La Casa della Legalità - Osservatorio sulla Criminalità e le Mafie, consapevole della responsabiltà conseguente a questo lavoro, pubblica le tabelle indicanti le mafie italiane e straniere presenti ed operanti a Genova ed in Liguria, con l'indicazione dei settori di attività, di clan e famiglie di appartenenza e riferimento e luoghi di origine. Il lavoro è stato reso possibile estrapolando dai documenti pubblici (le Relazioni semestrali della DIA dal 1998 al 2004 e gli studi di Omicron sulla base delle documentazioni dello SCICO).

Questo lavoro e quanto verrà pubblicato nei prossimi giorni e settimane, vuole far sì che sia assunta una consapevole conoscenza della fenomeno e radicamento storico delle mafie nel capoluogo ligure e nelle altre province della regione. Prendere coscienza di questa presenza, significa adottare inziare a chiamare fatti ed episodi criminosi quotidiani con il loro nome, e non nascondersi i "crimini mafiosi" perpetuati e consumati anche nel nostro territorio. La conoscenza, l'ammissione della loro esistenza, significa attivare gli anticorpi all'omertà, alla paura, alla convivenza e connivenza. Occorre chiamare le cose con il loro nome e combatterle a viso aperto. Occorre una dichiarazione forte in questa direzione da parte di tutti i soggetti istituzionali: combattere le mafie non è solo solidarietà e sostegno alle popolazioni del sud del Paese, dove la forza mafiosa è ben più consistente e radicata, ma è anche
denunciare e contrastare, senza alcuna convivenza o possibilità di connivenza e complicità, le cosche e le attività criminose delle vecchie e nuove mafie a Genova ed in Liguria, come in ogni altra regione siano e sono esse presenti ed attive. Solo colpendole in ogni settore ed in ogni luogo, impedendo l'esercizio dei illeciti, del loro riciclaggio e della conseguente "ripulitura". Bloccare il cumolo dei beni, significa spogliarli di una forza essenziale e dare coraggio a chi è vittima di denunciare.

Fare questo significa anche contribuire alla ri-costruzione di una coscienza civile e cultura della legalità, capace di far sì che nessuno possa pensare che le mafie solo perchè non sparino possano rappresentare una risorsa o un aiuto ai soggetti deboli. Le Mafie, la loro cultura e azione, sono figlie dell'illegalità, si nutrono attraverso lo sfruttamento dei soggetti più deboli. L'illegalità è un costo per tutti, soprattutto per chi ha meno, per chi è più povero, per chi non è un potente. Signifiica rompere il muro di omertà, il silenzio che in ampi spazi di territorio e comunità avvolge la presenza e l'attività della criminalità, perchè in esso, per degrado urbano e sociale e/o per riproduzione dell'humus proprio delle regioni meridionali storicamente poste sotto il controllo delle cosche.

Andremo avanti anche per sostenere e collaborare attivamente con le Forze dell'Ordine e la Magistratura, al fine di poter colpire e reprimere la criminalità organizzata.

Andremo avanti nello studio di questo "antistato", osserveremo la realtà che ci circonda, accoglieremo le segnalazioni, segnaleremo e denuncieremo alle autorità competenti. Ma continueremo anche il viaggio nelle Scuole, con lo stesso spirito di 'nonno Nino' e 'nonna Betta', per far capire che la cultura della prepotenza, dell'arroganza, della mafia non paga, danneggia tutto e ciascuno. Spiegheremo ancora che "il fresco profumo di libertà" dipende solo dalla forza di ciascuno di affermare e "rivendicare" i propri diritti di cittadino. Lo Stato è ognuno di noi e non lasciamoci mettere in un angolo da soli, insieme si può.

Christian Abbondanza
Simonetta Castiglion




Nella riorganizzazione delle diverse mafie, è da sottolineare la prontezza di risposta al fenomeno della globalizzazione; la capacità di collaborazione tra mafie italiane e tra queste e le straniere (escludendo quelle Cinese e Nigeriana) si fonda su un coordinamento di azioni criminose, con una divisione di settori di attività e ruoli di "direzione" e "esecuzione". La divisione territoriale è venuta meno, diversi sodalizi criminosi coinvolgono appartenenze ad organizzazioni mafiose diverse ed etnie diverse.

Un cambiamento che certamente è anche consegue alla riorganizzazione interna delle mafie italiane e dalla necessità di "razionalizzare" i traffici illeciti.
Se Cosa Nostra ha compiuto la scelta strategica di ridurre al minimo le affiliazioni alle famiglie puntando molto sull'utilizzo dei "finacheggiatori", manovalanza mafiosa che non è parte integrante delle Famiglia ma che si limita ad eseguirne gli ordini, l'Ndrangheta, oggi la mafia italiana certamente più potente per disponibilità di liquidi e legami/radicamento sul territio nazionale, ha adottato un'organizzazione di coordinamento tra le 'ndrine molto vicina al modello di coordinamento di Cosa Nostra.

Oltre all'indicazione fornita dello schema, occorre tenere bene presente la collaborazione stretta con la criminalità organizzata francesce, per la Liguria ( e non solo) in particolare la Marsigliese,
sponda essenziale per i traffici lungo la frontiera, i passaggi tra Spagna e nord Europa e per i viaggi e rifugi dei latitanti.

La divisione di setteri d'intervento discende anche dalle 'semplificazioni' logistiche: l'Albania ad esempio è molto vicina e legata alla mafia turca con cui, dalle operazioni svolte, è centrale il traffico di eroina, mentre con la criminalità Magrebina è più facile il trasposto dalle regioni del nord Africa delle cosidette droghe leggere. Per quanto rigiarda la Cocaina, l'anello di congiunzione con le criminalità sud-americane è costituito principalmente dall'Ndrangheta che, a seconda delle rotte delle sostanze può "appaltare" il trasporto e lo spaccio alle più diverse organizzazioni.
La collaborazione vede come altro settore portante quello della tratta degli esseri umani, con l'immigrazione clandestina, lo sfruttamento della prostituzione ed il traffico di armi, soprattutto con i paesi dell'est e quindi con le criminalità organizzate nate negli stati dell'ex blocco sovietico.
Esaminando le indicazioni delle Relazioni Semestrali della Dia ed in particolare le Operazioni effettuate e Collaborazioni internazionali messe in atto con i diversi organismi anticrimine, abbiamo steso una tabella indicativa riportata qui sotto.
A breve sarà anche pubblicata una sintesi riguardante il traffico internazionale (e nazionale) dei rifiuti, altro settore in cui le mafie operano.
PROIEZIONI DELLE MAFIE ITALIANE SUL TERRITORIO NAZIONALE
(dagli elaborati della DIA contenuti nella Relazione del 2002)
'NDRANGHETA COSA NOSTRA
CAMORRA SCU -CRIM.ORG. PUGLIESI