Esperienze di ‘famiglia’
dialogo con Tiziana (Asia),
ex moglie di Vincenzo Mamone
a cura di Christian Abbondanza

Tiziana (ora Asia) -nella foto-, per se e per i figli, ha detto no all’appartenza alla famiglia Mamone, che la DIA nei suoi rapporti indica come appartenente al clan dei Mammoliti della ‘Ndrangheta. Per le pratiche legali si è separata nove anni fa da Vincenzo Mamone e si è divorziata nel 1999, dopo ben tre tentativi di fuga dalla casa della famiglia.
Sposata giovanissima, all’età di 18 anni, è stata anche addestrata a sparare, con esercitazioni costanti al Poligono. Non le mancava nulla, se non il fresco profumo di libertà che sperava, più che per sé, per i propri figli. Le avevano aperto aziende, ditte e partecipazioni in società estere, non sa nemmeno quanti conti esteri le possano aver intestato, visto che qui, a Genova si è ritrovata con fidi mai chiesti. Ogni cosa che è qui riportata e dichiarata nell’intervista è documentata da denunce e querele che sono al vaglio della Magistratura e dei reparti investigativi. Ma dopo le minacce giunte vuole che si sappia pubblicamente ciò che ha vissuto e visto perché non rimangano cose contenute in fascicoli, con concrete possibilità di prescrizioni, e con la paura che le minacce si traducano in concrete azioni contro la sua persona.

Per prima cosa, come è andata la separazione ed il divorzio?
Quando hanno incominciato a intravedere che non riuscivo più ad accettare e convivere in quell’ambiente, e pensando soprattutto a mio figlio che è l’erede prefissato a capo della famiglia, Vincenzo Mamone, mio marito, mi ha chiesto di effettuare la separazione per questioni fiscali. Questo avvenne nel 1996.

Cosa faceva trasparire il suo stato di insofferenza?
Ho tentato per tre volte di fuggire, ma mi hanno sempre rintracciata, al massimo dopo qualche ora. Ogni volta mi ritrovavo poi in ritiro spirituale dai frati della Madonna del Monte, dove Vincenzo mi portava anche in altre occasioni, in una delle quali ha incontrato Francesco Cossiga, più o meno ’97-‘98.

Quindi voleva staccarsi da quell’ambiente a tutti i costi?
Trascorsi i tre anni dalla separazione è giunto il divorzio. Con l’affidamento dei figli a me, poi dopo le richieste del padre è divenuto un affidamento congiunto. Ora mio figlio è maggiorenne e vive nell’appartemento datogli dal nonno Luigi Mamone, nella sua palazzina a Borzoli in Via Forte Monte Guano. Gli danno ogni cosa voglia, dalle macchine al resto e lui è contento così. Nella stessa palazzina, peraltro, ci sarebbe anche un appartamento che il giudice nella causa di divorzio ha assegnato a me ed ai figli, ma che per ragioni evidenti non posso abitare.
L’Avvocato che sì è occupato del Divorzio è Mario Gioia, ormai deceduto, trovato impiccato qualche mese fa nel suo Studio.

Perché ritiene di non poter vivere in quell’appartamento?
Sono state molte le minacce nei miei confronti e di chi mi sta intorno. Ho cambiato non so più quanti avvocati, nessuno voleva seguire le mie denunce. Anche alla Guardia di Finanza non hanno voluto prendere una mia denuncia. Gli avvocati mi dicono di non dire troppo, di non far verbalizzare perché diventa sempre più rischioso.
Mi hanno danneggiato le macchine che via via avevo, me l’hanno rubata davanti alla caserma dei Carabinieri. Mi hanno sporcato la macchina, come la porta di casa, con del sangue. Hanno sporcato di sangue anche l’auto di un mio collega.
Per ultimo: una uno Bianca ha tentato di buttare fuori strada l’auto del mio collega che si stava recando nell’entroterra. Dovevo andare con lui ad accompagnare un cliente, ma poi non sono andata. Probabilmente hanno pensato che la seconda persona a bordo fossi io, o forse era solo un altro segnale. Ho, abbiamo, denunciato sempre tutto, è l’unica tutela che ho.
Io ho cambiato nome, anche perché diventava difficile trovare lavoro o casa.

