GENOVA - NOVEMBRE 2005

Sul racket del 'pizzo' e altre attività delle mafie a Genova

di Christian Abbondanza e Simonetta Castiglion


Da quanto abbiamo appreso dalle segnalazioni giunteci, in forma confidenziale da esercenti e cittadini impegnati socialmente in diversi settori, risulta che il fenomeno del 'pizzo' coinvolge, a seconda delle zone, tutte le organizzazioni criminali Cosa Nostra, 'ndrangheta e Camorra.

Un fenomeno che risulta, anche alla luce della paura degli stessi individui che ci hanno contattato, difficile da contrastare senza la volontà di denuncia da parte delle vittime, e con conseguenze pesanti sia per le vittime, sia per la comunità in generale. Infatti il pagamento del 'pizzo' impone agli esercenti di doversi garantire un'entrata maggiore e ciò ricade sul consumatore, sul prezzo che questi deve pagare per un prodotto assoggettato alla "tassa mafiosa". Questo sia quando il pagamento all'organizzazione mafiosa avviene con denaro contante, sia quando il pagamento avviene con la fornitura di prodotti ai "rappresentanti" dell'organizzazione mafiosa in modalità gratuita.

Questo fenomeno non è uniforme su tutto il territorio, ma concentrato in alcune zone, quelle prescelte dalle mafie per ragioni di opportunità. Come è variabile la cifra, quasi un adattamento all'andamento del mercato delle rivendicazioni criminali.

Da zona a zona cambiano anche le modalità di "rappresaglia" verso quanti decidono di non pagare.
Dove siamo in presenza di organizzazioni mafiose, in particolare Cosa Nostra ed 'ndrangheta, insediate presso zone ove le comunità di abitanti sono in buon parte, se non in maggioranza, comunità composte da famiglie di origini siciliane o calabresi (come ad esempio il caso di Rivarolo e Bolzaneto), queste hanno un terreno più fertile e possono attuare pressioni sul tessuto commerciale facendo leva su una cultura non ostile. In questi contesti il 'pizzo' è visto come contributo per le esigenze dell'organizzazione mafiosa, che viene chiesto agli esercenti più attivi in quel periodo, saltando chi ha avuto difficoltà, chiedendo somme non elevate, ma quanto basta a far comprendere il controllo di quel pezzo di territorio, garantendosi omertà e silenzi, più che una fonte di guadagno ingente, garantita invece dalle altre attività (droga, prostituzione, gioco d'azzardo, scommesse, lavoro nero - caporalato). Chi non paga, come chi non si piega agli inviti delle organizzazioni (collocazioni di videopoker o slotmachine con premi in soldi, ad esempio) non vede il proprio negozio bruciare o altri delitti visibili, si vede invece colpito dalla "cattiva pubblicità" in quanto l'organizzazione mafiosa con i suoi adepti interni e finacheggiatori diffonde l'invito alla comunità di non entrare, di non comprare da quell'eservente che nega il sostegno all'Organizzazione. Non per condivisione o appartenenza, ma per una cultura radicata della paura, la comunità non rifiuta l'invito e chi non si è piegato al 'pizzo' o chiude o deve ricredersi e pagare.

Dove non esiste un terreno così fertile le Organizzazioni criminali non hanno però timore ad usare i classici interventi intimidatori, arrivando a colpire con furti ripetuti, incendi e danni l'esercizio o l'impresa. Recente, nella sua chiarezza, il caso del commerciante che si è visto bruciare nella stessa notte la macchina parcheggiata sotto casa ed il negozio in tutt'altro quartiere della città. Se poi ci spostiamo nel ponente ligure lì arriviamo anche ai colpi d'arma da fuoco verso le vetrate e serrande, o le auto in sosta, dei commercianti o imprenditori che non si piegano alle mafie.

Sono indubbiamente più sottolini e silenziosi i mezzi che le mafie prediligono perchè danno meno nell'occhio, sono meno dimostrabili e lasciano meno tracce su cui investigare e ricercare prove certe per colpire e debellare la rete del 'pizzo', ma non disdegnano alzare il tiro, anche nella nostra città e regione del Nord.

Cosa Nostra e 'Ndrangheta, ma anche la Camorra, si offrono come una sorta di 'assicurazione', danno numeri telefonici da contattare in caso di bisogno: loro, le organizzazioni criminali, garanti della tranquillità del territorio, perchè non avvengano fatti che portino presenze frequenti e attività investigative delle Forze dell'Ordine. Se succede qualcosa chi paga il 'pizzo' può chiamare gli "amici" e non i numeri di emergenza e tutto si risolve, se ti rubano la moto chiami loro e poi la ritrovi il giorno dopo qualche metro più in là e magari con il pieno di Benzina, per fare un esempio.

Occorre stroncare questa piaga, che giorno dopo giorno, permette alle cosche mafiose di controllare e condizionare sempre di più il territorio e l'economia. E' possibile farlo, perchè siamo convinti che vi siano reparti investigativi e repressivi preparati ed una magistratura attenta e con le competenze ad affrontare questo fenomeno.

