della Prefettura, sia anche dalla Fondazione Antonino Caponnetto ed Elisabetta Baldi Caponnetto, risultano infondate al giudizio dei Responsabili dell’Ufficio preposto della Questura.
Averlo saputo, i Nucleo Operativi di Protezione, avrebbero potuto evitare di pattugliare costantemente la nostra sede durante la permanenza della Collaboratrice di Giustizia.
Andiamo avanti, senza alcuna protezione, ed il 29 aprile partiamo per Locri.






Fondazione Caponnetto
Libera contro le mafie
Libera Terra
Narcomafie
Gruppo Abele
Addiopizzo
Riferimenti
Rete del Bottone
Fondazione Falcone
ANM
Emmedi
Movimento x la Giustizia
Cuntrastamu
Antimafiaduemila
Associazione Antiracket
Peppino Impastato
Democrazia e Legalità
Centro Impastato
Centomovimenti
 MicroMega
Giustizia e Libertà
Sconfiggiamo la mafia
No Tav
Coord. No Tav Genova
SocialPress
Piero Ricca
Marco Travaglio
Beppe Grillo
Daniele Luttazzi
Sabina Guzzanti
Dario Fo
Franca Rame
Michele Santoro
MegaChip
Arcoiris
Report
AnnoZero
BluNotte
Uomini Liberi - Savona
GilBotulino - Calabria