In che senso era difficile?
Vincenzo e gli altri della famiglia, comprese la cognata Signora Ines, moglie di Gino Mamone, mi hanno sempre deriso quando dicevo che volevo andarmene, che non volevo saperne più di quello che avevo scoperto dei loro affari. Mi dicevano che non avrei resistito, perché non ci si può mettere contro di loro.
Ho dovuto cambiare nome, cambiare molti lavori e case, oltre alle macchine.
Pensi che con mio padre avevamo comprato una Villa a Gavi, in via Gavi 8. Avevamo fatto un mutuo ed avevamo dato come garanzia un titolo di mio padre. Avevo già fatto domanda di residenza, a seguito della separazione perché mi avevano fatto togliere la residenza da casa loro, sempre per ragioni fiscali mi ribadivano. Poi i Vigili mi comunicano che la richiesta è stata e poi è stata data ad un certo Sofio Orlando. Fatto che mi era completamente estraneo.

Citava la Guardia di Finanza, per quali ragioni è coinvolta anche questo settore?
Mi avevano intestato di tutto, da società a negozi, da partecipazioni a società estere a conti. Ancora oggi non so quali e quanti conti esteri esistano intestati a me, ho chiesto che venissero effettuate delle verifiche dagli uffici preposti dello Stato.
Da quanto ho detto che non volevo avere più nulla a che fare con i loro affari, e con il divorzio me ne sono andata, hanno mandato in ‘tilt’ le aziende e tutto quello che mi avevano intestato. Mi hanno catapultato addosso debiti su debiti, ho cercato di chiudere quello che conoscevo e potevo ma per liquidare servivano soldi e quelli io non li ho.

Parlava di Società, partecipazioni. Qualche esempio è possibile?
Certo, anche di questo esistono esposti, denunce e inchieste che spero arrivino presto a colpire i responsabili.

La Cuoio srl di Albenga, in fallimento, nei cui magazzini sono stati trovati stupefacenti ed armi. A questa fanno riferimento la Supermarket Calzature ed un negozio di via Jori, ormai chiuso, Impero Calzature.
La società aveva una partecipazione francese (come molte altre peraltro). Qui troviamo Sofio Orlando (quello della casa di Gavi), sposato con Carla De Benedetti, e che vede attivo anche il figlio. Persone coinvolte anche nell’inchiesta sulla discarica di Alessandria della Eco-Ge.
I capitali erano soprattutto dei Gullace (nella foto accanto Carmelo Gullace), un tutt’uno con la famiglia Mamone. Padrini anche dei miei figli.

Sempre per restare ad un legame con l’oltralpe. Vi è la partecipazione nell’EDF. Oltre al 50% è della Intertam francese, l’altro 50% è della Intertal di cui il 50% è dei Mamone. Prima la sede sociale era a Milano, in Via Montenapoleone, ora è stata unificata a quella operativa di Genova presso le nuove aree di Campi. Si occupa del trattamento dell’Amianto. Di questa società mi hanno presentato un certo Piero Baldini, socio di minoranza. Un libanese francese, con una sorella nei Servizi Segreti Francesi.

In seguito mi hanno fatto aprire una società di assicurazioni la Goldbroker. Praticamente serviva gli appartenenti alle varie famiglie calabresi e su tutti i Mamone e Gullace. Si occupa di macchine, titoli e finanziementi, uno dei quali alla Cuoio srl.

Nel panorama familiare poi vi sono la Eco-Ge e la Tecnorein, questa inizialmente con un amministratore novantenne, poi sostituito con l’Ing. Maggi, morto prematuramente ed in ultimo non so. Entrambe queste società sono iscritte alla Fondazione vaticana Centesimus Annus (già coinvolta in Tangentopoli).

Per i Gullace poi mi ricordo di una società che sembrava far capo a loro, la Stocco & Stocco (vai al sito della Stocco & Stocco).