Quello che è essenziale è la collaborazione dei cittadini, degli esercenti e degli imprenditori che vengono avvicinati per le richieste ed offerte delle mafie. Queste possono evitare il rischio di piegarsi ai sodalizi criminali, possono segnalare da subito ai settori competenti delle Forze dell'Ordine, come della DIA, i fatti. Ma sappiamo che la denuncia diretta, almeno da subito risulta spesso improponobile.

Per questa ragione come Osservatorio sulla Criminalità e le Mafie della Fondazione Antonino Caponnetto presso la Casa della Legalità di Genova (via sergio piombelli 15), stiamo cercando di incoraggiare ed incentivare le vittimi di tale reato a non cedere alla paura e permettere alle Autorità competenti di intervenire. Cercheremo di raccogliere il numero maggiore e più preciso di indicazioni da passare agli organi preposti dello Stato affinchè possano essere utile strumento di approfondimento d'indagine e di azione risolutiva.
L'intervento di invito alla collaborazione con FFOO che cerchiamo di promuovere quotidianamente, vuole spiegare che è solo segnalando che possono essere richieste ed attivate le indagini, che con i nuovi mezzi tecnologici a disposizione possono essere estremamente efficaci e meno visibili. Gli ex intoccabili, non verranno mai a sapere chi lì ha segnalati, e verranno perseguiti e colpiti.

Vi è qualcuno che nega che l'esistenza del 'pizzo' a Genova, come vi è chi nega la presenza della criminalità organizzata, questo è un atteggiamento pericoloso, che aiuta, spiana la strada a Cosa Nostra, alla 'ndrangheta, a Camorra ed alle altre organizzazioni criminali italiane o straniere che siano. Prendere atto che esistono, che operano da moltissimi anni e che si stanno evolvendo e sempre più infiltrando in settori strategici della nostra realtà, rinunciando ad un controllo totale del territorio, per concentrarsi, quasi vi fosse un equilibrio di convivenza prestabilito, su alcuni settori e ed alcune zone di territorio (per altro sempre più ampie), significa essere pronti a contrastarle su tutti i livelli: sociale, culturale, economico e repressivo. Solo nel momento in cui le vittime del 'pizzo', come dell'usura e degli altri gravi delitti, sentono da parte delle Istituzioni tutte, come degli organi di informazione, che si è consapevoli dei movimenti sotterranei, di questa mafia resasi invisibile appositamente dopo la stagione stragista, possono trovare quella forza necessaria per vincere una paura naturale rispetto a questo fenomeno criminale.

Per rendere maggiormente efficace il messaggio che le Organizzazioni Criminali di stampo mafioso possono essere colpite, risulterebbe estremamente utile un'azione nel settore del Gioco d'Azzardo, strettamente connesso al fenomeno dell'Usura e del controllo di ampi pezzi del territorio. Il fatto che esistano diffusamente (a Rivarolo praticemente tutti i bar hanno le famose slotmachine e videopoker) presenze di quelle famose "macchinette mangiasoldi" che dovrebbero dare premi in consumazioni ed invece (ben prima della modifica legislativa) danno premi in denaro, anche sotto gli occhi e la visibilità delle autorità preposte al controllo del territorio, non aiuta il cittadino a credere e mettersi nelle mani delle Autorità dello Stato. Questo anche alla luce del fatto che esiste una condanna pesante nei confronti della Famiglia Fiandaca, di Cosa Nostra, appartenente al clan Madonia-Emmanuello proprio per le vicende del gioco d'azzardo.

Altro settore sensibile alla presenza ed al controllo dell'organizzazione mafiosa, in questo caso prevalentemente della Camorra, è quello dell'abusivismo commerciale, ben visibile e diffuso su gran parte del territorio cittadino. Banchetti ed Api che vendono abusivamente merci alimentari (generalmente ortaggi e frutta) di sconosciuta provenienza si collocano solitamente in coincidenza dei mercati bisettimanali rionali e hanno libero commercio, anche considerando che vengono spesso effettuate multe da parte di alcuni degli agenti dell'Annona ma non ci risultano conseguenti sequestri di merci e mezzi così come sarebbe opportuno e come la legge prescrive. Solitamente questi abusivi hanno licenze fotocopiate e mezzi di non proprietà. In una seduta del Consiglio di Circoscrizione della Bassa Val Bisagno di alcuni anni fa, l'allora assessore al commercio Carlo Repetti, dichiarò che non si poteva fare nulla contro gli abusivi perchè questi erano legati alle organizzazioni criminali (chiedemmo in allora di custodire la registratazione della seduta alla Segreteria del CdC III Bassa Val Bisagno). Questo altro delicato settore, legato anche alle attività criminali di sofisticazione alimentare, potrebbe essere anche oggetto di una presumibile e diffusa corruzione, visto e considerato che i sequestri non scattano o che i Vigili Urbani dirigono spesso il traffico facendo attraversare le persone fuori dalle strisce pedonali perchè queste sono occupate abusivamente da Api e cassette degli abusivi, impone un azione di verifica generale e nelle carte delle contravvenzioni e dei sequestri.






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