Ma si tratta della ditta che si occupa di stoccafisso, con sede in Calabria ma che vede i propri mezzi di trasporto viaggiare per tutta l’Italia? (nell'immagine a destra una pubblicità via web della società menzionata)
Mi sembra che sia quella.

Tutte aziende italiane, come mai pensa che le abbiano intestato conti esteri? Vi erano altre partipazioni con società straniere a parte della dell’EDF (comunque attraverso una società italiana)?
Vi era certamente la Silver Mount, amministrata da un Istituto svizzero, e seguita dal Dott. Gamba, commercialista di Milano e dal Dott. Bevilacqua. Questa era una società immobiliare che serviva per la gestione del patrimonio della famiglia Mamone.
Poi, che io sappia, vi era la Tamoil. Il contatto era tenuto dal Bevilacqua e con questa si trattava sempre di immobili. Per la Tamoil mi venne presentato, come referente, certo Antonio Tannauri.

E’ molto attiva la famiglia Mamone nell’imprendoria?
Tramite i fondi dei Gullace, soprattutto. Poi avevano molti rapporti con fidi e crediti da diverse banche: Carige, il loro contatto era il Dott. Berneschi, la BNL di via Roma con De Scalzo e Olivieri direttamente seguiti da Luigi Mamone, dove vi era un buco di 2-3 miliardi ripianato d’un colpo. Poi la Cariplo, dove mi avevano fatto aprire un conto e dopo qualche settimana vi erano già diverse centinaia di milioni, mi sono ritrovata un fido che non avevo mai richiesto o firmato. Alla richiesta di spiegazioni il funzionario mi replicò di stare tranquilla perché aveva fatto tutto Luigi Mamone che era anche il garante.
Poi erano a contatto con la Banca aperta a Montecarlo dalla famiglia di Licio Gelli, con cui Vincenzo Mamone aveva avuto rapporti. Mi presentarono il nipote di Gelli che seguiva gli affari del piduista. La Goldbroker, in Via Fiume 4 a Genova, era usata come luogo di incontro. In occasione di questi incontri mi è stato anche presentato un Generale francese, amico del Gambetta Massimo, che aveva lavorato nella famosa Area51 ed anch’egli legato alla P2.
Poi vi era Criscino Silvio di Genova Coronata, cognato di Mamone in quanto marito di Angela Mamone. Questi gestiva fondi della famiglia e dei Gullace. E ‘ stato anche coinvolto in un’inchiesta di usura, a seguito della denuncia dell’Impresa Cresta.

Parlava di P2. Vi sono quindi legami con ambienti della massoneria, oltre a quelli con i personaggi della Loggia di Licio Gelli, ufficialmente chiusa in quanto eversiva?
Certamente. Vincenzo, come gli altri appartenenti alla Famiglia sono iscritti e frequantano le riunioni che si tengono a Montecarlo e San Remo. Non so quale sia il nome della loggia, ma è quella che si riunisce tra il ponente ligure e Montecarlo, non quella che tiene le riunioni a Genova.
Poi ricordo anche di rapporti con Alberto Teardo e Lodovico Bevilacqua di Milano, già convolto in scandali di Tangentopoli ed alle vicende di Tanzi. Poi conoscevano e frequantavano l’ex Questore Molinari, recentemente ucciso a Savona, il cui figlio è molto amico di Vincenzo Mamone.

Prima parlava di famiglie calabresi in riferimento alla società di assicurazione che le avevano intestato ed a fondi utilizzati per attività d’investimento. Può dirci qualcosa in più?
I principali rapporti erano tra Mamone e Gullace, tanto che come dicevo sono stati i padrini dei miei figli. Facevano spesso riunioni a casa di Luigi Mamone a Borzoli, dove egli oltre al palazzo degli appartamenti già citati è anche proprietario dell’area ex Drheer, e accanto alla quale vi è anche la sede della Eco-Ge. Lì venivano varie persone di varie famiglie originarie della Calabria, poi cosa si dicessero in queste riunioni io non lo so, non vi ho mai partecipato.

E su simpatie e rapporti di altro tipo?
Vi sono i rapporti con i politici, praticamente tutti quelli che contano, sia attraverso la massoneria sia per attività varie. Come rapporti della Famiglia ad esempio mi ricordo di Fabio Morchio, Claudio Montaldo nato e cresciuto lì a Fegino, poi dei club di Forza Italia che nel 94 avevano visto impegnato Vincenzo Mamone. Poi mi hanno presentato un altro amico, Riccardo Garrone della Erg, società con la quale ha sempre lavorato la Fratelli Mamone & C e poi l’Eco-Ge. Poi sentivo nei discorsi di Vincenzo degli incontri con gli amici Vittorio Grattarola e Claudio Burlando.

Vi sono persone o famiglie che ricordi aver partecipato agli incontri a casa di Luigi o il altri luoghi o che siano stati nominati più volte da Vincenzo, Gino o Luigi?
Sono moltissime, non li ricordo tutti, tra quelli che ricordo vi sono i Fazzari -la moglie di Carmelo Gullace-, i Gullace, Fameli, Asciutto, Macrì, Mazzaferro, Nuocere, Giovinazzo, Morabito, Papalia, Oppedisano, Rampino, Piromalli, Raso, Romeo, Ferrara. Poi i Mammoliti, che incontravamo in ogni occasione delle vacanze in Calabria. Abbiamo famiglie siciliane come i Fiandaca, i Maurici, i Sacca e i Ribuffo, la cognata di Luigi è Ribuffo. Ma anche gli Angiollieri ed i Ferro, i Marechiaro.

Invece per gli aspetti legali legati al divorzio, considetando le grandi disponibilità economiche della famiglia Mamone,
è tutto a posto?
Direi proprio di no. Vincenzo non ha mai pagato un alimento per i figli, ha preferito puntare a portarmeli via, dando lui direttamente quello che volevano e vogliono quando stanno con la sua famiglia. Ad un certo punto mi ha anche accusata di avere una relazione, ma ormai eravamo divorziati, io non volevo avere niente a che fare con lui, che tra l’altro da poco dopo il divorzio ha una nuova compagna russa.

Non è stata una scelta facile quella di rompere con questa famiglia?
Si, non perché abbia lasciato i soldi, le porche o la ferrari, non mi interessavano, quello che volevo e voglio è che vi sia un futuro libero e sereno per i miei figli e per tutti quei ragazzi e ragazze, che devono vivere in una società più pulita e sicura. Mi sento madre, non solo dei figli miei. Il matrimonio è arrivato quando ero una bambina, e ancora non capivo, crescendo ho capito ed ho scelto. I soldi, come il potere, possono fornire una felicità legata al consumo, ad avere quello che si vuole quando lo si vuole. Questo conquista i giovani, e molto spesso l’avere tutto oscura le origini dei soldi, i giri che vi sono dietro, e non ci si pongono domande. Dobbiamo fare qualcosa perché i bambini non cadano in ques

to gioco, è compito di tutti.
Una madre non può sottrarsi e questo compito e spero non si sottragga la società, gli uffici competenti.


con Tiziana abbiamo dato una 'didascalia' anche ad altre foto della presentazione del "più grande escavatore d'Europa", non le pubblichiamo tutte per non appesantire troppo la pagina


a sinistra Piero Piccolo, uomo di fiducia di Claudio Burlando,
insieme a Luigi Mamone



con il casco, lo zio della moglie di Luigi Mamone,
che si nota dietro con altri amici


Cosimo De Mercurio, si occupa di pubbliche relazioni per la Eco-Ge
e moltissime altre imprese e aziende.


'Stemmi', lavoratore di una società di leasing e molto amico della
Resp. Commerciale della Eco-Ge, la Signora Ines Capuna in Mamone


Qualche approfondimento?
una breve rassegna tratta dal web, da siti pubblici, dalle relazioni pubbliche della DIA e dagli atti della Commissione Parlamentare d'Inchiesta sui Rifiuti, oltre alla nostra scheda sull'Eco-Ge, una delle imprese con più appalti pubblici nella città.

- sull'escavatore più grande d'europa della Eco-Ge di Gino Mamone
clicca qui

- su Gullace, Fazzari, Nocera, Mamone, Raso, Albanese ed altri
clicca qui






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